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Libia. I No War protestano alle ambasciate dei paesi Non-Nato

Roma. Una delegazione delle organizzazioni “Rete No War” e “Statunitensi contro la guerra” sta consegnando un appello per la pace in Libia alle ambasciate in Italia di alcuni dei paesi attualmente membri del Consiglio di Sicurezza dell’Onu e non aderenti alla Nato né impegnati nell’intervento militare in Libia; in particolare Russia, Cina (membri permanenti), India, Brasile, Sudafrica, Nigeria.

L’appello chiede ai paesi suindicati “un impegno in sede di Consiglio di Sicurezza per porre fine all’uso bellico e strumentale della risoluzione 1973 approvata in marzo”; ciò richiede l’uso del diritto di veto. Chiede anche “un impegno urgente per una soluzione negoziale del conflitto, con un ruolo centrale per l’Unione Africana”.

Nel loro appello, Rete No War e Statunitensi contro la guerra ricordano che la risoluzione 1973 è violata ogni giorno dalla Nato la quale per i suoi interessi economici e geostrategici si è schierata con una delle due parti armate che si fronteggiano e sta utilizzando da mesi il pretesto umanitario della “protezione dei civili libici”, un pretesto avallato da notizie costruite ad arte e dalla propaganda a mezzo dei grandi media.

Le due organizzazioni hanno sottolineato che l’intervento militare in Libia danneggia in molti modi i civili – libici e migranti – che abitano nel paese africano. Le interferenze armate  esterne negli affari interni di un paese sono negative per la stessa autodeterminazione dei popoli.

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