Il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, ha ricevuto le dimissioni di Antonio Mastrapasqua dall’incarico di Presidente dell’INPS. Giovannini, comunica il ministero, ha ricevuto questa mattina Antonio Mastrapasqua, “il quale, anche alla luce delle decisioni assunte ieri dal Consiglio dei Ministri, ha manifestato la sua volontà di rassegnare le dimissioni dall’incarico di Presidente dell’Inps”.
Bene, direbbe un ottimista. Che c’è di meglio che vedere un recordman nell’occupazione di poltrone, beccato in flagrante conflitto di interessi, sotto indagine della magistratura e della Guardia di Finanza, rassegnare le dimissioni? Di meglio ci sarebbe molto, per esempio un sostituto capace di rappresentare una linea diversa dallo smantellamento della previdenza sociale. Ma naturalmente il governo della Troika non pensa mica a una cosa del genere!
Per Letta, “questa scelta credo sia saggia e giusta, e ha colto l’iniziativa” presa ieri dal governo e “la norma decisa ieri” perché “non si possono assumere incarichi così rilevanti senza esclusività”. E quindi, nel moneto della difficltà, accarennza il reprobo invece di dannarlo: “Voglio dare atto del suo lavoro in questi anni, fatto in modo corretto”, ricordando passaggi importanti quali l’unificazione tra Inpdap e Inps. “Corretto”? Ma come, ormai lo inseguono i magistarti… Letta, cambia pusher. O addetto stampa…
Il Governo, ricorda la nota, ha deciso di accelerare il processo di ridisegno della governance dell’Inps e dell’Inail e ha approvato un disegno di legge per disciplinare l’incompatibilità per tutte le posizioni di vertice degli enti pubblici nazionali, prevedendo, per quelli di particolare rilevanza, un regime di esclusività volta a prevenire situazioni di conflitto d’interesse.
“Il Ministro, nell’esprimere, anche a nome del Governo, apprezzamento per la sensibilità dimostrata dal Dott. Mastrapasqua, – conclude la nota – lo ringrazia per il lavoro svolto in questi anni per il rinnovamento dell’Inps e il complesso processo di riorganizzazione dell’Ente derivante dall’incorporazione dell’Inpdap e dell’Enpals”.
Insomma: si benedice colui che esce nell’ignominia e si ceraca un “valido sostituto”. Viene fatto il nome di Tiziano Treu, l’uomo che ha legato per sempre il suo nome alla legalizzazione della precarietà (nel ’97, governo Prodi, era ministro “contro il lavoro”).
Della serie: chissenefrega che su una poltrona ci sta Tizio o Caio… Guardate a quale politica deve applicare! E preparatevi a lottare meglio.
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