Un centinaio di attivisti del movimento No Tav stanno presidiando in via Po, all’angolo di piazza Castello a Torino dove si sta svolgendo un convegno organizzato dal Csm a cui partecipa il capo dello Stato, Giorgio Napolitano. A protezione della piazza è schierato un cordone di polizia. La situazione è tranquilla e i manifestanti, con bandiere e fazzoletti con il treno crociato, sono in piazza per esprimere la loro critica sulla decisione del presidente Napolitano di non ricevere i sindaci della Valsusa contrari all’opera. Il pacifista Turi Vaccaro, è stato bloccato per essere identificato, poco fa, mentre vestito di bianco tentava di oltrepassare il cordone delle forze dell’ordine posto a protezione di Palazzo Madama a Torino dove è in corso il convegno con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
“Non posso aderire a incontri in cui si discutano decisioni come quelle relative alla linea Torino-Lione: decisioni che non mi competono, che sono state via via assunte dalle istanze di governo responsabili e che hanno già formato oggetto, nel corso di parecchi anni, di molte discussioni e mediazioni”. Proprio in coerenza con la natura del mio mandato e del mio ruolo non entro nel merito di contrasti politici. Ma considero mio dovere riaffermare il principio di legalità”. Così il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha motivato il suo rifiuto di incontrare i sindaci della Val di Susa che si oppongono alla Tav. Immediata la replica degli amministratori valsusini: “Mi dispiace che il Capo dello Stato non abbia accolto la nostra richiesta di un incontro: sarebbe stata un’occasione per chiarire” ha affermato Sandro Plano, presidente della Comunità Montana Valle di Susa.
Un segnale così chiaro quello di Napolitano che Massimo Montebove, consigliere nazionale per il Piemonte del Sap, sindacato autonomo di polizia, ne ha subito approfittato. «La visita del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano a Torino non poteva capitare in un momento migliore e le sue parole di oggi rappresentano un chiaro segnale nei confronti di chi continua a protestare violentemente e, a questo punto, anche inutilmente contro un’opera che comunque si farà, perchè si è mediato fin troppo e non esistono ora margini ulteriori di trattativa» ha detto Montebove aggiungendo: «Il Capo dello Stato ha dato uno schiaffo morale non di poco conto a quei sindaci della Val di Susa contigui al movimento No Tav, protagonista di violenze e devastazioni premeditate e organizzate, che volevano incontrarlo per strumentalizzare, evidentemente, la sua visita a Torino». Per l’esponente del Sap, «dopo le parole del capo del governo Mario Monti, la presa di posizione del presidente Napolitano conforta e rassicura tutti coloro che stanno dalla parte della democrazia e della legalità contro chi, minoranza eversiva, vuole imporre le proprie idee con la violenza». Alla faccia del dialogo!
Intanto dopo dieci giorni di mobilitazione permanente neanche ieri la Val di Susa ha riposato. Circa trecento manifestanti e attivisti No Tav hanno invaso entrambe le corsie dell’autostrada A32 Torino-Bardonecchia all’altezza dello svincolo di Chianocco, vicino Bussoleno (Torino). Il traffico rimasto stato bloccato in entrambe le direzioni senza che i manifestanti entrassero in contatto con le forze di occupazione presenti in gran numero sul posto. Dopo circa un’ora, intorno alle 20.30, il blocco è stato tolto e i manifestanti sono tornati in paese.
La nuova iniziativa – che probabilmente si ripeterà in queste o altre forme – è stata decisa dall’assemblea del Movimento No Tav che si è svolta a Bussoleno nel pomeriggio. “La manifestazione durerà anche solo un’ora – era stato detto nell’assemblea – ma ha l’obiettivo di far capire a tutti che il Movimento non rallenta il ritmo della protesta e che può «prendersi l’autostrada quando vuole». Nell’assemblea si è discusso anche dell’ipotesi di uno sciopero generale in val di Susa promosso da tutti i sindacati di base (Usb,Cuba, Cobas) per il 23 marzo. Ma per una decisione definitiva si attende la giornata di oggi.
Gli attivisti No Tav si sono anche dedicati a ripulire una scritta a pennarello che aveva deturpato il monumento ai Caduti di Salbertrand (Torino) nella notte del 27 febbraio, quando le forze di occupazione avevano violentemente sgomberato i manifestanti dall’autostrada A32 Torino-Bardonecchia. «La scritta non è stata decisa dal movimento – si legge in una nota – che, anzi, ribadisce il suo rispetto al monumento ai Caduti, in particolare ai partigiani cui il movimento stesso si ispira». Il movimento, inoltre, chiede scusa agli abitanti del piccolo Comune della Alta Valle di Susa «ai quali i manifestanti, per difendersi, hanno sottratto legna. Tutti verranno risarciti».
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