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Pressing su Berlusconi, finale di partita?

Napolitano: preoccupato per l’andamento dei mercati, seguirò il confronto tra governo e parti sociali


«Nell’attuale momento la parola è alle forze politiche, di governo e di opposizione, chiamate a confrontarsi con le parti sociali sulle scelte da compiere per stimolare decisamente l’indispensabile crescita dell’economia e dell’occupazione, a integrazione delle decisioni sui conti pubblici volte a conseguire il pareggio di bilancio nel 2014. Seguirò dunque attentamente gli esiti di tale confronto, partendo dalla preoccupazione che non ho mancato di esprimere per gli andamenti dei mercati finanziari e dell’economia, nei loro termini generali e nei loro specifici aspetti italiani». Lo ha dichiarato in una nota il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.

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La tempesta sui mercati continua. Ma – avvertono il Tesoro e Bankitalia – l’Italia è solida e pesano piuttosto le incertezze internazionali. Intanto la borsa arretra di oltre il 2% e lo spread con i titoli decennali tedeschi supera 380 punti. Le istituzioni italiane reagiscono: il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, vede per la seconda volta in pochi giorni Mario Draghi, si dice «preoccupato» e sprona ad «integrare la manovra» della parte che riguarda la crescita ancora carente. Il premier, Silvio Berlusconi, riunisce gli stati maggiori del Pdl e prepara il suo intervento di domani in Parlamento («saprà rassicurare i mercati» dice Maurizio Sacconi).

Intanto il ministro dell’Economia Giulio Tremonti, sente i colleghi europei, riunisce il comitato per la stabilità e domani vedrà il presidente dell’Eurogruppo Jean-Claude Juncker. Insomma una giornata estremamente convulsa durante la quale rimbalzano le voci più incontrollate: dalle dimissioni del super-ministro dell’Economia, alla sua sostituzione da parte di Sacconi, fino all’ipotesi di anticipare il ‘bloccò più rilevante della manovra al 2012. Come dire ai mercati: aggiustiamo i conti e subito. Un messaggio che potrebbe sì rasserenare ma che, come molti commentatori rilevano, non necessariamente si tradurrebbe in uno ‘scontò al nostro paese al centro di un fenomeno, quello della speculazione, che riguarda l’intera area euro. Il Presidente Napolitano sferza dunque le forze politiche e sociali «sulle scelte da compiere per stimolare decisamente l’indispensabile crescita dell’economia e dell’occupazione, a integrazione delle decisioni sui conti pubblici volte a conseguire il pareggio di bilancio nel 2014». Una situazione che seguirà ma che lo lascia decisamente «preoccupato».

Intanto l’opposizione continua a chiedere le dimissioni dell’esecutivo sull’esempio dato dal leader spagnolo Zapatero e attende il premier al varco: domani in Parlamento «non potrà raccontarci la solita storiella». In attesa, mentre la Commissione Ue si dice «pienamente fiduciosa» delle misure adottate dal Belpaese e che comunque non c’è nessun piano di salvataggio previsto, ferve l’attività al Tesoro: il ministro che ha sentito già il presidente dell’Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, con il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble e il ministro francese dell’Economia Francois Baroin, vedrà domani Junker e sentirà anche il commissario agli affari economici, Holli Rehn. Intanto riunisce il Comitato della Stabilità Finanziaria e, insieme al direttore generale di Bankitalia Fabrizio Saccomanni, al presidente della Consob Giuseppe Vegas, al presidente dell’Isvap Giancarlo Giannini e al direttore generale del Tesoro Vittorio Grilli, alla fine spiega: l’Italia sconta «tensioni derivanti da incertezze internazionali», «nonostante l’azione di progressiva riduzione del deficit pubblico».

Ma comunque «le analisi confermano che il sistema bancario e finanziario italiano è solido, grazie anche all’azione tempestiva di rafforzamento delle condizioni patrimoniali e di liquidità delle banche». Attesa anche per l’incontro governo parti sociali di giovedì. Ma il leader della Uil Luigi Angeletti mette le mani avanti: «se il governo ha la forza di fare delle scelte bene, se no bisogna andare a votare. Nulla è peggio dell’incertezza». E di incertezza oggi ce ne è stata non poca.

