Menu

Roma. Manifestazione sotto il carcere per Nunzio D’Erme e Marco Bucci

Nel vecchio carcere romano di Regina Coeli, sul lungotevere e sotto al Gianicolo, una volta si facevano le chiamate e si mandavano i saluti dall’alto verso le celle dei detenuti per fargli sentire l’affetto e la solidarietà. Ieri pomeriggio a Roma la “chiamata” ha assunto le caratteristiche di una vera e propria manifestazione davanti al carcere che ha rivendicato la richiesta di liberazione per Nunzio D’Erme (detenuto) e Marco Bucci (ai domiciliari), una manifestazione di solidarietà di una comunità proletaria e militante che era ben visibile nell’ampia rappresentanza di chi era in quello slarghetto a Regina Coeli e nelle parole pronunciate dal microfono.

La giornata era iniziata in mattinata con la visita a Nunzio in carcere di senatori e consiglieri comunali del Pd e di Sel. Una delegazione ampia che deve aver sorpreso non poco l’amministrazione penitenziaria e la magistratura. Una visita breve perché ancora non c’è stato l’interrogatorio (è previsto per oggi alle 14.00) ma significativa. Ma significativa è stata anche la richiesta di Nunzio “Oh! Andate a vedè pure l’altre celle che qui ci stanno situazioni che gridano vendetta”.  Non c’è da sorprendersi.  “La generosità e il coraggio di Nunzio anche durante le manifestazioni oggi sono il motivo del suo arresto. Tante volte c’è stata una mano che si è allungata e magari ti ha tirato fuori dai guai” dice al microfono Guido Lutrario che lo conosce da una vita. Federico del Corto Circuito prova ancora una volta a ricostruire la vicenda e il contesto, lancia un appello al coordinamento delle forze ” perché qui siamo tutti sotto attacco”. In serata si è riunita la rete di resistenza degli spazi sociali e delle occupazioni che si è costituita la settimana scorsa con una assemblea in piazza a San Lorenzo.  “Lucone”, che ha fatto parte della delegazione che in mattinata è riuscita a vedere e salutare Nunzio in carcere, resoconta della visita ma lancia anche un appello a non cedere ed a contrastare quel “collasso pilotato” della città che sta mandando in malora i servizi e le esigenze popolari e alimenta la guerra tra poveri nella periferia. Viene avanzata la proposta di un’assemblea nella borgata di Corcolle tra immigrati, autisti dell’Atac e abitanti del quartiere dopo i gravi fatti di sabato scorso (tensioni tra autisti e immigrati che aspettano per ore gli autobus che talvolta “saltano” la fermata, progrom contro gli immigrati nei quali si affacciano i fascisti). Davanti a Regina Coerli si alternano interventi su interventi di solidarietà con Nunzio e Marco ma anche con Paolo Di Vetta e Luca Fagiano ai domiciliari ormai da cinque mesi. Insomma si discute di accettare la sfida proprio rilanciando la capacità di ricomporre tutti i pezzi sociali di una metropoli al collasso e che i poteri forti vorrebbero agire uno contro l’altro per avere mano libera. E avere mano libera significa anche affidare alla procura di Roma e al suo “pool” di specialisti contro i movimenti sociali, la gestione politica delle emergenze e l’ideologia disciplinare che vorrebbe ormai permeare sia i comportamenti istituzionali sia le iniziative di difesa e affermazione degli interessi popolari di fronte ai morsi della crisi e dalla inerzia delle autorità.
Oggi il Gip interrogherà Nunzio a Regina Coeli. Si saprà qualcosa di più nel pomeriggio. Ma la chiamata della solidarietà nelle celle di “Regina” ieri si è sentita chiara e forte.

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *