E’ arrivata, come molti si aspettavano, la presa di posizione di Romano Prodi sul referendum sul finanziamento alle scuole private di Bologna: ovviamente la sua scelta è per l’opzione “B” quella di mantenere il milione e passa di euro per le scuole cattoliche, ed infatti non è una vera e propria gran notizia visto il sostegno di Prodi per la “sussidiarietà” e le privatizzazioni in genere.
La notizia è che nel dare questo appoggio traspare il dentino avvelenato con il PD, memore delle ultime vicende presidenziali ma soprattutto dello stato di confusione e frantumazione del centro sinistra: scrive nel suo blog “il referendum si doveva evitare” e ammette che il problema concreto e materiale esiste veramente (come invece nega il Sindaco Merola e la sua giunta) scrivendo “non tutti coloro che vogliono mandare i figli alle scuole statali e comunali possono farlo”.
Ma non basta e aggiunge “Vorrei inoltre concludere chiedendomi perché argomenti che potrebbero essere risolti in condivisione e serenità debbano sempre finire in rissa.” che non pare affatto rivolto ai promotori del referendum ma all’incapacità dell’attuale gruppo dirigente PD di mantenere nella città la necessaria coesione politica della propria area vasta e in particolare alla gestione rissosa e scomposta dello stesso Sindaco Merola.
Insomma, un intervento da “padre nobile” che può servire per richiamare al proprio dovere verso l’appoggio al partito in questa vicenda gli “scontenti” del PD, che bacchetta i figliastri, gli tira le orecchie per fargli guardare una realtà che fa cortocircuito con le esigenze di cogestione e di tenuta del consenso. Servirà? Speriamo di no.
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