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E’ scontro tra Lega e Napolitano sulle missioni di guerra

Ma in direzione completamente contraria alla ennesima boutade della Lega va decisamente il Quirinale che ha scelto da tempo la linea guerrafondaia: “I militari resteranno in Libia finchè è necessario” ha stabilito il Consiglio Supremo di Difesa sotto la guida di Giorgio Napolitano, “il governo si adegua ma la Lega dice un secco no”, scrive il quotidiano leghista che fissa dei paletti. “Prima se ne discute e si indicano i tagli ai contingenti: è la condizione irrinunciabile posta dal Carroccio che ha annunciato anche una possibile verifica di maggioranza qualora il decreto passasse senza una intesa politica”. Il Pd è rapido nell’infilarsi nella contraddizione riapertasi nella maggioranza, ma lo fa, come noto, con la posizione sbagliata: quella della partecipazione italiana alle guerre in corso in Afghanistan e Libia. “Il Consiglio supremo di Difesa nell’importante riunione di oggi ha chiarito che ogni scelta relativa alle nostre missioni internazionali deve essere presa ‘di concerto con le istituzioni internazionali e tenuto conto degli sviluppi sul terreno”. Secondo noi è un monito necessario: ora tutti possono comprendere meglio che queste scelte non si prendono nè in Padania nè per il protagonismo del ministro di turno” ha infatti sostenuto il capogruppo del Pd nella Commissione Difesa Camera Antonio Rugghia. “Da un punto di vista della politica internazionale – gli fa eco Emanuele Fiano anch’egli del Pd – questa spaccatura della maggioranza è ovviamente molto grave ed espone l’Italia, nei rapporti con gli alleati, a un giudizio di inaffidabilità e di instabilità nelle decisioni strategiche.  E’ drammatico rilevare come da queste polemiche sulle missioni di guerra e da una seria azione di contrasto del bellicismo del Quirinale, sia ancora completamente assente una opposizione di sinistra che dia battaglia contro la guerra e le spese militari e non lasci questo terreno alle estemporanee e strumentali esternazioni della Lega.

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