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Quelle armi che l’Italia fornisce ai curdi (iraqeni) e ai miliziani libici

Merita un approfondimento la questione dell’origine delle armi che l’Italia generosamente passerà ai curdi di Barzani e Talabani (cioè ai curdi di destra).
Si tratta di una piccola parte del carico della nave Jadran Express che, destinato alle milizie croate, fu sequestrato nel 1994 nel Canale di Otranto:
http://archivio.panorama.it/Codice-Jadran

Furono rari all’epoca tali sequestri; molte di più furono le navi che passando per i nostri mari raggiunsero i destinatari – sempre solo croati, nostri grandi alleati cattolici.  “Secondo la Dia sarebbero state almeno 22 le navi cariche di armi che, tra il 1992 e il 1994, attraversarono le acque italiane, prima di approdare in Croazia”.

http://lanuovasardegna.gelocal.it/regione/2011/06/04/news/armi-destinate-alla-guerra-nei-balcani-1.3456459

Le armi sequestrate alla Jadran Express furono stipate alla Maddalena, dove comunque – si badi bene – tuttora “non sono nella disponibilità dell’Italia, ma della NATO”

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2014/08/19/razzi-anti-carro-granate-e-mitragliatrici-dallex-jugoslavia-al-fronte-iracheno1106.html

Ovviamente esse non sono rimaste tutte lì in questi anni ad arrugginire: ad esempio, già il 18 maggio 2011 un grande quantitativo è stato trasportato su quattro container imbarcati segretamente sulla nave passeggeri [SIC] Seremar da Olbia a Civitavecchia, dopodiché se ne sono… perse le tracce:

http://www.altreconomia.it/site/fr_contenuto_stampa.php?intId=2942

In realtà la destinazione di quelle armi è un segreto di Pulcinella, poiché tutti sappiamo che anch’esse sono generosamente andate ad insanguinare il Medioriente, e precisamente nelle mani dei vezzeggiatissimi “ribelli di Bengasi”

http://www.globalist.ch/4DCGI/Detail_News_Display?ID=1016&typeb=0&session=QKYVKUVKQM

i quali dopo avere ucciso Gheddafi tramite linciaggio tuttora usano le stesse armi per alimentare la carneficina in corso in Libia e produrre naufraghi a Lampedusa.

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