Se il buongiorno si vede dal mattino allora bisogna dire che inizia benissimo l’avventura dei promotori per una Legge regionale di Iniziativa Popolare sul Reddito Garantito. L’assemblea è all’ex Asilo Filangieri alle 16.30, si inizia ovviamente un’ora dopo ma stavolta ne vale la pena. La sala è piena anzi di più considerato che tanti si aggirano nel cortile accanto la sala assembleare. Il segnale è chiaro. Il tema del reddito è preminente per chi intende agitare il primato del sociale in questi territori. Qui la crisi urla forte. Ovviamente non stiamo parlando di orde di disoccupati o impoveriti che si riversa nelle lotte, parliamo però di un corpo attivista cittadino che sembra volersi attivare davvero. La strada da fare è lunga e tormentata ma da qualche parte bisogna iniziare.
L’assemblea ha inizio con l’intervento di Giovanni Pagano del centro sociale Zero81, il luogo dove si sono svolte tutte le riunioni preparatorie. Il suo è un ‘intervento sintesi’ che mette l’accento sul cimentarsi su una forma di lotta istituzionale, quale la proposta di legge, con la possibilità concreta di creare opinione massificante, possibilità di farcela, piattaforma di lotta. Il dato oggettivo di una somma di denaro consistente che la Regione può predisporre tramite i Fondi Strutturali Europei da destinare a un reddito sociale rende il tutto più fattibile, a patto che vi sia una risposta reale da parte dei settori sociali coinvolti. E questo va creato con la capacità di agire nel territorio abitato, nella periferia, nella Provincia, nella Regione. Occorre la capacità anche di astrarsi dal napolicentrismo e creare una rete regionale.
Tocca poi a Rosario Massa dell’Usb che illustra i tecnicismi della legge. Spiega che si tratta di una bozza perchè il finale sarà scritto dal contributo di chi vuole e dalla fattiva collaborazione con l’associazione dei Giuristi Democratici. Spiega come dovranno essere reperite le risorse. Illustra le differenze tra intervento diretto e indiretto. La possibilità di prevedere forme di reddito indiretto tramite la fruizione dei servizi o il sostegno alle politiche abitative. Tra le voci alle fonti di reperimento del denaro vi è anche lo stop alle consulenze esterne degli uffici regionali. Una montagna di soldi.
L’assemblea continua sempre più incalzante. Vi è l’esigenza di stabilire una modalità concreta di sviluppo. Innanzitutto presentarsi e mettere le cose in chiaro. Il primo intervento intelligente sembra proprio essere quello di presentarsi all’insediamento della Giunta Regionale. Operazione che dovrebbe concludersi entro il 20 giugno, una deadline da non mancare. Per poi concludere appunto con la definizione delle legge e partire con la raccolta delle 10000 firme necessarie alla presentazione. Un numero, bisogna dirlo, che sembra abbondantemente alla portata. Uno dei punti nodali è proprio questo. Trasformare un’innocua, diciamo così, raccolta firme in possibilità di sviluppare connessioni diverse, di recuperare il rapporto con le periferie, di ascoltare la società nel profondo.
Eleonora di Insurgencia ci tiene a sottolineare giustamente che l’erogazione della prestazione dovrà avvenire per residenza e non per nazionalità perchè tanti in questo periodo sbandierano redditi di cittadinanza o di chissà cosa ma a condizioni razziali. E che questo sarà sganciato dalla prestazione lavorativa. Un reddito di esistenza.
Si prosegue, si pretende che tutto questo non si riduca a una mera campagna di sensibilizzazione ma diventi invece vertenza. La vertenza sociale per eccellenza. E’ impensabile che nella regione con maggiori disoccupati in Italia questo tema non susciti emozioni, voglia di rivalsa. Vedremo.
Intanto sarà bene mettere in campo qualche proposta organizzativa. Pensare alla costruzione di comitati territoriali, di Napoli, Casoria, Giugliano, Caserta e così via. Creare lotta e tenere il punto sulle vertenze sociali. Sarà questo il tema dell’autunno prossimo venturo. Come si ribadisce in assemblea, fatto salvo il blitz al consiglio regionale, ci si dà appuntamento a settembre.
Si decide di strutturare intanto due gruppi operativi, uno di carattere tecnico giuridico, l’altro sulle strategie di comunicazione per promuovere la campagna. Distribuire determinate responsabilità è buon sintomo.
Proseguono gli interventi. ‘Magnammece o pesone’, immigrati di Caserta, cani sciolti, altri Centri sociali, un compagno di Taranto in qualità di osservatore per riprodurre anche in Puglia uno schema simile. Un variopinto ma unitario universo da mettere a lavoro, alla prova dell’unità, al conseguimento di un obiettivo comune.
Dall’assemblea di ieri l’entusiasmo sembrerebbe d’obbligo ma in realtà c’è tantissimo lavoro da svolgere. La società non è solo sempre più divisa ma l’abbassamento dei discorso pubblico generale fa si che anche temi cruciali di cambiamento delle condizioni materiali di esistenza affoghino nell’indistinto blob della comunicazione mainstream, perdano di valore a confronto di narrazioni palesemente stupide ma più attrattive ai tempi di crisi. Tipo creare capri espiatori .
Occorre stare sul pezzo. Non sono possibili distrazioni ma la battaglia per un reddito garantito in Campania ha intanto le gambe per camminare.
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