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I vescovi non gradiscono le alternative all’ora di religione

Uno strano articolo dell’Avvenire, quotidiano dei vescovi italiani, cita “stranezze” e “confusioni” intorno all’ora di religione. Lo fa partendo da una dichiarazione assolutamente anodina di Nicola Incampo, respon­sabile dell’area Irc del sito cultura­cattolica. it, che contesta un passag­gio dell’allegato tecnico alla circola­re 28 del 10 gennaio emessa dal Miur. Leggiamola, e ci sarà impossibile capire di che parla: «Apochi giorni dall’avvio delle iscrizioni per il nuovo anno scolastico, ancora non c’è chiarezza sull’Inse­gnamento della religione cattolica. Il Miur intervenga al più presto per evitare ulteriore confusione, con i­nevitabili ricadute negative sugli stu­denti e le loro famiglie».

QUalcuno ha per caso cancellato quell’ora dal “palinsesto” scolastico? La religione sta per fare la fine dell’ora di Storia dell’arte (una genialata assoluta, in un paese a fortissima vocazione turistico-culturale)?

No. Figuriamoci se un governo democristiano e reazionario come questo possa aver avuto un’idea simile. Semplicemente l’”allegato tecnico” alla circolare inseri­sce, tra i “contenuti del modulo d’i­scrizione”, sia il modello per la scel­ta dell’Insegnamento della religio­ne cattolica, sia quello per le attività alternative. In questo modo, contesta Incampo, si mette sullo stesso piano la facoltà di avvalersi dell’Irc e la scel­ta delle attività alternative, «che la norma pone su piani diversi». Insomma: le famiglie potrebbero rischiare di capire che l’ora di religione si può anche non fare…

Sia mai detto! L’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti capisce perfettamente l’intervento vescovile e spiega:

Per il quotidiano dei vescovi le alternative all’ora di religione non devono comparire nella circolare ministeriale sulle iscrizioni al nuovo anno scolastico. La ragione? Perché altrimenti intere classi potrebbero scegliere l’ora alternativa, lo studio individuale/assistito o l’uscita dalla scuola. Che sono diritti costituzionali.

 

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