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Ultime sulla manovra. Modifiche solo “di classe”

 

In mattinata saranno presentati gli emendamenti: due del Governo su Province e stipendi dei parlamentari, e l’altro del relatore sulle pensioni e gli altri temi. Il provvedimento dovrebbe essere votato oggi entro le ore 16, per approdare in aula domani. 

Tra le modifiche più pubblicizzate, ma nemmeno citate da Monti nell’incontro con i sindacati, quelle su Imu (ex Ici), prima casa e pensioni. Su questo punto si continua a dire che è stato innalzato la soglia per le indicizzazioni degli assegni, e attenuato l’impatto della riforma previdenziale sui lavoratori precoci nati attorno al 1952, i più penalizzati da questo decreto. Tra le ipotesi anche la riduzione della penalizzazione del 2% per chi va in pensione prima dei 62 anni di età (con il solo canale contributivo).Per trovare le coperture finanziarie necessarie, il ministro Fornero ha proposto un prelievo del 25% come contributo di solidarietà per le pensioni sopra i 200 mila euro. Sarebbe uno degli emendamenti alla manovra che il governo si appresta a presentare.

Il pacchetto di “correttivi” alla materia fiscale è invece molto più robusto. E proprio queste “correzioni” mostrano tutte un segno di classe assai preciso. La defiscalizzazione Irap del 10% sugli interessi passivi serve soltanto alle imprese. Il bonus del 36% sulle ristrutturazioni esteso anche alle calamità naturali del 2011 è poco meno di un atto dovuto (ci mancava solo che ne fossero esclusi e lasciari a rimettere a posto casa senza aiuti almeno fiscali). La possibilità di pagare a rate le tasse anche senza l’obbligo di presentazione di una fidejussione serve a chi ha molto da pagare, non l’aveva fatto prima e poteva permettersi una fidejussione.

Soprattutto annulla la possibilità di mandare in carcere chi mente al fisco (che veniva pubblicizzata come l’arma decisiva per la lotta all’evasione). Ma si riformula l’Isee per selezionare più rigidamente l’accesso all’erogazione dei servizi sociali.

Saranno invece le Camere a provvedere al taglio delle indennità di deputati e senatori e non un decreto del governo. Lo stabilisce un emendamento del governo presentato alle commissioni Bilancio e Finanze, che «sana» così una norma che sarebbe stata illegittima sul piano costituzionale.

Con un proprio emendamento, infine, il governo ha stabilito il termine del 31 marzo 2013 per la decadenza degli organi in carica delle province. Slitta invece dal 30 aprile al 31 dicembre 2012 il termine entro il quale le funzioni delle province dovranno essere trasferite ai Comuni o alle Regioni. L’emendamento del governo prevede che le regioni a Statuto speciale hanno «sei mesi» di tempo per adeguare i propri ordinamenti alle novità della manovra sulle province e le norme «non trovano» invece «applicazione» per le province autonome di Trento e Bolzano.

I taxi vengono esclusi dalle misure di liberalizzazione. Ma  entro sei mesi dall’entrata in vigore del decreto legge dovrà essere realizzata «una compiuta liberalizzazione e una efficiente regolazione nel settore dei trasporti e dell’accesso alle relative infrastrutture».

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Di seguito il dettaglio delle modifiche sul tappeto, nella scheda da Il Sole 24 Ore.

Pensioni
Soglia più alta per le indicizzazioni degli assegni pensionistici e attenuazione dell’impatto della riforma previdenziale sui cosiddetti lavoratori “precoci”, quelli nati attorno al 1952. Su questi ritocchi è stata trovata una mediazione tra il Governo e Pdl, Pd e Terzo Polo sulle modifiche da apportare alla Camera alla manovra “salva Italia”. Ad ufficializzare, di fatto, il raggiungimento di un punto di incontro tra le richieste dei partiti e i paletti posti dal premier Monti (rispetto dei saldi e salvaguardia degli interventi strutturali del decreto), è stato l’arrivo ieri attorno alle 16,00 a Montecitorio, dove erano riunite le commissioni Bilancio e Finanze, del ministro del Lavoro, Elsa Fornero.

Proprio la Fornero ha poi limato, insieme al ministro dei Rapporti con il Parlamento Piero Giarda, il suo pacchetto. Due le opzioni (tra loro alternative) sugli adeguamenti alle quali si è lavorato fino al pomeriggio: estensione solo in modo parziale (50% o forse 70%) delle indicizzazioni per le pensioni tra 936 euro e 1.400 euro; garanzia della piena perequazione soltanto fino al tetto di 2,5 volte il “minimo”, ovvero a 1.170 euro. Tra le ipotesi sul tappeto anche la riduzione della penalizzazione del 2% per va prima dei 62 anni di età in pensione anticipata con il solo canale contributivo (42 anni e un mese per gli uomini, 41 anni e 1 mese per le donne).

