Sono cominciate ieri nell’aeroporto di Trapani-Birgi, le manovre militari dell’esercitazione NATO Trident Juncture 2015, ritenuta “la più importante dai tempi della Guerra Fredda”, con la partecipazione di 36.000 militari, 30 Paesi, 140 aerei e 60 navi, impegnati nello spazio aereo e terrestre di Italia, Spagna e Portogallo, oltre al Mediterraneo centrale. Lo scalo militare di Trapani – è stato specificato durante una conferenza stampa nella quale sono comparsi cartelli di protesta come quello in copertina – ospiterà la prima fase dell’esercitazione che vedrà impegnati 700 militari, 200 dei quali stranieri. Nei cieli del Tirreno meridionale si alzeranno in volo, da oggi fino al 6 novembre prossimo, 30 aerei tra caccia F16 (di stanza in Canada, Grecia e Polonia), nonché Amx, Eurofighter e Tornado. Il sottosegretario alla Difesa, Gioacchino Alfano, ha smentito che la scelta di Trapani sia una sorta di “ripiego”, dopo le proteste dei pacifisti in Sardegna: “Si tratta di una scelta logistica. Trapani, ritenuta la sede naturale più idonea per ospitare l’esercitazione, era infatti già stata prescelta”.
Il vice segretario generale della NATO, Vershbow, ha rimarcato che questa esercitazione “è di vitale importanza per la sicurezza; ogni giorno ci sono nuove sfide e noi dobbiamo essere sempre pronti a contrastarle. Con ‘Trident Juncture 2015’ dimostreremo che la Nato è in grado di difendersi da qualsiasi minaccia”. “La Nato si adatta alle nuove minacce”, hanno riaffermato gli alti ufficiali nel corso della conferenza stampa..
Ma se sono iniziate le manovre militari Trident Juncture sono iniziate anche le proteste. Comitati e associazioni No War siciliane hanno organizzato iniziative di protesta contro le esercitazioni, che culmineranno in una manifestazione regionale in programma per il 31 ottobre. Mentre per sabato prossimo a Napoli, è stata organizzata una manifestazione nazionale contro le manovre della Nato.
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