E’ costata cara alla dirigente del Pd del Lazio, Cristiana Alicata, l’uscita di qualche giorno fa sulle primarie vinte da Marino grazie ai voti dei Rom. Sul suo profilo facebook la renziana aveva accusato “Le solite incredibili file di Rom che quando ci sono le primarie si scoprono appassionati di politica”. In poco tempo la notizia si era impossessata di quotidiani e siti, amplificata da accuse – anonime e non circostanziate – secondo le quali qualcuno (chi?) avrebbe pagato i rom (quanti? Centinaia? Migliaia?) per andare a votare Marino alle primarie del centrosinistra di domenica scorsa.
Ieri la Alicata ha informato di essersi dimessa dal partito, ma a chi la accusa di leggerezza o di razzismo ricorda – sempre via social network – che quando Veltroni parlò di cinesi a Napoli nessuno lo accusò di istigare all’odio razziale. Secondo la renziana rimane il fatto che lei, ed altri, abbiano denunciato numeri anomali di votanti in alcuni seggi che riguardavano sia cittadini stranieri sia indigeni.
Intanto le polemiche hanno investito il candidato sindaco di Roma del Movimento 5 stelle, Marcello De Vito. Che riprendendo incautamente le fumose denunce della Alicata, rimbalzate nel frattempo sulla grande stampa, forse pensava di farsi un po’ di propaganda elettorale a buon mercato. Pubblicando sul suo profilo facebook una specie di volantino in cui si accostava la foto di una cittadina Rom che vota alla scritta “10 euro ai rom per votare alle primarie. Che bello i rom alle primarie del Partito Democratico… hanno dichiarato apertamente che hanno avuto 10 euro per il loro voto”. E poi lo slogan: “siamo il primo partito in Italia senza comprare nessuno” con tanto di simboli del movimento di Beppe Grillo.
Insieme a numerosi commenti in linea con il messaggio del candidato sindaco grillino però, ne sono cominciati a comparire altri critici. Finché un’associazione, la ’21 luglio’, ha chiesto esplicitamente a De Vito di rimuovere la sua propaganda falsa e offensiva. Cosa che il candidato ha fatto, non prima però che il ‘volantino’ virtuale fosse stato condiviso da centinaia di suoi fan e captato da numerosi giornalisti. Che hanno cominciato a bombardare gli esponenti e gli addetti stampa del M5S di domande più che legittime: “chi vi ha confessato di aver ricevuto 10 euro per pagare?” “Quanti sono stati i Rom comprati?” Domande alle quali naturalmente i grillini non hanno saputo rispondere, confessando di non saperne granché e di aver ripreso semplicemente la notizia dai giornali. A quel punto De Vito ha tentato di giustificarsi affermando, sul blog di Beppe Grillo: “Le urne non si erano chiuse quando Cristina Alicata, della direzione regionale del Pd Lazio ha lanciato l’allarme per la insolita e massiccia presenza dei nomadi ai seggi per eleggere il candidato sindaco dei Pd, lasciando intendere che qualcuno dei concorrenti alla poltrona del Campidoglio potesse essere ricorso al voto di scambio”.
Incidente chiuso? Non proprio. Viste le dimissioni annunciate dalla Alicata. E viste le prese di posizione dell’Associazione 21 luglio prima e della comunità rom di via Candoni poi. Eh si, perché la donna ritratta nel volantino virtuale grillino mentre vota, accusata neanche tanto implicitamente di aver venduto il suo voto, appartiene alla comunità di Via Candoni, che tra l’altro da sempre vota nelle varie consultazioni elettorali della capitale.
Durissimo il comunicato diffuso dai Rom che annuncia una denuncia nei confronti della dirigente renziana e del candidato sindaco del M5S a Roma:
“La comunità di via Candoni si ribella alle dichiarazioni infamanti a mezzo stampa sulla compravendita di voti e decide di denunciare pubblicamente per diffamazione e istigazione all’odio razziale Cristiana Alicata, dirigente del PD, e Marcello De Vito, Candidato sindaco del Movimento 5 Stelle. Come comunità rom, presente da 13 anni sul territorio del XV Municipio, abbiamo sempre preso parte attivamente alla politica del territorio, come tutti i rappresentanti delle forze politiche, dell’associazionismo e dei movimenti locali possono testimoniare, cosa dimostrata anche dal fatto che in ogni tornata elettorale i futuri candidati hanno organizzato iniziative politiche ed elettorali in questo campo sui temi dell’immigrazione e dell’inclusione sociale. L’ultima visita l’abbiamo ricevuta solo 10 giorni fa dal candidato sindaco alle primarie David Sassoli, che ha mostrato interesse e sensibilità alle problematiche del campo. Questo interesse è sempre stato visto dalla nostra comunità come un segnale positivo peruscire dall’invisibilitàe dalla marginalità in cui siamo relegati spesso e nostro malgrado e come stimolo ad essere parte attiva e propositiva dell’elettorato e non solo e sempre un problema di emergenza sociale.
Non è la prima volta che come comunità ci esprimiamo partecipando al voto, nel 2003 il nostro rappresentante Ion Bambalau ha partecipato alle elezioni come candidato per il consigliere aggiunto. Con l’ingresso della Romania nell’UE abbiamo ottenutoil diritto, sancito dalla Costituzione, di parteciparealle elezioni amministrative. Alle scorse primarie abbiamo partecipato numerosi e ciò non fu allora motivo di scandalo, altrettanto numerosi abbiamo partecipato alle elezioni per il Parlamento Europeo e alle scorse elezioni comunali, considerando questa partecipazione un motivo di orgoglio. Ci siamo battuti in questi anni contro il piano Nomadi di Alemanno a partire dalla Campagna contro le impronte digitali ai minori che hanno coinvolto tutte le forze democratiche del territorio; con altrettanto orgoglio rivendichiamo di essere stata l’unica comunità a non cedere ai ricatti e a rifiutare il fotosegnalamento per mano della Croce Rossa Italiana, tanto da essere convocati persino dall’allora Prefetto Mosca.
