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Cronache dal Comune di Parma(lat).

Nate come moto d’indignazione di fronte allo scandalo corruzione che il 24 giugno ha portato in carcare 11 personaggi legati all’amministrazione comunale (tra cui l’ex comandante dei vigili urbani, Giovanni Maria Jacobazzi), le contestazioni e le richieste di dimissioni della cittadinanza si sono susseguite con costanza e detereminazione, e ancora oggi continuano.

Due giorni fa abbiamo partecipato ad un convegno su “Piazza e Palazzo”, mentre solo ieri sera circa ottocento persone hanno sfilato in città ribadendo ancora una volta che Pietro Vignali e la sua triste ciurma devono andarsene dal Comune, che devono abbandonare il Potere di cui da tempo abusano.

Dal giorno degli arresti ad oggi ogni consiglio comunale è stato presidiato e disturbato dai manifestanti, indignati per l’evidente malgoverno ed incazzati per la politica antipopolare della giunta Vignali, che in città già prima degli scandali e degli arresti aveva dimostrato incapacità ed una arroganza tale da farsi odiare da una buona fetta di città; a questo proposito basti pensare che negli ultimi anni sono stati moltissimi i cittadini che hanno criticato e contestato l’operato del Comune, tanto che comitati spontanei d’opposizione sono sorti in ogni quartiere.

Nati dai motivi più disparati ( dalla contrarietà ad alcune “riqualificazioni” fino alla costruzione dell’inceneritore, passando per la metropolitana) questi gruppi, estranei e lontani dai partiti presenti in consiglio comunale, sono stati una costante spina nel fianco dell’amministrazione, smascherando e denunciando (dati alla mano) le “fantastiche ” operazioni del Comune e creando momentanee mobilitazioni di opposizione.

Queste proteste che da anni si susseguono per noi rappresentano il punto di partenza che ha reso possibile prima lo sdegno per la corruzione, e poi la continua contaminazione di questa “indignazione” per le tangenti verso una critica al sistema Parma, a quel modello di gestione del potere che ha reso possibile tutto ciò.

L’amministrazione antipopolare delle giunte Ubaldi (1998- 2007) e Vignali ( 2007-2011) ha fatto sì che a Parma si creasse un blocco sociale di opposizione alle due giunte, che è rimasto estraneo alle dinamiche dei partiti istituzionali, complice anche la drammatica assenza di una alternativa reale di governo formulata dai partiti di sinistra e del partito democratico.

Questo gruppo sociale oggi è il nucleo della protesta, ed è riuscito a far evolvere una critica qualunquista (quella dei Ladri!Ladri!) verso una critica politica al sistema Parma, che dallo scandalo Parmalat in poi ha cominciato a mostrare tutte le sue caratteristiche e che da quel momento è stato analizzato e denunciato da alcuni gruppi della sinistra cittadina.

Il sistema Parma si basa essenzialmente su uno stretto rapporto tra grandi imprenditori (industriali, costruttori, presidenti di cooperative, palazzinari) e l’amministrazione pubblica; i primi mettono a disposizione denaro e appoggio politico (basti pensare che la Gazzetta di parma, il quotidiano più letto in città, è di proprietà degli Unione industriali), mentre la seconda garantisce le delibere utili per far aumentare i profitti dei loro “padrini”.

Sono conseguenze di questo principio di base:

-le opere pubbliche costosissime ed inutili per i cittadini ma importanti per gli esecutori e per i loro bilanci

-i debiti sempre più consistenti che gravano sul bilancio del Comune delle sue società partecipate

-i continui tagli al sociale, a cui fanno da contraltare le spese folli volute dall’assessorato alla sicurezza, come cani antidroga, gabbiotti per i vigli urbani e centinaia di telecamere

-le riqualificazioni urbane, di cui sono parte integrante la svendita del patrimonio pubblico a favore di speculatori, la privatizzazione di spazi collettivi a privati e l’allontanamento nelle periferie delle classi popolari

-una continua cementificazione del territorio, a cui si affianca la presenza sempre più chiara ed accertata nel nostro territorio delle mafie

-la semischiavitù a cui sono ridotti i lavoratori delle grandi cooperative sociali come AuroraDomus e Proges, che si spartiscono gran parte degli appalti per il sociale, e le notevoli pressioni a cui invece sono sottoposti i lavoratori comunali.

Per nascondere tutto ciò l’amministrazione comunale per anni ha bombardato la città di imbarazzanti campagne pubblicitarie, fatte di manifesti e depliant consegnati in ogni casa, dove stava scritto che tutto era bellissimo, rilucente, e lo sarebbe stato ancora di più grazie all’azione di pietro Vignali e delle sua magnifica squadra.

L’ultima campagna mediatica si chiamava “Parma un modo di vivere”, e descriveva perfettamente la Parma che il sindaco Vignali e la sua cricca hanno in mente: una città dove il centro storico è riservato a banche, uffici e appartamenti signorili; dove il pubblico lascia sempre più spazio ai privati, sia nei servizi che nei quartieri; dove il fascismo viene riabilitato con targhe mortaurie ai caduti di Salò e sostenendo di fatto Casa pound; dove la cultura egemone è quella della “Parma da bere e da sniffare”, coi suoi aperitivi infighettati e le discoteche alla moda; dove chi protesta e chi fa politica viene messo ai margini della scena pubblica, viene offeso e crimializzato da chi amministra la città e dai suoi leccapiedi.

Di questo “modo di vivere” Parma ne ha avuto abbastanza, in tanti sentiamo la necessità di voltare pagina.

Questa mobilitazione può essere un passo verso una svolta, che veda partecipi tutte quelle persone che non sono state descritte nelle brochure pubblicitarie comunali, che per anni hanno pagato i prezzi di queste politiche antipopolari e sono state costretto al silenzio da una città che sembrava addormentata di fronte a quello che stava succedendo.

Una Piazza gremita e determinata può essere il motore di un grande cambiamento che la Parma popolare attende da anni.

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