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mercoledì incontro tra il ministro del tesoro e juncker, presidente dell’eurogruppo

La preoccupazione di Napolitano:
«Subito misure per la crescita»

La speculazione attacca Piazza Affari nel finale (-2,53%) Fiat perde l’8,43%. Record differenziale Btp-Bund.

MILANO – Forte corrente di vendite nel finale di seduta sulle Borse europee. Milano chiude sui minimi con un tonfo del 2,53% dovuto alla caduta di Fiat (-7%) e una raffica di sospensioni al ribasso tra cui quella di Unicredit, Intesa Sanpaolo, Mediobanca, Pirelli, Exor. Deboli anche Francoforte (-2,26%) e Parigi (-1,82%) mentre Londra cerca di contenere le perdite, ma perde comunque lo 0,92%. . La giornata è stata segnata anche da nuove tensioni sul debito con con lo «spread», il differenziale, tra il Btp decennale e il Bund tedesco in volo al nuovo record di 384 punti base. La forbice tra i due titoli si allarga indicando la minor affidabilità del Btp. La Consob ha chiesto intanto spiegazioni a Deutsche Bank sulla recente massiccia vendita dei bond italiani.

NAPOLITANO: INTEGRARE DECISIONI SUI CONTI PUBBLICI– «Serve integrare le decisioni sui conti pubblici e stimolare la crescita e l’occupazione» ha ammonito il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che questa mattina ha ricevuto al Quirinale il Governatore della Banca d’Italia e presidente in pectore della Bce Mario Draghi.
«Nell’attuale momento – ha detto il Capo dello Stato – la parola è alle forze politiche, di governo e di opposizione, chiamate a confrontarsi con le parti sociali sulle scelte da compiere per stimolare decisamente l’indispensabile crescita dell’economia e dell’occupazione, a integrazione delle decisioni sui conti pubblici volte a conseguire il pareggio di bilancio nel 2014». «Seguirò dunque attentamente gli esiti di tale confronto, partendo – ha aggiunto Napolitano – dalla preoccupazione che non ho mancato di esprimere per gli andamenti dei mercati finanziari e dell’economia, nei loro termini generali e nei loro specifici aspetti italiani».

CONVOCATO IL COMITATO DI STABILITA‘- Un segnale ai mercati ha deciso di provare a darlo subito – prima dell’intervento di Berlusconi domani in Parlamento – il ministro dell’Economia Giulio Tremonti che ha convocato il Comitato di stabilità finanziaria del quale fanno parte Consob, Isvap e Banca d’Italia e al quale partecipano oltre allo stesso Tremonti il direttore generale di Banca d’Italia Fabrizio Saccomanni, il presidente della Consob Giuseppe Vegas, il presidente dell’Isvap Giancarlo Giannini e il direttore generale del Tesoro Vittorio Grilli.

BOCCIATA LA MANOVRA – La speranza, nelle sale operative, è che la decisione sia quella di mettere mano alla manovra come pare auspicare anche Napolitano. «Sarà una disfatta per il mercato se il governo non troverà il coraggio di rivedere la manovra e di tagliare drasticamente i costi della politica. Ma non c’è molta fiducia su quello che potrà dire domani Berlusconi in Parlamento» afferma tra gli altri Nicolò Mancini, trader in una primaria Sim di Piazza Affari

VENDITE ALLO SCOPERTO – Qualcuno chiede di rivedere anche le regole del mercato con maggiore decisione e vietare le vendite allo scoperto «Basta voli pindarici – dice Franco Aletti, esperto di lungo corso in Piazza Affari -. Il mercato deve essere uguale per tutti: per comperare paghi, per vendere consegni i titoli. Regola semplice ma oggi non seguita allo stesso modo da tutti gli attori del mercato». Un primo pacchetto di misure anti-ribassiste era stato varato dalla Consob lo scorso 10 luglio.

