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Fine dell’incanto, Renzi scontenta tutti

Il “piacione” stavolta non è piaciuto a nessuno o quasi. La manovra contenuta nella “legge di stabilità”, che il quotidiano di casa Fiat aveva battezzato come “democristiana” perché prometteva “soldi a tutti”, alla prova dei fatti si è rivelata l’esatto opposto.

Non ci voleva del resto la sfera di cristallo per sapere che, a saldi invariati, doveva soprattutto convincere la Commissione dell’Unione Europea più che la popolazione di questo paese o i molti centri di potere (e di spesa) sparsi nella penisola. Però le reazioni sono state veramente tante e tutte negative. Anche chi proprio non si può lamentare – Confindustria, che ha avuto tutto “ecché volete di più?” – deve storcere il naso per ragioni tecniche davanti ai molti azzardi “creativi” della manovra, che sono altrettanti lati deboli esposti alla censura di Katainen e soci.

Hanno strillato più di tutti i presidenti delle Regioni, che hanno subito minacciato di chiudere definitivamente la sanità pubblica. Forse non avevano capito che è proprio questo che il governo, tra l’altro, cerca di fare… E visto che sono quasi tutti renziani del Pd, diventa palese come la “posizione politica condivisa” è tale fin quando si gioca nel cielo della retorica televisiva. Quando si atterra negli uffici di ragioneria, il discorso cambia. Amministrare territori senza risorse è impossibile lo sa anche Renzi (ex sindaco, ex presidente di provincia); quindi c’è un’intenzione, non si tratta di un errore. “tagliate gli sprechi”, a quel punto, più che un insulto è un’indicazione feroce (lo sanno anche i muri che avenir tagliati non saranno mai “gli sprechi”, che alimentano clientele e voti, ma i servizi essenziali per i cittadini “comuni”).

Tra tante conferme, non sono mancate le sorprese. Peggiorative, bisogna dire. La trovata del “metà Tfr in busta paga” si sta rivelando ora dopo ora una “sòla” di proporzioni cosmiche. Non solo beffa il singolo lavoratore facendogi credere che qualcuno stia regalandogli dei soldi in più (sono già suoi, “salario differito”); non solo si privano le aziende – specie quelle piccole – di una fonte di liquidità a costo zero; non solo si svuotano i fondi pensione integrativi (imposti a suo di tassazione agevolata, per sostituire in prospettiva la previdenza pubblica)… ma addirittura si tassa questa misera cifra in più con la tassazione ordinaria (23%) invece di quella riservata al tfr! In pratica: ti faccio mettere in busta paga 30 euro tuoi (mediamente), che dovrebbero servirti a fine carriera, ma te ne levo anche qualcuno! Lo sceriffo di Nottingham era certo più rozzo; starà rosicando da paura…

Anche perché – vedi foto – questo tizio fa palesemente capire che ti sta prendendo per i fondelli, e se la ride pubblicamente…

Dunque assistiamo quasi divertiti – ma incazzatissimi – a questa pantomima di gente che avrebbe dovuto appaludire la “manovra per la crescita” che invece si rivela la solita tagli-e-scuci che aggrava la recessione in corso. Enti locali, sindacati complici, fondi pensione privati, persino le imprese (la decontribuzione totale per i nuovi assunti varrà solo per il primo anno, non per i primi tre, come promesso solo il giorno prima) sono sul “piede di guerra”. Non faranno nulla, ma il loro consenso è fortemente eroso.

Il “grande comunicatore” ha avuto successo facile, finché si trattava di “rottamare”un sistema politico. Ma per governare non bastano le chiacchiere e l’occupazione bulimica di tutti i media.E se, come probabile, la Commissione Ue casserà alcune parti della manovra, non ci sarà più niente da ridere…

 

 

 

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