”Sono indignata. Invece di arrestare quelli che hanno partecipato all’uccisione di mio figlio, arrestano Gennaro che invece avrebbe dovuto avere un premio per quello che ha fatto, evitando altri incidenti”.
Antonella Leardi, la mamma di Ciro Esposito, il ragazzo di Napoli morto dopo due mesi di agonia per un colpo di pistola poco prima dalla finale di Coppa Italia il 3 maggio scorso a Roma, è adirata per il provvedimento della magistratura nei confronti di Genny ‘a carogna, arrestato stamattina come “responsabile di piazza” dei tifosi napoletani.
E’ noto che l’omicidio è stato compiuto dal picchiatore fascista Daniele ‘Gastone’ De Santis, con l’incarico di gestire l'”intervento politico” tra i tifosi della Roma. Ed è noto altresì che nessun media di regime ha minimamente fatto della sua militanza neofascista il centro dei propri “pezzi” giornalistici. Così come è noto che la polizia è arrivata al punto – con la perizia frimata dal Racis – di rivesciare completamente le resposabilità degli scontri, dando al fascista del Flaminio una “pezza d’appoggio” pesantissima in favore della tesi difensiva: “legittima difesa”. Neanche una parola sulla pistola, per esempio: era “legittimamente detenuta” e portata in strada? era regolarmente denunciata o è risultata inquadrabile sotto “altra fattispecie” comunque passibile di reato? Non si può sapere. Non sta bene.
Stamane, infine, il tassello che dovrebbe essere “conclusivo”: l’arresto di “Geny ‘a carogna” – a sua volta capotifoso, ma del Napoli; e non fascista, ma parente di camorristi – cui in pratica viene attribuita una “direzione generale” dei movimenti dei tifosi napoletani, e quindi indirettamente anche degli scontri in cui è rimasto ucciso Ciro Esposito, anche se la polizia riconosce che quel giorno a quell’ora era da tutt’altra parte.
Una “carogna” da gettare in pasto alla stampa di regime e per “alleggerire” ancora un po’ la posizione processuale del fascista assassino.
Ma c’è sempre una variabile imprevista: la dignità e la rabbia di una madre che ha perso un figlio e non ci sta a veder “pre-assolvere” il suo assassino. Oltretutto per mano dello Stato che dovrebbe tenerlo in galera, ma che probabilmente – in qualche sotto-codicillo dei suoi bilanci – lo tiene invece a libro paga.
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La signora aveva del resto capito tutto molto bene già al tempo della “perizia” del racis:
LA MAMMA DI CIRO: “SOLO FALSITÀ. IL PESTAGGIO È ARRIVATO DOPO
Lorenzo D’Albergo per “La Repubblica”
«De Santis ha sparato prima di essere aggredito. Ne sono sicura». Antonella Leardi, la madre di Ciro Esposito, ieri pomeriggio ha saputo dei risultati della perizia dei tecnici del Racis mentre era a casa di un’amica. «La notizia mi ha colpita. Sono agitata per le sciocchezze che ho sentito».
Cosa pensa di quanto emerso dalle analisi dei carabinieri?
«È tutta una montatura, non possono provare nulla. De Santis non è stato picchiato prima di fare fuoco, non esiste. Sono sconvolta, ma capisco anche che i legali di “Gastone” stiano facendo il loro lavoro, stiano cercando di salvare il loro cliente».
Legittima difesa: la perizia potrebbe aprire uno spiraglio per l’ultrà della Roma.
«Dico due cose. Di solito alle mani si risponde con le mani, ma lì c’era una pistola. Una sola, perché i napoletani non avevano armi di quel tipo. Poi, ci sono i testimoni. Tutte quelle persone sui pullman che mio figlio ha difeso.
Loro hanno chiamato Ciro e hanno raccontato tutto quello che è accaduto alle forze dell’ordine. Se De Santis fosse stato veramente massacrato e preso a coltellate, allora dubito che avrebbe avuto la forza di tirare fuori la pistola e sparare contro mio figlio».
Ha sempre detto di aver perdonato chi ha ucciso Ciro e di avere fiducia nella giustizia. Ora cambia qualcosa?
«No, spero sempre che tutto vada come deve andare. La mia fede resta sempre la stessa. Credo che la giustizia debba fare il proprio corso senza influenze esterne. Alla fine la verità salterà fuori, lo so».
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