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Casa Pound denuncia Cremaschi. Replica: “sarà un piacere”

I fascisti vanno dicendo in giro e raccontano ai giovani di avere ad un alto senso dell’onore. Magari per quelli più vecchi sarà pure così, ma i giovani neofascisti sembrano più attenti all’onorabilità e all’immagine, categorie più moderne e in qualche modo più aziendaliste. La storia è questa.

Un tweet di Giorgio Cremaschi sulle vicende di Mafia Capitale suscita le ire di uno dei capi di Casa Pound, Simone Di Stefano, che annuncia querela.  Scrive Cremaschi: “Giuste dimissioni di Marino ma Salvini & c credibili solo se rompono con amichetti fascisti di CasaPound i cui protettori politici sono dentro”. Arriva la risposta di Simone Di Stefano, leader di Casa Pound: “Benvenuto tra i finanziatori della nostra prox campagna elettorale per il risarcimento per diffamazione che ci dovrà. Querelato”. Pronta la replica di Cremaschi: “Meglio querelato che bastonato.. ci vedremo in tribunale, sarà un piacere”.

 Di Stefano è l’animatore della associazione Sovranità con cui Casa Pound si sta biodegradando dentro l’alleanza elettorale con la Lega di Salvini. Quest’ultimo, sapendo che uno dei suoi punti deboli è proprio l’alleanza con i gruppi fascisti, li ha invitati ad abbassare il tiro e l’identità. Ovvio che vicende come l’inchiesta su Mafia Capitale che coinvolge il PD ma anche tanti consiglieri e esponenti della destra, può diventare un serissimo boomerang sulla strada di chi cavalca le campagne contro immigrati, rom e per la supremazia italiana. Si comprende dunque come Mafia Capitale sia un nervo sensibile e scoperto anche per un gruppo neofascista spregiudicato e movimentista come Casa Pound, la cui collateralità con la Giunta Alemanno è nota e la cui frequentazione anche. Ma anche con uno dei consiglieri finiti in galera come Gramazio. E’ proprio Gramazio, in una intervista, a difendere Casa Pound ed a perorare il patrocinio del Comune per una iniziativa. Ed anche sulla assegnazione del palazzone in via Napoleone III a Casa Pound è leggibile l’interessamento di Gramazio

Ora Casa Pound si sente diffamata da Giorgio Cremaschi perché ha sintetizzato in un tweet cose che a Roma e non solo, sono già note, discusse pubblicamente in consiglio comunale e stampate sui giornali. Ma è quantomeno fastidioso dover sottolineare che i fascisti sono andati a querelare uno che contro i poteri forti ha combattuto e combatte davvero. Cremaschi a manifestare sotto la Banca d’Italia o la Borsa di Milano ci è andato sul serio, è uno che con gli operai ha lottato effettivamente ed è uno che per difendere dei principi ha rinunciato a rimanere nella Cgil. Difficile trovare altrettanta coerenza nelle attività dei fascisti di Casa Pound, i quali a chiacchiere parlano contro le banche, Bruxelles, i poteri forti,  ma se vai a vedere cosa fanno veramente (guardate il loro sito) leggiamo testualmente: manifestazione a Ostia  contro i mercatini rom, a Varese manifestano per le case popolari “prima agli italiani”, a Boccea contro i campi rom,  a Lanciano (almeno) regalano occhiali da vista ai bambini italiani. Ma una manifestazione davanti a una banca, a una multinazionale, alla Commissione Europea mai? Insomma fascisti iperattivi contro i più deboli inneggiando a chiacchiere alle magagne dei poteri forti. Se si arriverà in un aula di tribunale, il processo Casa Pound versus Cremaschi sarà un’occasione da non perdere.

 

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