LA UE: FIDUCIA NELL’ITALIA – Una portavoce della Commissione europea, interpellata sul preoccupante divario di rendimento tra Btp e Bund ha assicurato «piena fiducia» della Ue nelle misure prese dall’Italia per fronteggiare la crisi. Intanto il presidente dell’Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, ha annunciato con una nota che incontrerà mercoledì in Lussemburgo il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti. L’ok dopo una telefonata intercorsa tra i due. Il colloquio è previsto intorno 10 e per via di quest’impegno il titolare del Tesoro non parteciperà al Consiglio dei ministri convocato allo stesso orario. Nel pomeriggio invece il ministro dovrebbe rientrare a Roma per partecipare all’informativa di Berlusconi alle Camere prevista alle 15 a Montecitorio e alle 17 a palazzo Madama.

FT: TREMONTI ? NESSUNO INDISPENSABILE – Tremonti è stata fin qui la personalità più «affidabile» del governo secondo il Financial Times che ricorda come i mercati abbiano riposto in lui la fiducia. Tuttavia lo scandalo Milanese ha fatto emergere il «cattivo esempio» del ministro che paga cash l’affitto e non ultimo ha evitato le riforme per la crescita. «A causa delle persistenti tensioni sui mercati dei debiti sovrani non è il momento buon per scaricare il ministro dell’Economia italiano. Ma come Berlusconi, Tremonti non è indispensabile» scrive il quotidiano britannico

CONSOB: DEUTSCHE BANK SPIEGHI LE VENDITE – La Consob ha avanzato una richiesta di informazioni alla Deutsche Bank sulla vendita dei titoli di Stato italiani seguita all’acquisizione di Postbank. In attesa di ricevere le risposte, la Consob «segue con attenzione e continua a svolgere il monitoraggio in ordine dell’evolversi della vicenda». Lo ha detto il sottosegretario all’Economia, Bruno Cesario, rispondendo in commissione Finanze della Camera a un’interrogazione di Maurizio Fugatti

IL RATING USA -Il calo di Wall Street e delle Borse europee che seguitano a ignorare o meglio a non beneficiare dell’accordo al Congresso sul piano- antidefault va messo piuttosto in relazione alla possibilità che nonostante la manovra in corso di approvazione le agenzie di rating taglino ugualmente il voto sul debito americano.

Paola Pica

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Berlusconi chiama le parti sociali

di L. Palmerini. All’interno articolo di G. Santilli e il Punto di S. Folli


Alla fine sono riusciti a convincerlo. Maurizio Sacconi e Angelino Alfano – naturalmente con l’aiuto di Gianni Letta – dopo un pressing di qualche giorno hanno strappato l’impegno di Silvio Berlusconi a parlare alle Camere e a partecipare al tavolo con le parti sociali. E così ieri è arrivato l’annuncio di Palazzo Chigi: un doppio appuntamento per il premier, mercoledì in Parlamento e giovedì all’incontro con sindacati, imprese e banche.

Niente tavolo bipartisan, anche con le opposizioni, ma un faccia a faccia tra Governo e protagonisti dell’economia per arrivare a un piano anti-crisi secondo un’agenda messa a punto dal ministro del Welfare.
Non è stato semplice stanare il presidente del Consiglio ma l’argomento usato è stato sostanzialmente quello che – da giorni – ripeteva uno dei suoi fedelissimi, Osvaldo Napoli: «Non puoi continuare a farti rosolare sulla crisi, prendi tu il pallino e rilancia altrimenti le opposizioni ti metteranno nell’angolo». Un’argomentazione che ha trovato anche in Fabrizio Cicchitto e Paolo Romani degli sponsor efficaci soprattutto perché hanno ripetuto al Cavaliere i rumors su tentazioni di Governi tecnici magari a guida Mario Monti. Inoltre ha pesato la moral suasion del Colle che da giorni invoca uno ‘scatto’ sulla crescita.

