Dal 5 all’8 giugno, a Napoli, con il fantasmagorico titolo “La Repubblica delle idee, riscrivere il paese” si svolgerà l’abituale kermesse de “la Repubblica” con l’ambizioso obiettivo di offrire, all’agenda politica di governo, argomenti e suggerimenti per le riforme e la modernizzazione del paese.
Premi Nobel, esperti di geopolitica, economisti, filosofi ed artisti vari saranno chiamati a discutere ed indicare soluzioni possibili in alcuni simbolicamente accattivanti della metropoli partenopea. Gli incontri saranno chiusi da un confronto, sabato 7 giugno, tra il presidente del consiglio, Matteo Renzi, e il direttore di Repubblica, Ezio Mauro.
Per quella giornata è indetto un presidio di controinformazione e di protesta nella piazza antistante il Teatro San Carlo che è la prestigiosa location scelta per l’appuntamento con Renzi. (https://contropiano.org/eventi/item/24372-napoli-la-repubblica-delle-lotte-4-7-giugno).
Abbiamo ritenuto utile e politicamente opportuno organizzare un presidio ed una azione di demistificazione culturale e politica contro questa kermesse de la Repubblica perché riteniamo di essere in presenza di un avvenimento che per le ambizioni che dichiara, per il numero e la qualità dei partecipanti e per il peso che il gruppo editoriale dell’Espresso sta assumendo nel mondo dell’informazione deviante non si configura come un evento di routine ordinario o puramente formale.
Anzi sono diversi mesi che il grumo di forze finanziarie, politiche e culturali che si è consolidato attorno al gruppo editoriale dell’Espresso (che è l’editore de “la Repubblica”) sta svolgendo un’autentica funzione di think tank per Renzi, i settori più avveduti del Partito Democratico e per il complesso di interessi che si è candidato alla guida del paese ed alla tutela/rilancio del capitalismo tricolore nell’ambito delle accresciute difficoltà derivanti dall’immanenza concreta degli effetti della competizione globale interimperialistica.
Un ruolo viepiù accentuato dopo il recente passaggio elettorale, il gran numero di voti raccolto dal PD di Renzi ed alla vigilia dell’assunzione, da parte dell’Italia, della presidenza del semestre europeo.
A questo proposito serve ricordare un passaggio del documento, a commento dei recenti risultati elettorali, della Rete dei Comunisti (http://www.retedeicomunisti.org/index.php/documenti/495-renzismo-un-arma-di-distrazione-di-massa) in cui si dichiara esplicitamente:…..”La funzione principe in questa manipolazione sistematica, ed a causa dell’assenza di organizzazione politica di classe, viene svolta dai mass media, che oggi dovrebbero invidiare il pluralismo della stampa sovietica dei tempi andati vista l’omogeneità scandalosa dell’informazione di regime attuale. In questo Il gruppo editoriale de La Repubblica svolge indubbiamente una funzione di avanguardia. In altre parole si potrebbe dire, con Gramsci, che l’informazione oggi per i gruppi dominanti svolge quella funzione di “intellettuale organico” che una volta era ad appannaggio di singolo pensatori.”
Infatti – particolarmente negli ultimi anni – con l’avanzare dei moderni processi capitalistici di concentrazione/centralizzazione delle funzioni politiche e di comando, con l’emergere dei partiti fondati sui nomi salvifici e mirabolanti e con la generale blindatura degli apparati dello stato e delle relative forme di ciò che residua della dialettica “democratica” il ruolo dell’informazione si è andato pesantemente trasformando.
Oramai il concetto, o meglio l’esercizio della libertà di stampa, è un pio desiderio sempre più espunto dalla realtà e dalla dinamica dei rapporti tra le classi.
La comunicazione e l’informazione (da quella stampata a quella radio/televisiva comprese le molteplici forme attinenti la rete ed il mondo dei social network) hanno ormai assunto un ruolo dominate sia sul terreno della produzione e dell’accumulazione e sia su quello del consumo, reinventando l’impresa non solo nei suoi aspetti strutturali ma come dispositivo generalizzato che informa la totalità delle relazioni e dell’esplicitarsi degli involucri politici borghesi che, di volta in volta, si susseguono e si impongono nel corso della crisi.
Un meccanismo infernale che si fonda e trae nutrimento nella esplicita funzione di condizionamento di ogni struttura della società in modo da imporre i parametri dell’efficienza e della sovranità del mercato come valori sociali assoluti ed universalmente vigenti.
Un corollario di idee forza, di parte capitalistica, da accettare supinamente e, possibilmente, in maniera individuale per cancellare ogni possibile anelito di indignazione, di protagonismo e di conflitto.
Da qui la ragione delle varie edizioni de “La Repubblica delle idee” le quali, nell’ultimo periodo, hanno accompagnato e fatto da cornice ai diversi passaggi della vicenda politica italiana offrendo materiali e pensiero forte per gli strateghi dellagovernance non solo nella nostra Italietta ma nell’intero spazio dell’Unione Europea sempre più proiettato come uno sperimentato polo imperialista.
Ritrovarsi, quindi, in piazza a Napoli – sabato 7 giugno – per urlare il nostro NO al Job Act, al famigerato Piano Casa e alla vergogna criminale del Decreto Rifiuti è un buon viatico per preparare, anche nei nostri territori, la Manifestazione del prossimo 28 giugno, a Roma, contro l’Unione Europea e le altre tappe (dall’11 luglio a Torino ai successivi mesi autunnali) con cui i movimenti di lotta, le organizzazioni comuniste ed anticapitalistiche e le tante associazioni non addomesticate al pensiero unico si preparano al semestre italiano di presidenza dell’U.E.
* Rete dei Comunisti
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