Questa mattina polizia e ufficiale giudiziario sono arrivati in casa di Marina ed hanno eseguito lo sfratto. Marina è madre di quattro figli, di cui un bambino autistico.
A luglio scorso in Campidoglio Marina ed altre 5 donne si erano incatenate, sostenute da Asia-Usb per denunciare l’insostenibile situazione di chi si trova senza una casa a causa si sfratti e sgomberi o sotto la minaccia di finire per strada, come è accaduto oggi.
La storia di Marina certifica la politica fallimentare del buono casa e delle politiche abitative dell’amministrazione comunale, ma anche l’accanimento di alcuni dirigenti comunali che invece di trovare soluzioni all’emergenza casa trovano cavilli per ostacolare soluzioni.
Ricordiamo brevemente la vicenda. Marina, dopo essere stata sfrattata da una casa privata per morosità incolpevole, attiva nel 2016 il primo buono casa con il Comune.
A giugno 2018 viene sfrattata dalla banca, che era la vera proprietaria dell’immobile sul quale il comune aveva attivato il buono casa. Marina, si rimette alla ricerca di un nuovo alloggio, invia il nuovo contratto al dipartimento comunale che aveva avallato tutta l’operazione, ma poi tutto si blocca.
Quindi, da luglio 2018 ad oggi, il comune non ha pagato l’affitto e il proprietario ha avviato la procedura nuovamente di sfratto. Si conclude così con lo sfratto di oggi una assurda vicenda che fa emergere le vere responsabilità dell’amministrazione comunale che conduce una guerra alle famiglie più deboli anziché trovare soluzioni.
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