Roma oggi ha ospitato la manifestazione per la Grecia, un corteo ha sfilato da Piazza Indipendenza al Colosseo. Ma la partecipazione è stata indubbiamente inferiore sia alle aspettative dei promotori – l’appello Cambia la Grecia, cambia l’Europa – sia alle necessità di mettere a valore quanto accaduto in Grecia rispetto ai progetti antipopolari dell’Unione Europea. Cinquemila persone, nei momenti di massima estensione del corteo, sono decisamente un flop per una manifestazione nazionale che ha visto le adesioni di Cgil, Fiom, Arci e di tutti i partiti della sinistra, radicale e non, e di pezzi del Pd.
Si è confermata in modo visibile quella divaricazione tra l’importanza e l’empatia per la posta in gioco apertasi in Grecia con la rappresentazione che ne dà in Italia un ceto politico ormai estenuato dalle responsabilità che ne marchiano il recente passato. Testimonianza di questa contraddizione era una testa del corteo riempita da notabili della sinistra e della Cgil, Camusso inclusa, una immagine ben diversa da quella di chi vorrebbe vedere soffiare in Italia un vento e una generazione politica nuova come avvenuto in Grecia e Spagna.
Una rappresentazione plastica che un movimento politico e sociale che possa sintonizzarsi con l’opposizione reale ai diktat della Troika, deve in qualche modo sbarazzarsi di quelli che rappresentano il problema e non soluzione.
L’unico spezzone giovanile del corteo era quello dei centri sociali dell’area ex disobbedienti, il quale alla fine della manifestazione al Colosseo ha proseguito fino a via IV Novembre dove c’è la sede in Italia dell’Unione Europea. Lo spezzone, di circa duecento persone è stato però bloccato prima di arrivare agli uffici della Ue da un imponente schieramento di polizia. E’ volato qualche fumogeno sugli agenti schierati in via IV Novembre ma tutto è finito lì.
Poco prima della partenza del corteo, lo spezzone di Ross@ con lo striscione “Con i conflitti sociali, rottura dell’Unione Europea”, si è diretto verso la vicina ambasciata tedesca, anch’essa presidiata in forze da polizia e carabinieri, dove ha effettuato un “lancio delle cravatte”, in spregio a quella avvelenata che Renzi ha regalato a Tsipras e a richiamare e denunciare quei “cravattari” che strozzano la gente – o i paesi in questo caso – alle prese con i debiti.
Il corteo animato solo da un pò di musica e qualche raro intervento dai vari camioncini con amplificazione, si è snodato per le strade della capitale per concludersi al Colosseo con alcuni interventi. Toni e contenuti decisamente al di sotto di una analisi adeguata delle questioni aperte dal No della Grecia all’austerità e alla Troika. Gli obiettivi “riformisti” nel senso migliore della parola messi in campo dal nuovo governo greco, non troveranno spazio di soluzione dentro l’apparato politico e istituzionale costruito dalle classi dominanti attraverso l’Unione Europea e il suo sistema di trattati. La rottura di questi apparati è dunque dentro le cose. Prima se ne diventa consapevoli anche in Italia e prima si può mettere in marcia un processo reale di ricomposizione e conflitto sociale che faccia della lotta contro l’austerità non uno slogan depotenziato ma un movimento reale che impugni una alternativa anticapitalista all’Unione Europea e ai governi che ne sono espressione. Manifestazioni come quella di oggi dimostrano nei numeri e nella rappresentazione politica espressa che non è questa la strada da perseguire. E nessuno dica che non ci sono altre proposte sul campo, il problema resta la scelta tra rottura e subalternità.
Le foto del corteo, nel servizio di Patrizia Cortellessa:
Le foto che seguono sono invece di Michele Congi:
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Dante Goffetti
Meno male che io ho letto sulla Gazzetta dello Sport (pagine “altri mondi”) che i manifestanti erano 30.000! Voglio credere alla gazzetta 😉