Il governo si è convinto che ormai Mastrapasqua, recordman nell’occupazione contemporanea di poltrone dirigenziali, sia “bruciato” e non possa più essere difeso. I tam tam mediatico irridente sulla “pluralità” delle sue terga non lascia presumere che la tempesta intorno al suo nome si possa placare, prima o poi. Copre la poltrona di presidente dell’Inps dal luglio 2008, paracadutato lì direttamente da Berlusconi.
Ma Letta & co. – forse per non scontentare chi l’aveva messo sulla poltrona più trestigiosa e importante, l’Inps (con il compito di demolire l’istituto) – non ha scelto la via maestra di un vero governo: la rimozione immediata, e altrettanto rapida sostituzione.
Con bizantinismo tutto democristiano Letta ha tirato fuori l’idea di una legge – che naturalmente dovrà passare le forche caudine del Parlamento, dove centinaia di “Mastrapasqua like” proveranno a modificare le norme. Non per salvare l’insalvabile multipresidente, ma pensando a se stessi o ai propri coequipier.
Il Governo ha deciso di varare un Ddl con procedura d’urgenza perché «l’incarico di presidente di un Ente pubblico nazionale, come l’Inps, deve essere in esclusiva». Lo ha riferito il premier, Enrico Letta, al termine del Cdm. In questo modo si colma «un buco normativo a nostro avviso clamoroso» sulle incompatibilità per gli enti pubblici nazionali e i conflitti d’interesse. L’iniziativa del Governo giunge dopo lo scoppio del caso Mastrapasqua, l’attuale numero uno dell’Inps che conta anche numerosi altri incarichi in altri enti e società.
Per il governo, dunque, l’incarico di presiedere un ente pubblico nazionale «deve essere fatto in esclusiva e non in regime di conflitto di interesse». L’incompatibilità è del resto abituale per tutte le più importanti cariche dello Stato, mentre «non c’é alcun regime per cariche di rilevanza fondamentale come quella degli enti pubblici nazionali, come l’Inps».
«C’è insomma un buco normativo assolutamente clamoroso che va coperto, non é possibile questa situazione nel nostro paese. Tutto questo ha reso possibile quanto è accaduto».Persino giusto, ma niente impediva di cacciare intanto Mastrapasqua e contemporaneamente avviare un iter legislativo che si preannuncia al solito abbatstanza lungo e soprattutto tormentato.
«Lo dico a chi chiede commissariamenti: una nomina per legge può essere cambiata o per legge o per dimissioni. Abbiamo quindi iniziato un percorso sulla nuova governance dell’istituto. Ci eravamo dati come termine fine marzo, a questo punto accelereremo in modo tale che si copra il vuoto normativo che c’é oggi riguardo alla fusione Inps Inpdap. Il ministro Giovannini farà quindi una consultazione con le organizzazioni sindacali e le forze sociali, a brevissimo». Nel frattempo il mutipresidente potrà sedere con agio al piano più elevato dell’Inps.
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