Nelle maggiori città italiane domani sfileranno molti cortei. Ci saranno quelli della Cgil e quelli dei sindacati di base, cortei diversi per contenuti e radicalità delle piattaforme e delle forme di mobilitazione. Significativamente a Torino e a Napoli, i cortei dei sindacati di base (Usb, Slai-Cobas, Snater, Unicobas, Orsa, Usi) prenderanno di mira anche la Banca d’Italia, uno dei templi della politica antioperaia dei sacrifici ritenuto, arbitrariamente, un soggetto superpartes nella visione e nella gestione della crisi del debito.
A Roma invece il corteo dei sindacati di base che parte la Largo Ricci si conclude a Piazza Navona, a pochi metri dal Senato dove proprio domani inizia la discussione sulla manovra economica, una manovra che porta il segno di misure antisociali e della distruzione dei diritti conquistati dai lavoratori. Si fa strada l’idea non lasciare la piazza al termine della manifestazione per trasformarla in un trampolino della continuazione dello sciopero generale con altre forme. Significativa la partecipazione al corteo di movimenti sociali come la rete Roma Bene Comune o il Forum dei movimenti per l’Acqua Pubblica.
A Torino il corteo partirà dalla stazione di Porta Susa, con uno sguardo rivolto alla mobilitazione dei No Tav (molti comitati della Valle saranno al corteo dei sindacati di base) e l’altro rivolto alla Banca d’Italia che verrà circondata dalla manifestazione. Nella preparazione dello sciopero generale in Piemonte si segnala l’impegno dei ferrovieri dell’Orsa o dei lavoratori delle comunicazioni aderenti allo Snater, una dimostrazione in più della crescente capacità dei sindacati di base dopo la costituzione della Usb di includere nuovi settori nella mobilitazione. Nella capitale della Fiat anche i Cobas di Mirafiori hanno deciso di scioperare nonostante l’indicazione contraria (e per molti incomprensibile) data dalla loro confederazione.
A Milano il corteo dei sindacati di base (Usb, Slai, Si cobas etc.) partirà da Largo Cairoli e vedrà in piazza anche molti dei lavoratori delle cooperative della logistica protagonisti di vertenze durissime negli ultimi mesi in tutta la regione. In piazza ci saranno anche molti centri sociali milanesi storici come il Vittoria e il Cantiere. Ieri mattina c’è stato un blitz di sindacalisti Usb e attivisti del Cantiere dentro la Borsa di Milano. Il presidio di tende nella piazza antistante durerà fino a questa sera.
A Bologna (concentramento a piazza XX Settembre) il corteo dei sindacati di base e dei movimenti sociali è stato concepito come una sorta di Via Crucis ribattezzata “Via Crisis” e che vedrà come prima stazione il consolato di Grecia (in solidarietà con le lotte del popolo greco) per poi stazionare davanti alla cattedrale (dove sarà denunciato il perdurare dei privilegi del Vaticano anche in materia economica e fiscale) ed ancora la Prefettura, la Confindustria ed altri luoghi simbolo. A Bologna i cortei della Cgil saranno invece tre. Di fatto la Fiom sfilerà per conto suo nel corteo dei lavoratori dell’industria.
A Firenze si parte da piazza SS Annunziata. Nella città del sindaco rottamatore del Pd Renzi, i lavoratori denunciano come in realtà si stiano rottamando i servizi pubblici locali a cominciare dall’azienda di trasporto Ataf contro la cui privatizzazione è partita una campagna cittadina. Al corteo dei sindacati di base si uniranno anche i centri sociali, il movimento di lotta per la casa, i collettivi universitari.
A Napoli il corteo del sindacalismo di base che parte da Piazza Cavour si conclude, significativamente come a Torino, davanti alla sede della Banca d’Italia. In piazza ci saranno anche i collettivi universitari, i precari Bros, i comitati popolari della zona Vesuviana.
In Puglia invece il sindacalismo di base si concentrerà nella centralissima piazza Sant’Oronzo a Lecce e non nel capoluogo. Il motivo? Dare un forte segnale di sostegno alle lotte dei braccianti immigrati in corso da luglio nella zona di Nardò, una esperienza di resistenza e dignità sociale che sta indicando una strada importante per il protagonismo dei lavoratori immigrati nel conflitto sociale nel nostro paese.
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