Il Cavaliere – pare ispirato da Giuliano Ferrara – consegna oggi in tarda mattinata il suo videomessaggio con l’autodifesa. La scelta del giorno non è evidentemente casuale, è la vigilia del giorno in cui la Giunta per le Elezioni, come sembra ormai scontato, voterà contro la relazione del senatore Augello (relatore del Pdl) avviando di fatto il percorso verso la decadenza di Berlusconi da senatore della Repubblica.
Dalle indiscrezioni che circolano sembra però che Berlusconi, il giorno dopo il voto della Giunta, farà un secondo discorso politico nel quale oltre che a difendersi e accusare i suoi “persecutori” – magistrati e il Pd riconfermerà il suo “senso di responsabilità verso il Paese” con l’appoggio al governo Letta. Non si sa se Berlusconi lo annuncerà in tivù o se terrà ancora coperte le sue carte. Sul piano giudiziario invece le decisioni sarebbero già state prese: Berlusconi sceglierà di scontare la pena ai servizi sociali, non chiederà la grazia in attesa della sentenza di appello del processo Ruby. Dietro questa mossa ci sono i consigli dei suoi avvocati. Infatti se Berlusconi ottenesse oggi la grazia da Napolitano ma poi fosse condannato per il processo Ruby, non potrebbe più giovarsi dell’indulto, mentre il percorso di affidamento ai servizi sociali si realizzasse senza problemi, lo sconto di pena si applicherebbe in caso di altra eventuale condanna.
Berlusconi ribadirà comunque che resterà in campo e non mollerà sulla sua presenza in politica. L’ex premier non sembra dunque intenzionato a staccare la spina. Ma deve fare i conti con la realtà, anche all’interno dei suoi. Ad esempio il sottosegretario all’Agricoltura, Giuseppe Castiglione (Pdl), nella trasmissione Piazza Pulita ha confessato che c’è un gruppo “di senatori a me più vicini”, tra i quali “Gibbino, Torrisi e Pagano”, pronti a non seguire Berlusconi in caso apra la crisi, che sarebbero diversi quelli che la pensano come lui, e altrettanti quelli che non condividono l’affidamento di Forza Italia nelle mani dei falchi e vogliono che Alfano resti segretario del partito. Insomma Berlusconi vuole cadere ma con l’onore delle armi e non senza aver tentato fino all’ultimo di mantenere lo straordinario privilegio di poter godere dei vantaggi sia della ricchezza economica che del potere politico. Dieci anni fa ci sarebbe riuscito. In un paese ormai commissariato dalla Trojka è improbabile che possa riuscire. Le priorità e le caratteristiche della classe dominante oggi in ascesa non collima più con quelle del Caimano.
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