Ieri 3 aprile 2014 a San Giovanni in Persiceto e’ stato eseguito uno sfratto ai danni di una famiglia di sette persone Nel 2010 il comune ha fornito come soluzione “provvisoria” questa sistemazione senza fornire alcun tipo di contratto ne richiesta di pagamento di affitto e utenze. Vista la non idoneita’ dell’alloggio, una buona parte degli abitanti dello stabile di via caduti di Benedello ha intentato una causa con il comune di San Giovanni in Persiceto, vincendola. A fronte della sconfitta, le istituzioni non hanno trovato alternativa se non dare la comunicazione dello sfratto alla famiglia, motivandola con la morosita’ ed il mancato pagamento delle utenze. Essendo una soluzione temporanea non prevedeva il pagamento ne di affitto ne delle bollette, nonostante cio’ la famiglia si e’ resa disponibile al pagamento di quanto dovuto, ricevendo come risposta che il denaro non era accettato, ma dovevano lasciare libero l’ alloggio. As.I.A-USB ha deciso di schierarsi al fianco degli sfrattati costruendo un momento di lotta, organizzando un picchetto antisfratto, con l’intenzione di riuscire ad aprire una trattativa con le istituzioni locali. La soluzione offerta, come abitualmente avviene in questi casi, e’ stata la separazione del nucleo famigliare mandando moglie e figli in una comunita’, lasciando il padre fuori dalla struttura con la possibilita’ di vedere la famiglia solo durante il giorno. Ovviamente asia non poteva tollerare una soluzione cosi precaria che non offre nessuna garanzia ne prospettiva. La nostra richiesta consisteva nel posticipare lo sfratto di due settimane per avere il tempo tecnico per riuscire a trasferire la famiglia in una casa “vera” presso uno dei tre stabili occupati a Bologna. La risposta del comune, dopo oltre tre ore di trattative tra noi e l’ufficiale giudiziario, diversi funzionari, l’avvocato comunale ed un funzionario dei servizi sociale, e’ stata negativa, preferendo spendere i soldi dei contribuenti per affidare le parti sensibili della famiglia a comunita’ gestite da cooperative, e in un dispiegamento di oltre trenta agenti tra polizia municipale, carabinieri e polizia. Il motivo di tale scelta si deve addossare nella fermezza del Sindaco , che non volendo sentire ragione alcuna, neppure davanti al posticipo gia’ di fatto scritto dall’ufficiale giudiziario, ha fatto arrivare anche il reparto mobile di polizia da Bologna ordinando l’esecuzione dello sfratto. La contraddizione piu’ rilevante si puo’ trovare nel fatto che le istituzioni ci hanno chiesto garanzie sulla durata dell’occupazione chiamata “Nelson Mandela” di via Irnerio 13 mettendo in contatto il Sindaco di S Giovanni e l’ Ass. al wellfare Amelia Frascaroli di Bologna, quindi non solo hanno preso in considerazione di collocare l’ intera famiglia in un’occupazione definita “illegale”ma hanno voluto procedere allo sfratto per ragioni di tempistica per poi accettare questa soluzione offerta dal sindacato. Cio’ che si visto questa mattina davanti al palazzo di via Caduti di Bendello e’ l’ennesima conferma da parte delle istituzioni che si prediligono gli interessi delle cooperative e degli speculatori, piuttosto che la ricerca di soluzioni reali. Sono queste scelte scellerate, a rendere le occupazioni l’unica soluzione praticabile da chi subisce l’ emergenza abitativa, fino a quando non si adotteranno provvedimenti come il blocco degli sfratti e dei pignoramenti, la requisizione e si vada verso la direzione del riuso del patrimonio sfitto. Di certo i cittadini ringraziano di cuore il sindaco per aver speso migliaia di euro ed aver mobilitato decine di agenti per aver eseguito questo sgombero!
ASIA/USB BOLOGNA
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa