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Bologna. Battibecchi tra Merola e Vendola sul referendum

“Se qualcuno vuol fare una nuova sinistra, se la faccia. Ma non prenda come laboratorio Bologna per le proprie sperimentazioni inutili. Non permetto che questa città faccia da cavia agli esperimenti di persone che molto spesso non sono riusciti ad entrare in parlamento con le proprie proposte politiche”. Pungenti le risposte che Merola ha dato a Radio Tau contro il leader di Sel Vendola sulla sua ingerenza sulla questione del Referendum. 

In piena crisi del PD il sindaco Bolognese chiaramente annuncia che se il congresso andrà male, e se non si metterà in chiaro quindi la vera natura del PD, lui seguirà l’esempio di Prodi uscendo dal Partito. È proprio il caso di dirlo: nessuna contaminazione di sinistra deve mischiarsi con il progetto del Partito Democratico, che si candida ad essere il vero esecutore delle politiche europee in Italia.

D’altronde Vendola non è certo l’esempio massimo di coerenza, dal momento che nella sua Regione non si mette nemmeno in discussione il finanziamento pubblico ai privati. Una settimana fa a Servizio Pubblico Vendola aveva fatto un duro commento sul dibattito che da mesi anima la politica bolognese. Ormai diventato un caso nazionale, il leader di Sel pensava forse di poter ancora fare l’ “uomo di sinistra-ma- amico del PD” e invece il sindaco bolognese l’ha subito bacchettato “Vendola sia coerente e faccia in casa sua quello che chiede di fare a Bologna, visto che la regione Puglia prevede i finanziamenti alle scuole paritarie private”. Offeso Vendola chiede a Merola di scusarsi, ma questo rilancia come un fiume in piena minacciando il Partito le sue dimissioni se al congresso non si farà pulizia e se non si ritornerà all’ “autentico progetto del PD”.

Il dente avvelenato di Merola contro Vendola riflette non solo la crisi interna alla maggioranza di questo Paese (e di Bologna), ma anche e soprattutto la connivenza del sindaco con i poteri della Chiesa e della destra bolognese che preferisce così corteggiare per vincere questo referendum. “Servizio pubblico in tutta Europa non è statalismo – avverte il sindaco – ma che idea di sinistra è quella che in nome di un principio astratto divide la gente, introduce rancore e un’idea di servizio pubblico che non c’è neanche più a Cuba?”. E ancora: “Una comunità è fatta di idee diverse, e una sinistra che pensa che le idee diverse non vanno bene mi preoccupa, non è la mia sinistra”. Parole sconnesse quelle di Merola, banali e scontate, ma il sindaco, ormai stanco esausto di tutti gli attacchi che da tutti i fronti arrivano sulla questione del referendum, non vuole nessuno tra i piedi nella sua città a gestire la questione, mentre ormai questo milione di euro che il Comune vorrebbe dare alle materne private, è già diventato un caso nazionale

“Penso che la cosa riguardi soprattutto i bolognesi e che sia già stata troppo strumentalizzata a fini politici” ma intanto Matteo Renzi sarà a Bologna alla vigilia del voto.

I cattolici mettono in campo Bagnasco, presidente della Cei, mentre a sostenere il fronte della A, Stefano Rodotà, presidente onorario del Comitato, e molti intellettuali, tra cui Michele Serra, Margherita Hack, Corrado Augias, Riccardo Scamarcio, Philippe Daverio, Isabella Ferrari, Valeria Golino.

Vedremo nei prossimi giorni, se questo fuoco tra Merola e Vendola è destinato ad esaurirsi o a divampare per il Paese.

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