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Spray al pepe e manganelli. Le geometrie variabili dei media

Anche la repressione delle manifestazioni non è uguale per tutti. Se la fa la polizia di casa nostra, va benissimo, ottimo e abbondante. Lo stesso vale per i paesi nostri alleati, cui al massimo si fa qualche critica in casi davvero estremi (Ferguson, l’uccisione del bambino nero che giocava per strada con una pistola giocattolo, ecc). Ma se la fa qualche paese non alleato del nostro, anzi potenzialmente concorrente, allora si tratta di una “violazione insopportabile dei diritti umani”.

Esageriamo? Guardate un po’ cosa e come scrive stamattina il sito di RaiNews:

Volevano circondare la sede del governatorato ma sono stati fermati dalla polizia. La manifestazione di protesta ad Hong Kong è finita con dieci arresti. Gli studenti che chiedono da mesi il suffragio universale, libertà e rispetto della parola data (dalla Cina) indossavano maschere, caschi di protezione e occhiali quando sono stati respinti dagli agenti in tenuta antisommossa con spray al pepe e manganelli. Nel frattempo le autorità cinesi hanno fatto sapere che non permetteranno l’ingresso a Hong Kong di un gruppo di deputati britannici, che ha programmato una visita sul territorio per studiare il rapporto con Londra trent’anni dopo la dichiarazione che portò alla ‘consegna’ dell’ex colonia britannica alla Cina.

 Tutto chiaro? Se dei manifestanti italiani si presentassero in piazza con “maschere, caschi di protezione e occhiali”, il minimo che verrebbe chiesto dai parte dei media nostrani sarebbe una carica preventiva. Del resto è ancora in vigore qualche norma contro il “travisamento” o giù di lì.

Se poi addirittura volessero circondare, così bardati, Palazzo Chigi – l’equivalente del governatorato di Hong Kong – non abbiamo dubbi su cosa accadrebbe.

Se accade a Hong Kong, tornata alla Cina dal 1999 ma ancora governata con le leggi imposte dai colonialisti inglesi, è uno scandalo “eccezionale”.TRa parentesi: fermo restando il acrosanto diritto di chiunque di chiedere libere elezioni, corre l’obblig di segnalare che le regole elettorali ancora oggi in vigore ad Hong Kong sono quelle… inglesi (i colonizzati non possono decidere chi li governa; come con l’Italicum, insomma).

E che dire sulle modalità “tecniche” della repressione? Spray al peperoncino e manganelli, ma come si può essere così barbari…. Noi, qui in Italia, sotto il civilissimo governo Renzi, distribuiamo manganellate tutti i giorni a studenti, operai, centri sociai, sindacalisti, ecc. Sugli spray urticanti, invece, siamo ancora alla “fase di sperimentazione” (http://www.osservatoriorepressione.info/spray-urticante-in-dotazione-polizia-torino-parte-sperimentazione/).

Molti pesi, molte misure, molto servilismo, una sola logica: quella del potere.

p.s. La foto mostra una recente esibizione di “democrazia poliziesca” – con tanto di bomboletta spray urticante – a Bologna, non ad Hong Kong.

 

 

Spray al pepe e manganelli per fermare i manifestanti. Ad Hong Kong scontri e arresti

Volevano circondare la sede del governatorato ma sono stati fermati dalla polizia. La manifestazione di protesta ad Hong Kong è finita con dieci arresti. Gli studenti che chiedono da mesi il suffragio universale, libertà e rispetto della parola data (dalla Cina) indossavano maschere, caschi di protezione e occhiali quando sono stati respinti dagli agenti in tenuta antisommossa con spray al pepe e manganelli. Nel frattempo le autorità cinesi hanno fatto sapere che non permetteranno l’ingresso a Hong Kong di un gruppo di deputati britannici, che ha programmato una visita sul territorio per studiare il rapporto con Londra trent’anni dopo la dichiarazione che portò alla ‘consegna’ dell’ex colonia britannica alla Cina.

– See more at: http://www.rainews.it/dl/rainews/media/Spray-al-pepe-e-manganelli-per-fermare-i-manifestanti-Ad-Hong-Kong-scontri-arresti-7c7bb07a-26dc-43a5-bf4d-b82c51f8371b.html#sthash.anlv2JhP.dpuf

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