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Quirra, sequestrato il poligono militare

I dodicimila ettari del Poligono militare di Quirra e di Capo San Lorenzo, il più vasto d’Europa, sono stati posti sotto sequestro dal gip del Tribunale di Lanusei, Paola Murru, che ha ravvisato il reato di disastro ambientale. La Procura, contestualmente, ha messo i sigilli anche su sorgenti e pozzi presenti nell’area della base perchè l’acqua avrebbe subito contaminazioni da nano-particelle a causa delle ripetute esplosioni di ordigni durante le esercitazioni e i test svoltisi in questi anni. È l’ultimo sviluppo dell’inchiesta – la prima penale in Sardegna – aperta dal procuratore Domenico Fiordalisi per accertare la presenza di uranio impoverito ed eventuali connessioni con le morti per tumore e le malformazioni registrate sugli animali, in particolare un agnello nato con due teste e sul quale sono state trovate tracce di elementi radioattivi. Il decreto di sequestro preventivo firmato ieri dal gip, che autorizza solo le attività militari disposte dal ministero della Difesa, porta come immediata conseguenza l’interdizione di ogni attività agropastorale all’interno dell’area, a cominciare dal pascolo del bestiame.

Secondo il giudice esistono le prove per affermare che le esercitazioni hanno provocato gravi danni alla salute degli uomini e degli animali. Da questo presupposto parte l’inchiesta, che ha disposto il sequestro probatorio di tutte le sorgenti, canali, pozzi e condutture che si allacciano all’acquedotto che alimenta il comune di Villaputzu e la frazione di Quirra: c’è assoluta certezza, ha spiegato il procuratore, che l’agnello con due teste è nato all’interno del perimetro di Quirra, di conseguenza anche l’acqua potrebbe aver subito contaminazioni di nano-particelle provenienti dalle esplosioni del munizionamento. E la stessa acqua finita nella rete potabile sarebbe la causa anche di alcuni tumori registrati tra gli abitanti di Villaputzu e Quirra.

Sfogliando il decreto del gip, che riprende documenti e testimonianze acquisiti dalla Procura, emerge chiaramente che il 25 ottobre 1988 nel Poligono fu sparato un missile con una testata da guerra all’uranio impoverito, che tra i rifiuti interrati ci sono sostanze con cadmio, piombo, antimonio e napalm e che tra gli animali malformati ci sono capi con sei zampe, con gli occhi dietro le orecchie e, appunto, a due teste.

Un altro filone di indagine riguarda le morti sospette. La Procura ha disposto la riesumazione di una ventina di salme tra pastori e militari: su tre corpi sono già state completate le autopsie e i tessuti prelevati vengono analizzati in un laboratorio specializzato per verificare la presenza di particelle Alfa, emesse dall’uranio impoverito. L’inchiesta ha portato sinora all’iscrizione nel registro degli indagati di tre persone: Tobia Santacroce, 66 anni, generale in pensione, ex comandante dell’Ufficio inquadramento, accusato di disastro ambientale colposo e omicidio volontario doloso; e due chimici, Gilberto Nobile, 60 anni, di Vercelli, e Gabriella Fasciani, di 48, di Torino, indagati per falso ideologico in atto pubblico: avrebbero attestato la non anomalia di particelle metalliche presenti nei polmoni e negli organi di ovini da loro analizzati.

 

Ascolta le interviste realizzate da Radio Città Aperta, a Water Falgio

 

e a Marina De Clesis

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