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Letta scopre che la riforma Fornero non è abbastanza “flessibile”

Nella riforma del lavoro definita dall’ex ministro Elsa Fornero “ci sono alcuni elementi che vanno bene in una fase espansiva dell’economia, ma che in una fase recessiva hanno creato e stanno creando problemi, come la limitazione dei contratti a termine”.
E’ questa la valutazione del premier Enrico Letta espressa nel corso della conferenza stampa, ieri, al termine dell’incontro con Francois Holland. Letta ha aggiunto che, in una fase come quella attuale, è necessario “un pochino meno di rigidita’”.
Le parole di Letta sono assolutamente identiche a quell pronunicate ieri dal nuovo ministro del lavoro, Enrico Giovannini.
Come vanno interpretate? Non è per nulla difficile: le nuove regole del mercato del lavoro non sono abbastanza “flessibili” per le esigenze delle imprese in difficoltà. Quindi, per esempio, bisogna “liberalizzare” di più l’uso dei contratti a termine.
Com’è noto, attualmente si può esser tenuti in questa condizione per 36 mesi, dopo di che dovrebbe scattare l’assunzione in pianta stabile. Per evitare questa eventualità, molte imprese fanno scadere i contratti a tempo determinato – magari per 15 giorni o un mese – per poi “riassumere” con lo stesso contratto gli stessi lavoratori. In questo modo il limite dei tre anni veniva aggirato. La “riforma Fornero” – micidiale su molti altri punti – limitava un po’ queste pratiche, considerando che il rinnovo dei contratti entro un certo lasso di tempo prefigurasse comune una “continuità” di rapporto contrattuale. sarebbe questa la “rigidità eccessiva” individuata dai new comers di palazzo Chigi.
Giovannini – per esser ancora più chiaro – aveva giudicato “un segnale importante” il primo maggio unitario di Cgil, Cisl e Uil, anche alla luce dell’invito alla partecipazione rivolto agli industriali (a Bologna e Treviso).
La “complicità preventiva” dei sindacati di regime, in effetti, è quanto serve a questo governo immondo per poter provarea muovere i primi passi senza dover affrontare un livello di conflitto sociale ingestibile.

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1 Commento


  • mammapito pitolino

    La vera riforma è di fare andare chi ha già da 38 anni in su , e iniziare ad assumere i giovani disoccupati, con il costo di un “vecchio” si assumono almeno 2 giovani! Iniziamo così, e vedrete che si rimette in moto tutto !

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