”Mi muove in questo momento il sentimento di non potermi sottrarre a un’assunzione di responsabilità verso la nazione, confidando che vi corrisponda una analoga collettiva assunzione di responsabilità”. La retorica è sempre la stessa, ma anche la sostanza: impedire che un quadro disastrato finisca di collassare sotto una spinta – deviata quanto si vuole – al “cambiamento”.
In pratica Napolitano attende di sapere se i partiti, oltre a votarlo sicuramente, sono poi anche disposti a fare un “governissimo” come da lui proposto fin dall’inizio. Se n’è accorto persino l’acutissimo Vendola: “E in corso la tessitura delle larghe intese. Vince l’ipotesi restauratrice rispetto al cambiamento. Ha vinto Berlusconi”.
Del resto è la prima volta nella storia che un presidente della Repubblica “rischia” di fare il bis. E già questo definisce il punto limite cui è giunta l’impossibilità di trovare una mediazione tra interessi in campo. Paradossalmente, ma non troppo, è proprio la debolezza della risposta “di massa” ad aver lasciato campo libero all’espressione delle divisioni all’interno del potere; un’opposizione forte avrebbe “compattato” il fronte, o almeno costretto a fare valutazioni più serie e meno egoistico-correntizie.
Appare chiaro che si tratta di una scelta-tampone, buona per varare nel tempo più rapido un governo purchessia e poi andare alle urne, anche se Napoitano sarebbe personalmente contrario. Ma questa configurazione parlamentare non può decidere unitariamente nemmeno l’ora in cui prendere il caffè.
p.s. Vale la pena di riportare la frase con cui Napolitano, solo un mese fa (14 marzo 2013), aveva scartato l’ipotesi di rielezione:
“Non mi convinceranno a restare. Mia elezione non è soluzione e sarebbe ai limiti del ridicolo”. Anche gli orlogi torri segnano due volte al giorno l’ora giusta. Quindi anche noi, per una volta, possiamo considerare sensate queste parole. Certo, sarebbe stato il caso che il senso del ridicolo restasse vivo alemno per un altro po’…
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Luciano
Solo un illuso poteva confidare nel cambiamento di rotta dei servi al servizio del capitale multinazionale!Tutta la messa in scena dell’elezione del presidente doveva servire a gettare fumo negli occhi degli sprovveduti e a mettere fuori gioco Grillo;questo era l’intento preciso pianificato al riparo da sguardi indiscreti un giorno dopo lo stallo elettorale;risultato, peraltro, messo in conto in anticipo, a causa della sempre più insopportabile (per le classi dominate),crisi.Potevano i poteri fortissimi lasciarsi sfilare sotto il naso una così ghiotta occasione di assestare il colpo definitivo ai lavoratori e zittire per un lungo periodo ogni rivendicazione di una vita migliore per i ceti subalterni?Quindi riassumendo:il garante della Troika al Quirinale con funzioni semipresidenzialiste e al governo a bastonare salari e pensioni l’uomo della Trilateral e del Bilderberg!TOMMASI DI LAMPEDUSA DOCET!!