Alla fine il duo Grillo-Casaleggio ha aperto a Renzi, in modo particolare sulla legge elettorale. Un’apertura che pesa, visto che gli si riconosce una legittimità in precedenza sempre negata, non solo a lui, ma anche all’intero Parlamento: “Renzi è stato legittimato da un voto popolare e non a maggioranza dai soli voti della direzione del Pd”.
E i sostenitori del Movimento 5 Stelle, come un sol uomo, anziché interrogarsi sulle implicazioni che una tale affermazione potrebbe comportare, si sono ritrovati tutti ad applaudire al colpo del ko che i due leader avrebbero assestato: “ora smaschereremo Renzie … ops, no, Renzie non si può più dire … smaschereremo Renzi”.
Ma per l’appunto, cosa di meglio è stato trovato per poter trattare, e così smascherare, con il bischero di Firenze?
In pieno delirio da deriva berlusconiana, ci viene sostanzialmente detto che con il voto alle europee il popolo avrebbe scelto da chi essere guidato; e poco importa, quindi, che a tenere in piedi il Governo sia un Parlamento eletto con l’incostituzionale Porcellum, o che il 41% del 58% faccia soltanto il 23% scarso degli aventi diritto.
A ben vedere, un autogol come pochi.
Se Renzi è stato infatti legittimato dal voto delle europee, e con lui l’attuale Parlamento che gli fornisce i voti necessari per andare avanti, di fatto lo rimarrebbe anche se dicesse di NO alle proposte provenienti dal rinnovato M5S.
Un rischio non si sa bene quanto messo in conto, ritrovarsi un super Renzi che può legittimamente dispensare Sì e No a piacimento, ma che però potrebbe valere la pena correre vista la possibilità di intervenire sulla legge elettorale ora all’esame del Senato.
Ma da dove potrebbe nascere tanta fiducia?
Dalla constatazione che il Toninellum (lo si chiama così dal nome del deputato Toninelli del M5S che ha messo su carta il progetto di legge elettorale frutto delle consultazioni in rete) potrebbe avere molti punti di contatto con l’Italicum.
Se inoltre si legge bene il comunicato con il quale Grillo e Casaleggio hanno riaperto a Renzi, ci si trova di fronte ad una proposta di trattativa molto aperta: “Se Renzi ritiene che la legge M5S possa essere la base per una discussione comune, il cui esito dovrà comunque essere ratificato dagli iscritti al M5S, Renzi batta un colpo.”
Base di partenza, discussione comune, esito da ratificare da parte degli iscritti, tutti chiari elementi, questi, che stanno ad indicare che quanto già votato in precedenza sul blog, alla luce di una diversa elaborazione, potrebbe essere rimesso in discussione dal nuovo voto.
La legge elaborata dal M5S, come ricordato da Grillo e Casaleggio, è di impronta proporzionale. Un proporzionale però fortemente corretto, così come lo è, attraverso altri meccanismi, l’Italicum.
Entrambi i sistemi, inoltre, riducono fortemente l’ampiezza delle circoscrizioni elettorali.
L’Italicum prevede collegi plurinominali piccoli che mediamente eleggono 3-6 deputati; il Toninellum prevede un misto di circoscrizioni medio-piccole e 3 grandi.
Il primo lo fa per evitare di reintrodurre il voto di preferenza attraverso le liste corte; il secondo per favorire i partiti maggiori a danno dei più piccoli, attraverso la ripartizione dei seggi calcolata a livello di singole circoscrizioni e non a livello nazionale, come invece fa l’Italicum, in quanto con circoscrizioni medio-piccole la soglia di sbarramento implicita risulta essere molto elevata, anche nell’ordine delle due cifre percentuali in buona parte delle circoscrizioni.
Ed eccola quindi qui un’altra similitudine, questa volta, però, tenuto conto degli effetti concreti.
L’Italicum prevede espressamente alte soglie di sbarramento; il Toninellum non le prevede in forma esplicita, ma di fatto il meccanismo della distribuzione dei seggi, a livello di singole circoscrizioni e con il metodo del divisore corretto al posto del proporzionale puro, è tale da produrre forti livelli di esclusione
C’è inoltre da tenere conto che dalle consultazioni sul blog era emersa l’indicazione di una soglia di sbarramento del 5%, ed è stata solo l’elaborazione successiva, la messa su carta operata dal deputato Toninelli, che ha trasformato questo numero secco in una media da realizzare attraverso il meccanismo del riparto dei seggi su base circoscrizionale, anziché su base nazionale. Un lavoro di sintesi che potrebbe quindi essere senza problemi modificato, vista la facilità con la quale si è potuto in precedenza interpretare i risultati della consultazione sul blog.
Con piccole modifiche da una parte o dall’altra, pertanto, tenuto conto che si parte per entrambi da sistemi con circoscrizioni con pochi seggi da distribuire e alte soglie di esclusione per le liste minori, le soluzioni per incontrarsi potrebbero in effetti non mancare.
Tanto più che il modello spagnolo, al quale il Toninellum s’ispira (anche se nell’ultima versione, rispetto a quella depositata dal M5S al Senato nell’autunno scorso, in maniera più attenuata), faceva parte delle tre soluzioni che Renzi aveva offerto come opzione neanche troppo tempo fa, soltanto a gennaio 2014.
Lo scoglio più grande da superare potrebbe essere costituito dal premio di maggioranza, così come prevede l’Italicum, al fine di garantire la maggioranza parlamentare al primo arrivato (peculiarità, questa, tutto italiana, visto che negli altri sistemi parlamentari non vi è alcun meccanismo in grado di garantire al primo arrivato la maggioranza dei seggi).
Il Toninellum, infatti, pur avvantaggiando in maniera sostanziosa i partiti maggiori, non prevede un esplicito premio di maggioranza, neanche in misura ridotta.
Ma come prima evidenziato, c’è da tenere conto della sequenza indicata dal comunicato, “base di partenza, discussione comune, ratifica da parte degli iscritti”, per cui un altro voto sul blog potrebbe essere possibile!
Del resto, visti i precedenti di Grillo contro l’emendamento che voleva introdurre la soglia minima al Porcellum e i continui inviti per tornare al Mattarellum, cos’altro più potrebbe sorprenderci?
* coordinatore di www.riforme.net
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