In realtà, ieri, sono accaduti tre fatti decisivi a sbloccare le titubanze del premier: l’andamento della Borsa, quella italiana è stata la peggiore piazza europea, il picco dello spread sui Bund e – ultimo ma non meno importante – l’appuntamento che le opposizioni hanno preso per prime con le parti sociali. La velocità di Pier Ferdinando Casini e Pierluigi Bersani a fissare un incontro con sindacati e imprese ha messo in allarme Alfano che ha poi spiegato al Cavaliere il rischio di finire nell’angolo se non avesse anche lui giocato la sua partita. E così il campo che in questi giorni era stato arato da Sacconi e Alfano è diventato anche il campo di gioco del premier. Già, perché è stata la tela tessuta dal ministro e dal segretario Pdl con le imprese e tutti i sindacati – Cgil inclusa – a rimettere il Governo al centro. Certo, i dubbi del premier restano: lui teme che alla fine il tavolo sociale non porti a nulla e che diventi un boomerang per lui ma si è reso conto di non avere altra scelta.

Al confronto di giovedì ci sarà anche Giulio Tremonti ma il suo sarà un ruolo più laterale e apparirà tale anche mercoledì, quando a parlare di economia e di crisi sarà il premier e non lui. Nel Pdl sono rimasti in pochissimi a sostenerlo, la gran parte spera invece che il ministro dell’Economia faccia da sé un passo indietro anche perché – dicono – la sua politica economica non ha affatto portato benefici vista la sfiducia sui titoli di Stato italiani. E forse rendere evidente un Tremonti ‘dimezzato’ è anche l’effetto collaterale che ha convinto il premier ad accettare la doppia sfida parlamentare e sociale.

Senza contare che il presidente del Consiglio tenterà un’altra mossa per mostrare reali intenzioni del rilancio dell’economia: sbloccare i 7 miliardi del Cipe per realizzare infrastrutture. Ne ha parlato esplicitamente Alfano – sollecitando le opposizioni ‘a fare proposte’ – mentre fissava il timing delle mosse del Cavaliere: «Convocare il Cipe mercoledì mattina per sbloccare oltre 70 opere, andare nel pomeriggio alle Camere e incontrare giovedì le parti». E le infrastrutture sono uno dei punti dell’agenda per la crescita di cui parlerà Berlusconi in Parlamento oltre alle misure di defiscalizzazione per la favorire la ricapitalizzazione delle imprese e il lavoro, le liberalizzazioni, i fondi Ue per il Sud e alcune semplificazioni. E anche in merito alle competenze del suo ministero che ieri Roberto Calderoli ha insistito a lanciare un ‘campus estivo’ bipartisan che sospenda le ferie della politica e la impegni, invece, sul tema della crescita. Una proposta ha condiviso con Tremonti e Bossi.

A rinviare davvero le vacanze estive è stato il presidente della Repubblica che ha fatto slittare la sua partenza a oggi per le Eolie, da dove comunque seguirà il dibattito parlamentare sulla crisi. Sia l’approvazione ‘veloce’ della manovra sia il tavolo con le parti sociali sono due risultati che vanno intestati al Quirinale, a conferma del suo ruolo di protagonista in questo contesto di crisi.

 

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Il Financial Times critica Tremonti


«Date le persistenti tensioni sui debiti sovrani europei, questo non sarebbe un buon momento per l’Italia per scaricare il ministro dell’Economia. Ma, come lo stesso Berlusconi, Tremonti non è indispensabile». In un articolo sulla pagina dei commenti, il Financial Times entra così nella vicenda Milanese-Tremonti, riconoscendo il lavoro del ministro alla guida di Via XX Settembre ma definendo allo stesso tempo «un mistero» il fatto che lo stesso titolare del dicastero incaricato di riscuotere le tasse abbia preferito pagare in contanti, anzichè con un assegno o con un bonifico, l’affitto della casa di Campo Marzio.

«È inconcepibile – sottolinea il quotidiano economico della City – che il ministro non sia al corrente del ruolo che i pagamenti in contanti rivestono nel perpetuare in Italia la malattia cronica dell’evasione fiscale». Soltanto il mese scorso – prosegue il FT – «il governo di centro-destra ha approvato in fretta in Parlamento una manovra da 48 miliardi di euro, che prevede una serie di pesanti aumenti fiscali. Gli italiani meritano un comportamento migliore da parte di un ministro delle Finanze che aumenta loro le tasse»

 

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