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Colombia. Ha vinto Petro, la sinistra è al governo per la prima volta

Gustavo Petro sarà il prossimo presidente della Colombia. La sua vittoria porta la sinistra al potere per la prima volta nella storia del Paese. Il candidato del Patto Storico ha vinto con il 50,50% dei voti, contro il 47,16% dell’imprenditore Rodolfo Hernández, con il 99,89% dei voti scrutinati.

La vittoria rappresenta un cambiamento mai visto prima nella storia della Colombia. Una donna, Francia Márquez, sarà vicepresidente ed è la prima volta che una afroamericana ricoprirà la seconda carica più importante del Paese. Petro vince la presidenza al terzo tentativo, questa volta contro Rodolfo Hernández, un uomo d’affari di Bucaramanga che aveva sfondato a sorpresa al secondo turno delle elezioni e la cui campagna è stata caratterizzata da dichiarazioni machiste e maccartiste.

La Colombia era un paese strategico per l’egemonia statunitense sull’America Latina ed è membro della Nato. Anche durante la prima ondata progressista nel continente, la Colombia era rimasta solidamente nelle mani dei settori legati agli Usa, al latifondo e alle multinazionali. La vittoria di Gustavo Petro spezza un meccanismo e manda un segnale importantissimo al riscatto dell’America Latina e allo sganciamento del controllo di Washington.

I risultati sula base del 98,22% dei seggi elettorali scrutinati.

Gustavo Petro: 50,51%.

Rodolfo Hernández: 47,22%.

Voto in bianco: 2,25%.

Dopo aver vinto le elezioni presidenziali in Colombia, il candidato Gustavo Petro si è rivolto alla popolazione nel suo primo discorso da presidente eletto. “Questo giorno è senza dubbio storico, è la storia che stiamo scrivendo in questo momento per la Colombia, per l’America Latina, per il mondo, una nuova storia perché senza dubbio quello che è successo qui oggi, con quegli 11 milioni di elettori, è un cambiamento”, ha detto il nuovo presidente eletto della Colombia. Quello che sta arrivando qui è un vero cambiamento, un vero cambiamento, in cui stiamo impegnando la nostra stessa esistenza, la nostra stessa vita”, ha detto Petro.

“Non tradiremo quell’elettorato, che ha gridato al Paese, alla storia, che da oggi la Colombia sta cambiando, la Colombia è diversa”, ha aggiunto. Il leader progressista ha assicurato che dal 7 agosto “inizierà un governo della vita, un governo che vuole costruire la Colombia come potenza globale della vita”, dove ha fatto riferimento in particolare a tre assi specifici: pace, giustizia sociale e giustizia ambientale.

Il voto al candidato della sinistra ha predominato, oltre che a Bogotá, in tutta la Costa Caraibica, la Costa Pacifica e parte dell’Amazzonia (Putumayo, Amazonas, Vaupés e Guainía).

Per quanto riguarda le percentuali in alcune delle principali capitali del Paese, Gustavo Petro ha vinto a Barranquilla (64,16%), Cartagena (67,46%), Cali (63,76%) e Bogotá (58,59%).

Rodolfo Hernández, ha vinto invece a Medellín (62,55%) e Bucaramanga (73,58).

La differenza maggiore rispetto al primo turno è stata la vittoria di Hernández a Medellín, ma in questo secondo turno Gustavo Petro è riuscito a ottenere 100.000 voti in più. Al primo turno, il voto a Medellín è stato il seguente: Petro ha ottenuto 275.497 (24,47%) e Hernández 141.415 voti (12,5%). Al secondo turno, il nuovo presidente ha ottenuto 372.356 voti e Rodolfo Hernández 684.161 voti.

A Barranquilla, al primo turno di votazione, Gustavo Petro, con 256.041 voti (51,9%), seguito da Fico Gutiérrez, con 137.877 voti (27,94%) e Rodolfo Hernández, con 68.589 voti (13,9%).

Fonte: Resumen latinoamericano

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4 Commenti


  • Mauro

    Strano,gli Stati Uniti non controllano ed indirizzano più le elezioni in Sud America…


    • Redazione Roma

      I tempi sono cambiati, dai primi anni Duemila in America Latina è diventato molto più difficile per gli Usa spadroneggiare come prima, occorre ringraziare per questa Cuba e Venezuela per l’onda lunga che hanno innescato


  • Mario Bianchi

    La sinistra occidentale dovrebbe solo imparare dalle esperienze dell’America Latina.
    Invece qualcuno continua pure a fare professione di “eurocentrismo”.

    L’impero statunitense, il più grande ostacolo alla pace e alla transizione ecologica, va preso a spallate e buttato definitivamente dove merita ovvero: nella spazzatura della storia!


  • Mario

    Non sarei così ottimista sul fatto che la destra militare non intervenga. Come si dice nel calcio a proposito degli allenatori, non so se il nuovo presidente arriverà a mangiare il panettone…

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