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Pantelleria: due donne annegano, la Lega vuole sparare

Mettiamo in fila fatti e parole. Iniziando ovviamente dai primi.

Due donne sono morte durante il tentativo di sbarco a Pantelleria. Erano a bordo di un vecchio peschereccio con 250 profughi, quasi certamente partito dalla Libia, finito all’alba sugli scogli di una piccola cala. Gli immigrati si sono lanciati in mare, raggiungendo a nuoto la riva. Ma il mare era in burrasca.

Un ordigno incendiario è stato invece scagliato ieri contro l’ex scuola Casaregis di Sampierdarena, che il Comune di Genova aveva deciso di trasformare in centro d’accoglienza per i profughi nordafricani. Secondo gli inquirenti dovrebbe trattarsi di un gesto dimostrativo contro il Comune. L’attentatore ha utilizzato una bombola di gas da campeggio, collegata ad un grosso petardo usato come innesco.

C’è qualche mente politica dietro queste cose? Di sicuro la Lega, che per coprire la propria incapacità nel governare problemi complessi con l’ideologia da bar che a fatto la sua fortuna elettorale – è titolare del ministero dell’interno, mica spiccioli – da 24 ore sta tentando un’escalation verbale dove le armi sembrano diventare l’unica soluzione possibile. Armi da usare contro profughi inermi, notare bene, bene siamo andati a casa loro (quelli arrivati bella notte a Pantelleria sono libici!) a bombardali per “proteggerli”. Che poi gli ignoti attentatori siano leghisti o di qualche gruppazzo di schizzati neonazisti, è un problema che riguarda gli investigatori di professione. A noi interessa qui la cultura (ohibò!) politica che li sostiene.

Il viceministro leghista Roberto Castelli aveva detto ieri in una trasmissione tv (la sua attività principale, sembra): «Con gli immigrati non possiamo usare le armi, per ora». Sembrava una battuta isolata, si rivela un “filone di pensiero” (ohibò 2!) che ha diversi seguaci ad alto livello (ohibò 3!) nela Lega.

«Molto spesso, quando i nostri pescherecci, disarmati, si avvicinano alle coste della Tunisia vengono mitragliati. Usiamo lo stesso metodo». È il suggerimento arrivato stamattina dall’eurodeputato della leghista Francesco Speroni, intervenuto su Radio 24.

«Non sbagliano i tunisini a mitragliare, se uno invade le acque territoriali di un Paese sovrano è lecito usare le armi, questo è diritto internazionale; l’ha fatto anche Zapatero. Se viene violata la sovranità di un Paese è lecito usare le armi; poi, se è opportuno o meno lo decide il governo». All’obiezione che sui barconi potrebbero esserci potenziali profughi, Speroni ha ribattuto: «Non ce l’hanno certo scritto in fronte se sono profughi, ma non c’è una situazione in Tunisia che giustifichi l’arrivo di profughi. Se venissero da Malta o dal Canada sarebbero profughi? In Libia l’Europa non sta usando le armi? Le armi o si possono usare o no. Noi siamo invasi, c’è gente che viene in Italia senza permesso, violando tutte le regole. A questo punto vanno usati tutti i mezzi per respingerli, eventualmente anche le armi».

Il delirio non finisce qui. «Hitler ha sbagliato tutto. Se fosse vissuto nei giorni nostri, avrebbe mandato dei tedeschi con i barconi a invadere il mondo e nessuno avrebbe potuto fermarli perché ‘ci sono le ragioni umanitarie’…». «Per esempio – suggerisce – si può fare un blocco navale. Cosa abbiamo a fare la Marina militare, se non è capace di fermare un’invasione?».

È difficile commentare. Più che altro vien da chiamare la neuro.

Ma qualcuno che dà loro una mano si può sempre trovare: Le Pen (figlia, ma non cambia molto) in Francia.

Il ritorno al nazionalismo, nell’Europa così interconnessa sul piano economico, può solo generare ex novo mostri che erano stati – poco e malamente – seppelliti grazie a una guerra mondiale.

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