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Firenze. A un anno dalla strage fascista di piazza Dalmazia

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Firenze Antifascista a fianco della Comunità Senegalese, contro ogni fascismo
Qualche domanda su un’inchiesta chiusa con molta fretta

A Firenze, un anno fa, 13 dicembre del 2011, un fascista pistoiese di nome Casseri, ben conosciuto negli ambienti dell’estrema destra e militante di Casapound, spara contro alcuni lavoratori senegalesi in Piazza Dalmazia ed in San Lorenzo: due di loro muoiono, altri tre, di cui uno ancora in ospedale quasi immobilizzato, rimangono feriti. Il neofascista viene raggiunto in un parcheggio sotterraneo dalla polizia e lì muore (Si spara? Gli sparano?).
L’abitazione fiorentina dove era ospitato Casseri viene perquisita ma è trovata completamente vuota e ripulita da tutto! Basta poco per chiudere le indagini: Casseri ha agito da solo, è un folle razzista, e non parliamone più!
Non bastano le conclusioni di Questura e Procura, non basta la targa del Comune che parla di gesto di un folle razzista, che scagiona tutti dalle proprie responsabilità; secondo noi è stato il gesto organizzato di un neofascista ben introdotto; e ci poniamo alcune domande:
Chi ha completamente ripulito la casa dove abitava Casseri? Che fine ha fatto il suo pc? Quali sono stati gli ultimi contatti del fascista? Che porte aprono le numerose chiavi ritrovate a Casseri? Perché un “folle razzista” era dotato di porto d’armi? Chi è lo psicoterapeuta dove era stato mandato Casseri? Quali sono i veri e forti legami tra la Questura di Pistoia ed i neofascisti di Casapound e Forza Nuova? Come mai la sede di Casapound di Firenze viene chiusa pochissimi giorni prima della strage e riapre alla chetichella qualche mese dopo accanto alla Questura di Via Zara?
A queste domande non sono mai state date risposte dai sempre solerti investigatori, pronti a perseguire decine di antifascisti ma sempre proni nel coprire e proteggere le organizzazioni fasciste.
D’altra parte va sottolineato il clima di odio ed intolleranza che le istituzioni hanno fomentato, e continuano a fomentare, nelle nostre città: bastano poi pochi mesi al Comune di Firenze per riposizionare i cartelloni che evidenziano in un cerchio rosso un gruppo di senegalesi titolandolo ABUSIVI: gli stessi cartelli che erano stati tolti in fretta e furia all’indomani della strage per mascherare le proprie responsabilità. Del resto nemmeno viene concesso il permesso ai familiari del ragazzo ferito gravemente di poter venire in Italia, negando il ricongiungimento, lasciandolo abbandonato in un letto d’ospedale.
E che fine hanno fatto le roboanti dichiarazioni del Governatore Rossi sulle sedi fasciste? Niente, i fascisti continuano ad avere agibilità politica nelle nostre città, a Firenze hanno aperto una sede guarda caso proprio accanto alla Questura.
Ad un anno di distanza da quel tragico 13 dicembre, saremo ancora nelle piazze, nel nostro territorio, per dire che giustizia non è fatta, che queste istituzioni non ci rappresentano, che noi l’antifascismo non lo deleghiamo, noi lo pratichiamo, per dire ancora MAI PIU’ stragi fasciste, MAI PIU’ fascisti e razzisti.

GIOVEDÌ 13 DICEMBRE ALLE ORE 17.00 PRESIDIO CONVOCATO DALLA Comunità Senegalese IN PIAZZA DALMAZIA
A SEGUIRE PARTENZA DEL CORTEO ANTIFASCISTA PER LE VIE DEL QUARTIERE

Firenze Antifascista
CPA Firenze sud, Cantiere Sociale K100fuegos, Rete collettivi steudenteschi fiorentini, Collettivo Politico Scienze Politiche, Brigate Solidarietà Attiva, Comitato Antifascista Antirazzista Toscano

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