L’ex delfino di Silvio Berlusconi e leader di Forza Italia, Marcello Dell’Utri, da ieri sera è ufficialmente un ‘latitante’. A quattro giorni dalla sentenza della Corte di Cassazione, che dovrà decidere se confermare la condanna in appello a sette anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa, l’ex senatore e uomo forte del Pdl si è reso irreperibile.
La terza sezione della Corte d’appello di Palermo su richiesta della Procura generale di Palermo ne ha ordinato l’arresto martedì proprio perché l’imminenza della sentenza definitiva aumentava i pericoli di fuga. Ma Dell’Utri pare che abbia anticipato i tempi e si sia rifugiato in un qualche paese tra quelli che non prevedono l’estradizione in Italia: forse la Repubblica Dominicana, forse Guinea Bissau o il Libano. Nei mesi scorsi per due volte consecutive la Corte d’appello di Palermo aveva respinto la richiesta di divieto d’espatrio avanzata dal pg Luigi Patronaggio.
In una intercettazione il fratello di Dell’Utri, Alberto, parlando con un ristoratore, dice di «accelerare i tempi» e fa riferimento alla Guinea che «concede facilmente i passaporti diplomatici». Ma secondo gli investigatori l’ex senatore potrebbe già essere arrivato in Libano, visto che Dell’Utri avrebbe a disposizione due passaporti diplomatici e dal Libano sarebbe pronto a spostarsi verso altri lidi. Oppure nella Repubblica Dominicana dove, ricorda il quotidiano La Stampa, “Dell’Utri si era già rifugiato due anni fa, in circostanze analoghe, quando sparì nei giorni in cui la Cassazione doveva decidere la sua sorte. Poi la condanna fu annullata con rinvio e lui ricomparve”.
“Ho incontrato Dell’Utri alcune settimane fa, ma da diversi giorni non avevamo più contatti. Apprendiamo dai giornali di quest’ordine di custodia emesso dalla Corte d’appello di Palermo, che non potevamo conoscere né conosciamo” ha detto l’avvocato di Dell’Utri, Pino Di Peri, contattato dall’agenzie TMNews.
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