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Vattimo a giudizio per la solidarietà No Tav

Le prerogative di un europarlamentare non valgono nulla, se esercitate per dare solidarietà concreta agli attivisti No Tav. Almeno secondo la Procura di Torino, che ha rinviato a giudizio Gianno Vattimo.

E’ stata infatti fissata per l’11 giugno l’udienza preliminare per il filosofo e parlamentare europeo Gianni Vattimo, accusato di falso dalla procura di Torino per la visita dello scorso 15 agosto nel carcere delle Vallette dove era detenuto un simpatizzante No Tav arrestato da qualche tempo.
Secondo l’accusa, Vattimo presentò i suoi accompagnatori – i due attivisti No Tav Luca Abbà e Nicoletta Dosio – come suoi consulenti, circostanza ritenuta non vera.

La prerogativa di visitare le carceri e controllare lo stato in cui vengono tenuti i prigionieri è una delle poche a disposizione degli europarlamentari, i quali – come dovrebbe ormai esser noto – non hanno alcun potere legislativo: non possono insomma presentare proposte di legge, come avviene in qualsiasi Parlamento di stampo liberale.

Per la Procura di Torino anche questa prerogativa va cancellata. Soprattutto se riguarda direttamente i No Tav.

E’ forse il caso di ricordare che nemmeno negli anni della lotta armata più dura alcun parlamentare fu “incriminato” per aver visitato un carcere – speciale oltretutto – facendosi accompagnare da chi voleva. La circostanza è tanto più grave se si ricorda anche che il movimento No Tav è un movimento popolare, alla luce del sole, con esponenti che si mostrano in ogni luogo col proprio volto e dichiarando sia le proprie generalità che i propri obiettivi.

“Terrorista”, insomma, è questo modo di intendere e applicare la legge da parte della procura torinese. La quale sa peraltro benissimo che l’eventuale rinvio a giudizio di Vattimo non si tradurrà mai in una “condanna”, neanche pecuniaria; perché in caso contrario interverrebbe la Corte Europea (obbligata a difendere le prerogative di un europarlamentare, non certo per sensibilità filo-No Tav…).

E’ insomma un modo di “pressare” il movimento, di tentare di isolarlo colpendo o intimidendo quanti gli dimostrano solidarietà.

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