Quali problemi pongono i ripetuti tentativi da parte dei neofascisti di occupare gli spazi politici e sociali storicamente occupati dalla sinistra? Dalle manifestazioni antimperialiste alle proteste contro le misure di austerity imposte dall’Unione Europea, dalla memoria storica internazionalista alle rivolte di lavoratori e giovani, sempre più spesso i gruppi fascisti – direttamente e indirettamente – stanno cercando di penetrare nelle pieghe del conflitto sociale in corso per diventare parte di un nuovo senso comune e una nuova identità che mette in soffitta la storia e l’antagonismo delle opzioni tra destra e sinistra, tra fascisti e antifascisti. Impedire che ci riescano diventa ancora più necessario in una fase di acuta crisi sociale e morale del paese. Se ne parlerà sabato prossimo ad Arezzo in un convegno organizzato dal Caat (Comitato antifascista e antirazzista toscano), dall’Anpi, dalla ong “Un Ponte per”, dal Coordinamento nazionale per la Jugoslavia e dalla redazione di Contropiano.
Le quattro organizzazioni promotrici hanno trovato un punto di convergenza sulla base dell’esperienza diretta accumulata nei propri settori di intervento e hanno deciso di portare allo scoperto una battaglia politica, culturale ed ideologica sull’antifascismo oggi più decisiva che ieri.
In questi mesi i gruppi neofascisti hanno cercato di egemonizzare le mobilitazioni contro l’aggressione alla Siria trovando meno resistenze che in passato. Anni fa ci provarono ripetutamente con la solidarietà con la Palestina scontrandosi però con identità politiche della sinistra più solide. In queste settimane e nelle prossime stanno cercando apertamente di infiltrarsi, strumentalizzare ma anche promuovere mobilitazioni di carattere sociale, contro i diktat di Bruxelles e per l’uscita dall’euro in nome del recupero della sovranità nazionale. E’ il caso del prossimo “sciopero” dell’Immacolata del 9 dicembre e sul quale riferiamo ampiamente in altri articoli su questo giornale.
Il problema non è solo l’infiltrazione o l’intervento diretto della organizzazioni neofasciste come Forza Nuova o Casa Pound, ma è anche il moltiplicarsi di sigle, reti, pubblicazioni dell’area “rosso bruna” che sta cercando di trarre il massimo vantaggio dalla smobilitazione ideologica e dall’abbassamento delle difese immunitarie che hanno travolto la sinistra polverosa nel nostro paese. Può sembrare ingeneroso il giudizio di “polverosa”, ma chiunque abbia mantenuto in questi anni una pratica antifascista militante non può che ammettere la straordinaria inefficacia sui giovani dell’antifascismo liturgico e costituzionale. Non perché la memoria degli orrori del ventennio fascista vada rimossa – al contrario – ma perchè non è più sufficiente né adeguata storicamente a spiegare ad un ragazzo nel 2013 il perché l’antifascismo debba rimanere un sano antidoto contro il rischio che la “rivelazione” (come la definì Gobetti) della società profonda italiana si ripresenti oggi nel nostro paese e in Europa. Non solo. Si presenta anche il rischio di un antifascismo strumentale, spesso utilizzato per legittimare ideologie come il sionismo o il colonialismo israeliano, attraverso una sorta di monopolio della memoria e sofferenza storica sul periodo della dominazione nazifascista in Europa.
La competizione politica tra le opzioni antagoniste di una sinistra di classe e i gruppi neofascisti oggi si gioca direttamente e frontalmente sul terreno sociale, sul terreno delle soluzioni alla crisi e ai diktat dell’Unione Europea e sul segno progressista e di classe o reazionario e xenofobo delle alternative in campo. L’antifascismo del XXI Secolo è assai più che negli anni passati uno scontro diretto tra opzioni contrapposte nella società e nelle contraddizioni sociali nei settori popolari.
Il convegno di Arezzo intende provarci e dopo le relazioni di Laura Vichi, Alessandro Di Meo, Andrea Martocchia, Sergio Cararo si saranno gli interventi di storici e ricercatori impegnati da sempre sul terreno dell’antifascismo come Claudia Cernigoi, Davide Conti, Fabio De Leonardis o storici attivisti internazionalisti come Enzo Brandi e Marco Santopadre. E’ previsto anche il saluto iniziale dell’Anpi. L’appuntamento è per sabato 7 dicembre alla Camera del Lavoro di Arezzo dalle 11 alle 18.00.
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