Le primarie sono state presentate come un esercizio di democrazia diretta per eleggere rappresentati anche nostri, dopo 5 anni di devastazione, di sgomberi, fotosegnalamenti, campagne xenofobe e affollamento dei campi che li ha resi, se è possibile, luoghi ancora più invivibili e incivili. Le primarie ci sono sembrate un’occasione importante di partecipazione per segnare un cambiamento di linea e per incidere e avere voce in capitolo. Evidentemente ci siamo sbagliati! La campagna partita da una dirigente del PD, immediatamente ripresa dal M5stelle e da tutti i blog della destra e diffuso indegnamente da tutta la stampa è il segnale inquietante di quanto sia radicato nel senso comune il pregiudizio razzista nei confronti delle comunità rom. Già 5 anni fa abbiamo vissuto sulla nostra pelle una campagna elettorale che ha utilizzato i rom come piaga sociale; non ci stupisce che il M5Stelle, che già più volte è uscito pubblicamente con esternazioni ambigue sul voto ai migranti e l’apertura a movimenti apertamente xenofobi come Casa Pound, faccia proprie tali argomentazioni, né che lo faccia la destra. Ci stupisce invece che tali affermazioni siano nate in seno al Partito democratico. Per questo chiediamo una presa di distanza pubblica da parte dei dirigenti del PD e di tutti i partiti della sinistra democratica nei confronti di tale dirigente, che dovrebbe essere destituita dalla sua carica. Come comunità abbiamo inoltre deciso didenunciarealla Procura della Repubblica Cristiana Alicata e Marcello de Vito per diffamazione e istigazione all’odio razziale, e contestualmente di inviare una lettera firmata da tutti coloro che domenica si sono recati regolarmente ai gazebi elettorali (pagando di tasca propria due euro per esprimere la loro preferenza) alla Commissione Europea per i Diritti Umani affinché ciò serva da monito e da deterrente per scoraggiare qualsiasi futura campagna di stigmatizzazione e diffamazione delle comunità rom”.
di Comunità rom di Via Luigi Candoni
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K.
Mah … certo Marino ha stravinto ed è quindi impensabile che l’ “apporto Rom” sia stato determinante, non ci siamo proprio con i numeri …
Ma, al netto di certo oggettivo “razzismo” ( soprattutto quello cavalcato da Alemanno ed in genere dalla destra) va pure detto che non sarebbe la primissima volta che un numero significativo di rom, più o meno allo stesso “prezzo” ed allo stesso modo, interviene in importanti consultazioni romane della sinistra … più o meno come facevano qualche decennio fa ai congressi della Democrazia Cristiana …
Questo a partire dal combattutissimo congresso di Rifondazione del 2008 … dove l’ala che poi lo perse ( e che poco dopo diede vita a Sel ) usò ampiamente questo “strumento” … soprattutto in occasione del congresso del circolo della Garbatella e di Cinecittà e di quelli delle zone limitrofe, le stesse di cui si parla oggi per la forte “presenza Rom” alle primarie per il comune di Roma …
Si narra che anche alla più recenti “primarie” interne a Sel per decidere i candidati alle elezioni politiche, siano avvenute situazioni del genere …
E dato che, pur essendo presente alle primarie anche una candidata di Sel, Gemma Azuni …. è arcinoto che certi “maggiorenti” romani di Sel, quelli che “contano”, appoggiavano invece la candidatura di Marino … questo potrebbe spiegare l’arcano …. e magari Marino e lo stesso apparato del Pd sono pure estranei alla vicenda … ma tanto è ….
Mentre invece buttarla “nobilmente” su razzismo ed antirazzismo mi sembra francamente consolatorio … e soprattutto fuorviante ….
Marco Santopadre
Caro K, molte delle cose che scrivi sono note e condivisibili. Ma proprio sulla base di quello che tu stesso ricordi i suddetti Alicata e De Vito avrebbero, se volevano intervenire sulla questione da personaggi investiti di una responsabilità politica, denunciare il carattere eventualmente pilotato delle primarie, e alla denuncia associare nomi, cognomi, fatti concreti e prove.
Invece è assai più facile dare la colpa ai Rom, cercando di far breccia in un razzismo che è assai più diffuso e trasversale di quanto non si riconosca, piuttosto che a chi li strumentalizza (anche se non è da escludere che anzi i rom in questione abbiano votato Sassoli o chiunque altro degli altri numerosi candidati, oppure Marino ma per convinzione e non in cambio di soldi). O no? Luca Fiore
K.
Mah, tutto può essere …. ma anche certi dubbi, visti i noti precedenti, sono più che legittimi …
C’è poi un caso simile molto specifico a Torbellamonaca … che non riguarda i Rom bensì un numero incredibile di migranti … e che sembra legato più ad una faida locale interna al Pd e riguardante più la scelta del candidato presidente del municipio locale che non la scelta di quello a sindaco …
Ma anche in questo caso, tanto è …
http://roma.repubblica.it/cronaca/2013/04/10/news/la_vera_storia_dei_rom_al_voto_il_caso_dei_seggi_a_tor_bella_monaca_-56314021/
Mic
OK, alcuni rom e/o migranti hanno votato alle primarie. Ma perché proprio loro o solo loro dovrebbero essere stati pagati per farlo? È questo atteggiamento a essere fuorviante: se lo straniero o il rom vota, “dev’essere per forza perché gli hanno dato dei soldi”…