Il primo a dire la sua stronzata è stato Antonio Di Pietro. A seguire è arrivato il ministro dell’interno, il leghista dissidente Roberto “Sax” Maroni. Entrambi si candidano per un posto di rilievo nel futuro partito-governo unico delle banche, che dovrà applicare tamburo battente le disposizione della Bce.
Anche il direttore di Rai News, Corradino Mineo, ha dovuto sottolineare che dopo sabato si è aperta la cataratta del “più uno”. Ovvero dei politici (spesso di seconda fila) che per farsi notare chiedono leggi “più speciali” di quello che ha parlato un attimo prima. E’ la concorrenza applicata a una politica che non ha più uno spazio di gestione. Tolta infatti l’incombenza della politica economica – assunta in prima persona dal direttorio europeo – agli “amministrazioni della regione Italia” non resta che competere sul contorno. E quindi “lo strillo” deve necessariamente prevalere sulla sensatezza.
Cos’è la Legge Reale?
La legge Reale, legge numero 152 del 22 maggio 1975, ha come titolo “Disposizioni a tutela dell’ordine pubblico” e deve il nome con cui è ricordata al suo principale promotore, il dirigente del Partito Repubblicano Oronzo Reale.
Tra il novembre del 1974 e il febbraio del 1976 Reale fu ministro di Grazia e Giustizia, nel quarto governo presieduto da Aldo Moro. Durante questo periodo promosse e ottenne l’approvazione di una legge tesa a riformare parte del processo penale e che ebbe anche notevoli ripercussioni in materia di ordine pubblico.
La legge di fatto sanciva il diritto delle forze dell’ordine a utilizzare armi da fuoco anche per mantenere l’ordine pubblico. Il ricorso alla custodia preventiva – misura prevista in caso di pericolo di fuga, possibile reiterazione del reato o turbamento delle indagini – veniva esteso anche in assenza di flagranza di reato. C’era quindi la possibilità di effettuare un fermo preventivo di quattro giorni, entro i quali il giudice doveva poi decretare una convalida da parte dell’autorità giudiziaria. Infine, veniva ribadito che non si potevano utilizzare caschi o altri elementi che rendessero non riconoscibili i cittadini, salvo specifiche eccezioni.
I provvedimenti previsti dalla legge Reale, modificati nel 1977 dalla legge 533, furono contestati da molti, che li ritenevano liberticidi, e sottoposti a referendum abrogativo: si votò nel giugno del 1978 e il 76,5 per cento dei votanti (decisiva la posizione del PCI che – con il dissenso di Terracini e Ingrao – sostenne il no all’abrogazione della legge) decise di non abrogare la legge. Nel corso degli anni la legge Reale venne superata da altre leggi speciali ancora più restrittive come il primo Decreto Cossiga nel 1978 e un secondo Decreto Cossiga nel dicembre 1979.
Nel 2005, con l’entrata in vigore della cosiddetta legge Pisanu con “misure urgenti per il contrasto del terrorismo internazionale”, furono introdotte ulteriori modifiche alla Legge Reale in tema di riconoscibilità nei luoghi pubblici delle persone ed espulsioni all’estero.
Dalla sua entrata in vigore, la legge Reale è stata spesso al centro di critiche e polemiche per l’aumento notevole dei poteri per le forze di polizia e per i numerosi morti a causa dell’uso di armi da fuoco da parte di polizia e carabinieri. Nel 1990 fu pubblicata una ricerca sui casi di uccisione e ferimenti riconducibili all’introduzione della legge, a cura del centro documentazione Luca Rossi. Dal giugno del 1975 a metà 1989 furono uccise 254 persone e 371 rimasero ferite, nel 90 per cento dei casi le vittime non possedevano nemmeno un’arma da fuoco al momento del confronto con le forze dell’ordine.
Due “curiosità”.
1) La Legge Reale non fu introdotta per affrontare gli anni di piombo -come molti affermano impropriamente. Essa infatti fu approvata nel 1975, tre anni prima del rapimento e uccisione di Aldo Moro. E’ una legge concepita esclusivamente per dare maggiori poteri alla repressione in materia di ordine pubblico nelle manifestazioni di piazza.
2) Di Pietro e Maroni sembrano entrambi in via di iscrizione al nuovo partito della Balena Bianca. I manifestanti diventano così l’agnello sacrificale della nuova santa alleanza che sta portando al “partito unico delle banche”?
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