Qualcuno aveva dubitato che il governo avesse i mente una “rivoluzione” reazionaria della scuola nei termini che avevano scritto alcuni giorni fa (https://contropiano.org/articoli/item/24882). Ora che ne parla anche il quotidiano governativo per eccellenza – Repubblica – non ci dovrebbero essere più dubbi.
Anzi, il sistema prospettato è anche peggio di quel che avevamo anticipato. L’orario di lezione frontale, per esempio, è indicato in 18-25 ore settimanali (noi avevano scritto 24…), ma la “disponibilità” dovrà arrivare in totale a 36 ore (attualmente ci sono 6 ore di disponibilità settimanale oltre le 18 di lezione, cui vanno aggiunte quelle di “lavoro a casa” per la correzione dei compiti, la preparazione delle lezioni, ecc).In più, ci saranno 80 ore annuali dedicate a collegi, consigli di classe, ecc).
Si progetta di allungare anche l’anno scolastico, facendo salire i giorni di lezione effettiva da 208 a 230. Il che sarebbe anche accettabile se l’ottica generale fosse quella di aumentare l’offerta formativa per gli studenti. Ma così’ non è. E’ pienamente confermata, infatti, anche la proposta di ridurre da 5 a 4 gli anni di scuola superiore.
Tutto ciò per l’identico stipendio mensile, tranne “un premio ai più meritevoli”; ovvero ai leccaculo del preside (che già ora usano i pochi fondi per gli straordinari per selezionare amici, clientes, sudditi). Chi altri potrà, infatti, valutare “disponibilità oraria, preparazione e capacità”?
Scompaiono del tutto le supplenze brevi, che saranno completamente a carico degli insegnanti già in servizio. Il risparmio ottenuto con la soppressione delle supplenze esterne servirà a finanziare gli “incentivi ai meritevoli”. Le scuole dovranno restare aperte dalle 7 di mattina fino alle 22, per la gioia di docenti e studenti.
Il piano per la scuola partorito a viale Trastevere dovrebbe arrivare sul tavolo del consiglio dei ministri per metà luglio, ma non si cercherà l’impresa impossibile di renderlo operativo già da settembre. Si aprirà invece un afinta fase di “consultazione” degli operatori della scuola, in cui come sempre il governo dirà di voler ascoltare tutti per poi decidere quel che ha già deciso.
Il tutto per risparmiare un altro miliardo e mezzo in un bilancio già ridotto all’osso. Tanto l’istruzione non serve a chi dovrà “competere” solo sulla fatica fisica…
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