Ici-Imu
Il governo sta studiando ancora le ipotesi di modifica. La prima è che una attenuazione della tassazione sulla prima casa sia legata al nucleo familiare, ma resta il nodo delle coperture, visto che è decisivo mantenere invariati i saldi. Ma si lavora anche ad altre soluzioni: o l’inserimento delle modifiche dentro i correttivi del decreto legislativo del federalismo fiscale (approvato dall’ultimo consiglio del precedente governo, e ora all’esame della Conferenza Stato-Città) o che finisca nel decreto Milleproroghe di fine anno.

Le modifiche fiscali
Defiscalizzazione Irap del 10% sugli interessi passivi, bonus del 36% anche per le calamità naturali del 2011, un pacchetto riscossione e ritocchi alla tracciabilità dei pagamenti. Sono solo alcune delle principali modifiche al decreto legge “salva-Italia” che i due relatori Maurizio Leo (Pdl) e Pier Paolo Baretta (Pd) hanno presentato alle commissioni Bilancio e Finanze della Camera. Mentre si attende che il Governo sciolga i nodi più delicati, come pensioni, tassazione prima casa, province e stipendi dei parlamentari, i lavori a Montecitorio proseguono sui due emendamenti unitari presentati dai due relatori e che di fatto raccolgono molte delle 250 proposte di modifica che domenica notte hanno superato il vaglio di ammissibilità.

Il primo dei due emendamenti interviene su quasi tutti gli articoli del decreto tralasciando di fatto soltanto i “quattro temi sensibili” sui cui il Governo è ancora alla ricerca delle coperture adeguate. Vediamo nell’ordine quelle di natura fiscale rinviando agli interventi pubblicati sul sito per le novità proposte dai relatori in materia di Isee, taglia enti e Ice.

Irap – L’arrivo della deducibilità integrale dalle imposte dirette (Ires e Irpef) dell’Irap pagata sul costo del lavoro non cancella del tutto la deduzione forfettaria del 10% attualmente in vigore. L’emendamento dei relatori, infatti, cancellando la sola parte della deduzione sul costo del personale dipendente fa sì che dal prossimo 1° gennaio 2012 le imprese possano portare in deduzione dall’Ires e dall’Irpef il 10% dell’Irap versata sugli interessi passivi e oneri assimilati al netto degli interessi attivi e proventi assimilati.

Bonus 36% e 55% – Doppio intervento per ampliare il campo di applicazione dei bonus fiscali per le ristrutturazioni edilizie e per la riqualificazione energetica degli edifici. Per quanto riguarda il primo l’emendamento dei relatori prevede che lo sconto Irpef del 36% esteso dal decreto salva-Italia anche agli interventi per il ripristino di immobili danneggiati da calamità naturali si applichi anteriormente alla data di entrata in vigore del decreto stesso. In questo modo, ad esempio, potrebbero ricorrere al bonus del 36% anche gli alluvionati della Liguria e della Sicilia. Per il credito d’imposta del 55%, che il decreto proroga anche per il 2012, l’emendamento 2.39 dei relatori prevede che l’agevolazione possa essere utilizzata anche per le spese relative ad interventi di sostituzione di scaldacqua tradizionali con scaldacqua a pompa di calore dedicati alla produzione di acqua calda sanitaria.

Riscossione coattiva – I contribuenti in debito con lo Stato e che si trovano in difficoltá economiche, avranno più tempo per pagare le rate. Non solo. Le rate potranno esere anche variabili. La modifica proposta dai relatori stabilisce che in caso di peggioramento della situazione di difficoltà del contribuente «la dilazione concessa può essere prorogata una sola volta, per un ulteriore periodo e fino a 72 mesi, a condizione che non sia intervenuta decadenza». Il debitore può inoltre chiedere che il piano di rateazione preveda, in luogo della rata costante, rate variabili di importo crescente per ciascun anno. La misura riguarda anche i contribuenti in difficolta prima dell’entrata in vigore della norma, dunque fino al giorno successivo alla pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale della legge di conversione del decreto.

Liquidazione delle imposte – Le tasse potranno essere pagate a rate, anche senza l’obbligo di presentazione di una fidejussione. La proposta di modifica sopprime infatti la norma in vigore, che concede la rateazione del versamento delle imposte solo dietro garanzia. Con l’emendamento dei relatori si stabilisce, inoltre, che il mancato pagamento di una rata «comporta la decadenza della rateazione e l’importo dovuto per imposte, interessi e sanzioni in misura piena, dedotto quanto versato, è iscritto a ruolo». Mentre il tardivo pagamento di una rata (diversa dalla prima), se viene saldato entro la scadenza della rata successiva, comporta l’iscrizione a ruolo, a titolo definitivo, della sanzione «commisurata all’importo della rata versata in ritardo e degli interessi legali. L’iscrizione non viene comuque eseguita se il contribuente si avvale del ravvedimento entro i termini di pagamento della rata successiva.

