Da un parlamentare, se non altro per finta, ci si aspetterebbe un briciolo di compostezza, senso delle istituzioni, aplomb. Anche quando deve sostenre una stronzata perché il suo partito, da quella stronzata, ci guadagna. Invece il senatore Esposito mostra un’esuberante sprezzo del ridicolo vestendo – via Twitter, sia chiaro – i panni del “combattente” a mani nude in difesa della Tav.
Non manca neppure il supporto della lobby di sostegno – il quotidiano Repubblica – che si esibisce in un numero che, giornalisticamente, si suole definire con eleganza “pompino”.
Spiace, detto fra noi, che Paolo Griseri – penna storica de “il manifesto” poi approdato alla corte di Scalfari, senza peraltro dismettere i panni critici nei confronti della Fiat – si sia prestato a un’operazione talmente volgare.
Leggere per credere….
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Il racconto (con prove) di NoTav.info
Dalla serata Bussoleno viveva un’aria strana, molti mezzi delle forze dell’ordine in circolazione e da subito in paese è scattata la vigililanza per capire cosa stesse per succedere. Basta poco, e appena passata l’ora di cenale forze dell’ordine si concentrano al dopolavoro ferroviario, in via Traforo, e ci giunge la notizia di una riunione del Pd alla quale presenzia il senatore Esposito.
Sono incalcolabili le provocazioni di Espochi? nei confronti del movimento notav e di alcuni militanti in particolare, e potete leggerli, a parte sui media che riportano le “dichiarazioni†(che spesso sono diffamazioni ) del prode Stefano, sui social network dove il senatore si lancia in insulti e promesse di “calci in culo†ad alcuni suoi incubi ricorrenti come Lele Rizzo, al quale era stata lanciada la sfida e decretata la punizione dal ragazzo di strada, come ama definirsi il nostro. Lancia anche spesso classifiche e gerarchie del movimento insieme al prode Giornalista de La Stampa con numeri 1, numeri 3 ecc.. ecc
Detto questo il paese si mobilita e i comitati che si stavano riunendo per il coordinamento a Villarfioccardo decidono di rinviare la riunione e spostarsi a Bussoleno. Arrivati in un luogo che frequentiamo solitamente ci viene impedito l’ingresso, blindati dei carabinieri appostati dietro al salone e agenti schierati a sbarrare il cancello a chi normmalmente va al bar al dopolavoro.
Ecco che ancora una volta si manifesta il dialogo del Pd e in pochi minuti siamo oltre un centinaio a questo punto a stringere d’assedio la sala, bloccando l’ingresso dall’esterno e man mano via Traforo.
Scene purtroppo solite in Val di Susa. Passa un’ ora e prese le misure del posto, il cancello magicamente si chiude e un lucchetto tenta di serrare definitivamente l’uscita degli indicibili. Ne nasce un parapiglia con le guardie del cancello a manganellare in mezzo alle sbarre ed i notav come sempre a resistere.
Poco prima il piazzale e il dopolavoro rimanevano al buio, perchè sappiamo essere efficaci in ogni situazione!
Il cancello si sblocca, sopraggiungono altri carabinieri in assetto antisommossa e ne nasce un fronteggiamento in mezzo alla strada. Tutto questo per permettere ad un (mini) grillo sparlante di vantarsi nei prossimi giorni su facebook di essere venuto in Val di Susa.
Aspettiamo l’uscita in questa situazione, che si concretizza come al solito: Esposito, il ragazzo di strada, esce accucciato in una vettura della digos sotto i cori di disprezzo dei notav.
Ancora una volta la Valsusa respinge le provocazioni e dimostra che i territori sono di chi li vive e non di chi ci campa sopra! (nelle foto il successo della riunione con il senatore…)
Certo, però domani dirà che i poliziotti sono accorsi solo per tenerlo altrimenti avrebbe fatto una strage. cit E’ tutta colpa dei NO-TAV
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La velina (senza né presenza né prove) di Repubblica
Valsusa, assedio dei centri sociali alla riunione del Pd con Esposito
L’esponente del Pd era a Bussoleno per una riunione degli iscritti del partito in valle. All’estesrno si sono subito radunati una cinquantina di esponenti dei centri sociali torinesi e alcuni valligiani No Tav
di PAOLO GRISERI e MEO PONTE
scritti al Pd sequestrati per due ore all’interno della sede del dopolavoro di Bussoleno dove era stata indetta la riunione degli iscritti al partito nella val di Susa. All’esterno una cinquantina di esponenti dei centri sociali torinesi e qualche valligiano. Scopo dell’assedio, impedire ai partecipanti di uscire incolumi perché colpevoli di essersi espressi a favore della Tav. Alcuni esponenti dei centri sociali, dall’esterno, hanno sfidato via twitter, il senatore Stefano Esposito a uscire “se hai il coraggio”. Intorno alle 23 è uscito dalla salta il presidente della Comunità montana, Sandro Plano, che ha tentato di convincere i militanti dei centri sociali ad andarsene. Plano, che pure recentemente ha minimizzato la portata degli assalti notturni al cantiere di Chiomonte, è stato fischiato e insultato. Alle 23,30 gli esponenti dei centri sociali hanno fatto saltare la corrente all’interno della sala bloccando anche il cancello automatico dell’ingresso. All’interno del Dopolavoro la riunione si è svolta con l’illuminazione di emergenza. Le forze dell’ordine sono intervenute per ripristinare il collegamento elettrico allontanando i più esagitati tra i dimostranti. Insulti e minacce anche al titolare del bar del Dopolavoro che è uscito a gridare: “Io devo lavorare. Non sono figlio di papà come voi”. Intorno all’una di notte Esposito e gli altri iscritti al Pd (tra i quali il parlamentare Stefano Lepri e il sindaco di Sant’Antonino Antonio Ferrentino) hanno potuto uscire protetti da due cordoni
di polizia. Il sindaco di Bussoleno, Anna Allasio, erroneamente indicata in un primo temnpo tra i partecipaneti all’incontro, ha voluto precisare di essere “rimasta a casa perchè io non sono d’accordo con la linea del partito e con la presenza di quel signore lì alla riunione del partito”. A quale signore di riferisce? “Al senatore Esposito”, risponde il sindaco.
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La sala di Bussoleno, “piena” di militanti Pd…. o di poliziotti delle scorte.
E il “consenso popolare” schierato fuori….
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