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L’Usb contesta il Ministro Poletti a convegno Inps

Questa mattina a Roma un gruppo di delegati e lavoratori della USB ha contestato il Ministro Poletti nel corso della presentazione del Bilancio Sociale dell’INPS presso la Direzione Generale dell’Istituto.

Guarda il video della contestazione al ministro Poletti

“La Riforma varata dal governo Renzi precarizza definitivamente il lavoro”, spiega dopo la protesta Luigi Romagnoli, dell’Esecutivo Nazionale USB. Le imprese avranno mano libera nel licenziare, nel ricattare i lavoratori con il demansionamento, senza neanche più lo spauracchio dell’Articolo 18 che il governo vuole cancellare”.

“Il Jobs Act prevede anche la costituzione dell’Agenzia unica della Vigilanza – prosegue il sindacalista – che riunirà in un unico soggetto le attività oggi svolte da INPS, INAIL e Ministero del Lavoro. Siamo contrari a tale scelta, che toglie autonomia agli enti e mette definitivamente l’attività di vigilanza sotto lo stretto controllo del potere politico, con il rischio concreto di tirare su un nuovo carrozzone con costi maggiori e meno tutele e controlli a favore dei lavoratori”.

“Al Ministro Poletti abbiamo chiesto di rinnovare i contratti dei lavoratori pubblici scaduti nel 2009 – riferisce il dirigente USB – e di mettere mano alla Riforma delle pensioni per assicurare in futuro una pensione pubblica dignitosa a tutti. Il Ministro ha replicato che il governo ha fatto una precisa scelta e con la Legge di stabilità che sarà varata domani darà soldi alle imprese per finanziare la crescita, maggiori risorse per gli ammortizzatori sociali e renderà stabile il contributo degli 80 euro”.

“Non ci stiamo a farci trascinare nella guerra tra disoccupati e licenziati da una parte e lavoratori pubblici, cosiddetti ‘garantiti’, dall’altra – sottolinea Romagnoli – la USB ha proclamato per il 24 ottobre un’intera giornata di sciopero generale del lavoro privato e di quello pubblico, per dire no al Jobs act e alla riforma della Pubblica Amministrazione, per unire tutti i lavoratori contro le politiche di austerità dettate dall’Europa e diligentemente applicate dal governo Renzi. Ci attende un lungo percorso di lotte e di mobilitazioni, ma è l’unico modo per costruire un’alternativa sociale ed economica rimettendo al centro dell’interesse pubblico il lavoratore e i servizi sociali e non l’interesse delle imprese”,  conclude il sindacalista.

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