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“La mia Roma grillina”. Intervista a Marcello De Vito

Da MicroMega dell’8 maggio 2013 (http://temi.repubblica.it/micromega-online/merito-e-trasparenza-la-mia-roma-grillina-intervista-a-marcello-de-vito/)

“Decoro urbano, stop al consumo del suolo, lotta agli sprechi e all’abusivismo: voglio rendere Roma un vero laboratorio sul modello delle grandi città europee. E’ finita l’era di Parentopoli, spazio a merito e trasparenza”. Marcello De Vito, avvocato amministrativo, è il candidato del M5S al Campidoglio. Con orgoglio si dice neofita della politica ricordando i danni commessi dai cosiddetti professionisti del Palazzo. Secondo i sondaggi al momento sembra lontano dal ballottaggio: “Ci arriverò, alle nazionali ci davano al 14 per cento poi abbiamo fatto il boom”.

Oggi in Europa le città rappresentano il principale laboratorio del cambiamento e il più efficace agente regolatore delle dinamiche globali, a patto di sapersi trasformare in un soggetto politico capace di iniziativa finalizzata a innestare sviluppo endogeno. Dunque, in grado di elaborare e condividere su scala urbana un discorso riguardo allo specifico urbano che si intende orientare al futuro. Le si chiede: quali sono le mosse che intende compiere per far diventare Roma attore significativo del proprio destino?
Veniamo da quarant’anni di scelte sbagliate sui trasporti. In Europa il 60-70 per cento si sposta su trasporto pubblico locale, noi siamo al 20. Dobbiamo rivoluzionare e far diventare Roma una città europea: trasformare la mobilità a 360 gradi, pedonalizzare il centro storico (siamo al 62esimo posto in Italia come isole pedonali), ripubblicizzare l’Acea e gli altri servizi locali, ridisegnare il modello della metropoli riqualificando le periferie e creando un “centro storico” in ogni quartiere con spazi di socialità, biblioteche e wi-fi. Poi è fondamentale incentivare il turismo e puntare su trasparenza e decoro urbano. Alemanno con la legge 37 del 2009 ci ha fatto diventare Cartellopoli.

Parliamo della pianificazione strategica del territorio…
Obiettivo è rafforzare le metropolitane sia quelle sotterranee che quelle in superficie, vorrei ad esempio trasformare il treno Roma-Ostia in una metro leggera. Sulle vie consolari negli orari più trafficati, renderemo il servizio pubblico gratuito tagliando i costi e gli sprechi dell’Atac e rendendo più veloci i mezzi. E’ comprovato infatti che mentre i nostri vanno ad una velocità media di 10 km/h nel resto d’Europa toccano i 20. Dobbiamo rendere la città a misura d’uomo rafforzando anche il bike sharing e introducendo le zone 30 per la viabilità.

Nelle priorità del vostro programma c’è la lotta all’abusivismo, individua nei venditori ambulanti un serio problema per Roma?
Ha presente quelli che vendono l’ombrello per strada alle prime gocce di pioggia? Sottraggono il 30 per cento di fatturato ai commercianti. Le strade del centro sono piene di bancarelle abusive che vanno tolte. Dall’altro lato dobbiamo limitare lo strapotere dei centri commerciali che stando aperti la domenica fanno concorrenza sleale. Teniamo a cuore gli interessi dei negozianti e al decoro urbano.

Ma come ipotizza gli sgomberi delle bancarelle? Dando più poteri alle forze dell’ordine?
Certamente, ci vuole più presenza degli agenti sul territorio. La polizia municipale, ad esempio, è sottodimensionata – ci vorrebbero 8500 unità e invece sono 6500 – e senza l’adeguata strumentazione.

E’ favorevole all’utilizzo della pistola per i vigili urbani? 
Dovrebbe essere tema di discussione con la categoria, se loro lo ritenessero idoneo perché no. Si potrebbe anche ipotizzare un referendum cittadino, per noi la consultazione della popolazione – tramite anche sondaggi on-line – è tema centrale di partecipazione.

Alemanno cinque anni fa ha vinto le elezioni con una campagna securitaria. Ancora oggi rivendica i risultati ottenuti in tal senso. Cosa ne pensa? 
Sulla sicurezza Alemanno ha fallito: nel 2011 il numero di omicidi è più alto, i dati che pubblicizza sono la diminuzione del 14 per cento delle denunce. Non dei reati. Una sconfitta, questa, per la popolazione. Anche sui rom fa solo propaganda elettorale: gli sgomberi non sono stati – come dice – più di mille, ma la metà e hanno avuto un costo di ben 7 milioni l’anno. Tra l’altro senza risolvere il problema perché i rom semplicemente si trasferivano da una baraccopoli all’altra sempre dentro il perimetro di Roma. La politica della ghettizzazione non funziona, per i rom bisogna tentare la strada del reinserimento.

Il mandato di Veltroni è terminato con l’approvazione di un piano regolatore molto contestato da ambientalisti e urbanisti. Così Alemanno ha provato all’ultimo istante del suo mandato a far passare delle delibere che favorissero la cementificazione della città. Per lei la Capitale ha bisogno di nuova espansione urbanistica? Non è necessario lavorare sul recupero del patrimonio dismesso prima di nuove cementificazioni? 
Le precedenti giunte hanno legiferato in questi anni a vantaggio dei costruttori e non dei cittadini. Noi del M5S siamo persone libere e contrasteremo “palazzinari” e poteri forti. Roma non ha bisogno di altro consumo di suolo o cemento ma deve riqualificare il patrimonio dismesso. Abbiamo l’enorme problema dell’emergenza abitativa e 190mila case inutilizzate, utilizziamo quelle. Costruire ancora è inutile.

La Roma alemanniana è stata cupa e “nera” dal punto di vista culturale. Come pensa di rilanciare in maniera libera ed includente la cultura nella città? 
Sono tanti i modi per rilanciarla: la pedonalizzazione, il miglioramento del decoro urbano, l’entrata gratis nei musei per tutti i giovani…

In città ci sono anche molte esperienze di cultura indipendente che rappresentano spunti innovativi, come l’ex Cinema Palazzo a San Lorenzo o il Teatro Valle. Luoghi occupati, sottratti alla speculazione e riaperti per la cittadinanza. Cosa ne pensa di queste realtà?
Ci può essere sicuramente un dialogo ma noi siamo per la trasparenza quindi faremo dei bandi pubblici e affideremo il posto a chi presenta la proposta più credibile.

Vuole sgomberare il Valle?
Difendiamo la legalità.

Diventa sindaco, qual è il primo provvedimento che compie?
Trasparenza nel bilancio. Pubblicheremo tutto: gli appalti, la procedura semplificata e gli atti della gara. Dal bando al collaudo. Poi rivedremo i contratti scellerati fatti dalle giunte precedenti e qual è la realtà del debito: agiremo subito sui tagli degli sprechi. E abbasseremo i compensi (alcuni da 15 milioni l’anno) ai top manager delle varie società comunali in base al rapporto 1:12 tra lo stipendio minimo e quello massimo. E’ finita con noi l’era delle consulenze d’oro e delle Parentopoli. Apriremo al merito.

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