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Blitz contro camorra. Spunta ancora una volta un fascista

Blitz all’alba nella Capitale ma non solo. Obiettivo lo smantellamento di una rete criminale legata alla camorra. E ancora una volta spunta il nome di un noto fascista romano – Massimo Colagrande – già emerso anche dall’inchiesta su Mafia Capitale e prima ancora nel traffico di cocaina a Roma. I Carabinieri stamattina hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 61 persone: con perquisizioni a Roma e provincia, ma anche tra cui Frosinone, Viterbo, L’Aquila, Perugia, Ascoli Piceno, Napoli, Caserta, Benevento, Avellino, Bari, Reggio Calabria, Catania e Nuoro.

Tra gli arrestati c’è una figura nota nel mondo criminale, come Domenico Pagnozzi, condannato all’ergastolo per l’omicidio Carlino del 2001 e soprannominato “Ice” pare per i suoi occhi di giaccio. Ma c’è anche una figura conosciuta negli ambienti neofascisti della Capitale. Si tratta di Massimiliano Colagrande, coinvolto nell’inchiesta “Mafia capitale”, ma già comparso nelle rivelazioni di tre anni fa ai magistrati sul traffico di cocaina a Roma da parte del pusher Grilli. “Le informazioni rese da Grilli, nel corso dei citati interrogatori, con particolare riguardo alle indicazioni che lo stesso ha fornito su alcuni dei componenti, apparentemente, appartenenti a diverse organizzazioni, hanno trovato riscontro nel corso degli accertamenti effettuati dalla polizia giudiziaria e dall’attività di intercettazione in atto “ scrivono i magistrati che hanno condotto l’inchiesta. E ancora: “Nell’ottica di una progressiva collaborazione, inerente vicende anche non strettamente collegate alle importazioni di stupefacente, Grilli ha fornito indicazioni circa alcune amicizie caratterizzate dalla comune militanza politica di destra, tra le quali Massimiliano Colagrande, Francesco Mastromarino, Roberto Pocetta e Giorgio Alfieri, attivi nel traffico di sostanze stupefacenti”.

Gli indagati del blitz di questa mattina sono accusati a vario titolo di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, estorsioni, usura, reati contro la persona, riciclaggio, reimpiego di denaro di provenienza illecita, fittizia intestazione di beni, illecita detenzione di armi, illecita concorrenza con violenza e minacce, commessi con l’aggravante delle modalità mafiose e per essere l’associazione armata. Per gli inquirenti si tratta forse “dell’ultimo capitolo del dominio romano del clan Senese”. Senese, uomo di camorra e padrone di Roma Est, è uno dei quattro “Re di Roma” della criminalità organizzata che si erano spartiti la città. Gli altri tre sono Massimo Carminati, l’ex killer fascista che controllava Roma Nord e deus ex machina nell’inchiesta su Mafia Capitale; Carmine Fasciani, il boss di Ostia e del Litorale, e il clan Casamonica che controlla Roma Sud.

Le connessioni tra fascisti e criminalità organizzata, soprattutto nella Capitale, si rivelano ancora una volta strettissime. Appare ormai impossibile liquidarle come coincidenze o episodi isolati.

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