Alcune centinaia di persone – circa 500 – hanno sfidato ieri il maltempo e si sono date appuntamento sul porto canale di Cesenatico per manifestare contro la decisione adottata nei giorni scorsi dalla giunta comunale del centro emiliano-romagnolo di riportare in città due busti raffiguranti Benito Mussolini e re Vittorio Emanuele III per esporli in un museo. I busti in questione furono rimossi nel 1945 dall’ingresso dell’allora ospedale Eca di Cesenatico, spostati più volte e finiti poi dal 1990 in un magazzino dell’Asl a Cesena. Nonostante sabato il sindaco Roberto Buda avesse fatto un parziale passo indietro annunciando che per il momento non avrebbe esposto in pubblico i due busti, il corteo di protesta ha espresso comunque il proprio dissenso contro una scelta di fondo contestatissima. Partito dal porto canale di fronte al Municipio, la manifestazione ha raggiunto la vicina piazza Ciceruacchio al grido di ‘siamo tutti antifascisti’. In testa la bandiera dell’Anpi (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia), la bandiera tricolore e uno striscione che recitava “No nazi in my town”. In piazza è intervenuto il presidente provinciale Anpi di Forli’-Cesena, Carlo Sarpieri: ”Siamo contrari – ha detto – ad ogni forma di neofascismo e ci opporremo sempre ad iniziative scellerate come quella di esporre in un museo i busti di Benito Mussolini e Vittorio Emanuele III, non hanno nemmeno valore artistico”. Alla manifestazione hanno aderito esponenti di tutti i partiti di sinistra e centrosinistra e del Movimento 5 Stelle, oltre a numerose realtà sociali e territoriali non solo di Cesenatico. Tra i presenti la presidente dell’associazione parenti delle vittime della strage di Ustica, Daria Bonfietti. Nei giorni scorsi l’attore Ivano Marescotti aveva minacciato di far saltare lo spettacolo previsto per il primo marzo in caso di esposizione dei busti.
Il parziale dietrofront del sindaco di centrodestra Buda delude invece Giacomo Piersanti, il segretario de La Destra promotore del rientro dei busti a Cesenatico: “Non vogliamo che le due opere passino da uno sgabuzzino di Cesena a uno di Cesenatico”, forse una stanza privata del museo comunale Antiquarium, invece dell’auspicata biblioteca che una volta era la Casa del Fascio.
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa