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Brescia. Giornata della memoria di cosa?

Apprendiamo da notizie di stampa che anche Brescia si prepara a celebrare, il 9 maggio, la Giornata della Memoria istituita in ricordo delle vittime del terrorismo.

Il Presidente della Casa della Memoria, Manlio Milani, nel delineare i vari appuntamenti istituzionali, sottolinea come la decisione assunta dal Governo di “aprire gli archivi” possa essere utile e decisiva nel tentativo di fare luce su capitoli della nostra storia ancora avvolti da molte ombre.

Ci pare però contraddittorio aver affidato a Benedetta Tobagi il coordinamento di un convegno proprio su tale tema. Quella Tobagi che, nel suo libro sugli avvenimenti del 1974 a Brescia, tra inesattezze, dimenticanze e libere interpretazioni di ombre fosche ne ha generate diverse.

Ancora una volta si aspira alla verità ma si fa di tutto per insistere sulla linea nebbiosa della pacificazione, della manipolazione della storia, in un grande “minestrone” ove vittime e carnefici diventano la stessa cosa.

E’ così che lo stesso Milani si sente in dovere di intervenire a difesa della sua più illustre creazione: quel Memoriale delle formelle che, in un percorso ideale tra Piazza Loggia e la sommità del Cidneo, colloca sul selciato i nomi delle vittime del terrorismo. Peccato che accanto alle otto vittime massacrate dalla bomba fascista e di stato del 28 maggio, trovino posto anche picchiatori nazisti o dichiarati fascisti.

Quindi come stupirsi se notte-tempo una formella viene “indegnamente imbrattata”? Soprattutto se riporta un nome al centro di una autentica strumentalizzazione politica promossa da forze di destra.

Crediamo che se si vuol davvero fare luce sulle pagine più buie della nostra storia si debba rinunciare al concetto di “memoria condivisa”, evidenziando le responsabilità che discendono dalle scelte di campo compiute, perché mai si possano confondere sfruttati e sfruttatori, chi lotta per la Libertà e chi la calpesta gestendo il potere.

Non dimenticando che la lotta di Liberazione ha messo fascisti e fascismi fuori dalla Storia di questo paese ben settant’anni fa e che nulla giustifica la presenza di qualunque loro erede in alcun memoriale istituzionale.

 

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