La bugia al fisco diventa reato – Si attenua la norma sulle manette per chi mente al Fisco. L’emedamento dei relatori prevede l’esclusione dal giro di vite di eventuali errori nelle risposte ai questionari. Le bugie penalmente perseguite saranno solo quelle relative alla trasmissioni di documenti e atti falsi.

Lotta all’evasione – Sulle modalità di comunicazione delle movimentazioni bancarie e finanziarie, secondo quanto prevede l’emendamento dei relatori, interverrà anche il Garante della privacy. Il regolamento che dovrà fissare regole e criteri di comunicazioni sarà concretato tar amminsitrazione finanziaria e garante. Sempre in materia di indaginio finanziaria viene introdotta una norma di semplificazione secondo cui tutte le comun icazioni tra amministrazione e intermediarie viceversa dovranno viaggiare su strade telematiche.

Tracciabilità – Per la riduzione a 1.000 euro del limite all’utilizzo del contante viene prevista una fase transitoria dove eventuali infrazioni commesse dal 6 dicembre scorso (data di entrata in vigore del decreto e il 31 gennaio 2012) non saranno sanzionate. Slitta a fine marzo il termine per al validità dei libretti al portatore intaccati dalla riduzione del limite alla tracciabilità sceso con il Dl salva-Italia da 2.500 a 1.000 euro. Potrebbero arrivare anche prima della fine di marzo 2012 (tre mesi dall’entarta in vigore della legge di conversione del decreto salva-Italia) le regole generali per assicurare una riduzione delle commissioni interbancarie a carico degli esercenti in relazione alle transazioni effettuate mediante carte di pagamento. A scriverle dovranno essere definite non più soltanto dall’Abi e dalle associazioni di categoria, ma come prevede l’emendamento 2.39 dei relatori anche da Poste italiane SpA, il Consorzio Bancomat, le imprese che gestiscono circuiti di pagamento e le associazioni delle imprese rappresentative a livello nazionale.

Ice – Novità anche per il commercio estero. Torna infatti la cabina di regia imprese-banche che dovrà decidere le linee guida che saranno messe in campo della nuova Ice. La cabina di regia, già prevista nella versione della misura preparata dal precedente governo ma poi uscita dalla manovra approvata dal governo Monti il 4 dicembre scorso, sarà costituita dal presidente della Conferenza delle regioni e dai presidenti, rispettivamente, di Confindustria, Unioncamere, Rete Imprese Italia e Abi. Le indicazioni della cabina di regia dovranno essere seguite per adottare la riorganizzare gli uffici, rideterminare le modalità di svolgimento delle attività di promozione fieristica, concentrare le attività di promozione su settori considerati strategici.

Isee – Il maxiemendamento depositato ieri ha cambiato anche i connotati all’Isee. Stabilendo che l’erogazione dei servizi sociali sia parametrata non più solo sul reddito dichiarato ma anche sul patrimonio disponibile e sul numero di figli a carico. Con un occhio di riguardo dal terzogenito in su. Il compito di riscrivere le regole per la determinazione dell’Indicatore della situazione economica equivalente spetterà a decreto non regolamentare del presidente del Consiglio atteso entro il 31 maggio 2012. Tale Dpcm dovrà prevedere che l’Isee sia utilizzato, oltre che per accedere ad alcune prestazioni di Welfare (asili nido, tasse universitarie, assegno di maternità), anche per fruire delle agevolazioni fiscali e assistenziali. Per evitare il paradosso che prestazioni sociali e sconti tributari vadano a beneficio di “finti proveri”, un successivo decreto di Economia e Lavoro rafforzerà i controlli anti-abuso. Fermo restando che da tutta la risistemazione non potranno arrivare nuovi oneri per lo Stato e che ogni risparmio andrà reinvestito in servizi di Welfare.

Costi della politica – Anche gli amministratori delle partecipate dovranno tirare la cinghia. Il maxiemendamento alla manovra depositato ieri impone un tetto alle retribuzioni degli Ad delle 13 Spa gestite dal Tesoro ma non quotate. Affidando a un . a un successivo decreto di via XX Settembre il compito di classificare queste società per fasce sulla base di indicatori sia qualitativi che quantitativi. A ogni gruppo corrisponderà un diverso tetto ai compensi per gli amministratori delegati, aggiornabile ogni tre anni in base all’inflazione e alle mutate condizioni del mercato.Intanto è giallo sul nuovo allentamento alla stretta sulle Province: una prima versione del testo messo a punto dai relatori conteneva un “salvacondotto” fino al 31 marzo 2013 per i sette enti che andranno al voto in primavera, salvo uscirne nelle ore successive. Ma l’impressione è che su questo punto non sia ancora stata scritta la parola fine.

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