Se l’Unione Europea firma certi accordi con la Turchia, in materia di profughi, c’è subito chi li interpreta come un via libera alla propria personalissima interpretazione del “decoro”, dell’”ordine pubblico”, o della “prevenzione”,
Con un filino di razzismo, che da certe parti non guasta mai (la Lega, qui, ha ancora una solida base di massa).
Siamo nella provincia lombarda più settentrionale, tutta al confine con la Svizzera, tra montagne quasi verticali, con un tasso di micro-criminalità bassissimo e un’evasione fiscale da paura, dove i rari migranti non hanno costituito mai alcun problema.
Ebbene, il prefetto di Sondrio non ha trovato di meglio da fare che emanare una circolare destinata alle strutture di “prima accoglienza”, con le indicazioni per “disciplinare” gli afflussi di profughi. Afflussi che ancora non ci sono, ma che un giorno – chissà – potrebbero anche esserci.
In pratica, si suggerisce agli addetti – spesso volontari – di strutture civili di trasformare gli stabili in uso in una sorta di caserme-prigioni. Viene infatti ricordata “l’esigenza di rispettare le norme previste dalle convenzioni e dai regolamenti interni”, consigliando una serie di “azioni utili a garantire una gestione ottimale degli ospiti”: il rispetto rigido degli orari di rientro e persino il divieto di ogni forma di accattonaggio.
Fin qui saremmo nella paranoia semplice. Ma nella lettera, che potete eggere comodamente qui sotto in foto originale, dice molto di più. Secondo la prefettura della Valtellina, infatti, i migranti dovrebbero evitare di passeggiare per il paese in gruppi numerosi, non più di 4 o 5 persone, altrimenti sarebbe necessario l’accompagnamento effettuato da “personale idoneo”. Peraltro non specificato (buttafuori? poliziotti in pensione?).
Particolare orrore, secondo l’estensore della circolare, dovrebbe esercitare un migrante o profugo (protetto dalle convenzioni internazionali!) che provi ad avvicinarsi ai parchi giochi o comunque alle strutture pubbliche destinate a bambini e famiglie. A meno che, con apposite delibere, non siano state decise “iniziative concordate”.
Un apartheid in salsa alto-padana, insomma, che la dice lunga sulla cultura dominante in quella profettura.
Ma anche da quelle parti c’è chi resiste a degrado culturale e all’impazzimento normativo, al brivido del comando sugli ultimi.
Questa lettera di protesta inviata al prefetto dalla Rete Antifascista di Sondrio è una boccata d’ossigeno cerebrale che arriva da valli in cui, almeno quello fisico, non dovrebbe certo mancare.
Egregio Signor Prefetto,
Siamo con la presente a chiedere un chiarimento sugli intenti, l’opportunità, la necessità e l’utilità della Sua missiva del 11 Marzo ultimo scorso con oggetto: “Afflusso di cittadini stranieri a seguito di sbarchi sulle coste italiane – monitoraggio e accoglienza”, inviata ai gestori delle strutture di prima accoglienza.
è nostro parere che i contenuti della sopracitata missiva siano lesivi della dignità umana e si configurano in accorgimenti e “suggerimenti” discriminatori che oltraggiano i diritti fondamentali dell’essere umano ed i principi cardine della nostra Carta Costituzionale.
Non nascondiamo la nostra profonda indignazione per questo documento che offende lo spirito solidale e la nobiltà d’animo di chi si impegna quotidianamente nell’ambito di iniziative di accoglienza e umanità con l’intento di creare una società fondata sull’integrazione.
Le disposizioni impartite non possono essere intese come indicazioni per garantire ordine pubblico: tale documento è scritto attingendo la penna nel calamaio dell’inchiostro del pregiudizio e della volontà di diversificare le libertà concesse agli individui in funzione della loro provenienza geografica.
Davvero ritiene che inibire il libero accesso ai luoghi pubblici o limitare il numero di partecipanti alle passeggiate pomeridiane siano accorgimenti legittimi, ammesso e non concesso che siano efficaci in riferimento ai suoi intenti?
Le chiediamo di ritirare tale documento e da persona perbene di porgere le più sentite scuse alle persone che, ci auguriamo solo per leggerezza e superficialità, rischiavano di essere ingiustamente discriminate…. persone che hanno raggiunto il nostro Paese, scappando da guerra e fame.
Grazie per l’attenzione.
In attesa di un Suo riscontro, porgiamo resistenti saluti.
RETE ANTIFASCISTA SONDRIO
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Ultim’ora. A seguito delle reazioni di parte dell’opinione pubblica, nella giornata di oggi la Prefettura di Sondrio ha diramato un nuovo comunicato riguardante la convocazione di una riunione, su richiesta del responsabile Caritas di Como e del Vescovo della Diocesi di Como e Sondrio, sul tema dell’accoglienza.
“Con l’occasione, – si legge nel comunicato – si fa presente che la circolare diretta ai gestori delle strutture di accoglienza, oggetto di mero errore materiale, va intesa non prodotta e sarà oggetto di totale revisione nella programmata riunione”. (fonte: http://www.intornotirano.it).
Meglio tardi che mai… Come si vede, un poì di vigilanza democratica, antirazzista e antifascista, è davvero molto utile!
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