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Cagliari: Saras e Marina militare cacciati dall’Università

Ieri pomeriggio un blitz degli studenti e degli attivisti del Comitato Studentesco contro l’Occupazione Militare e di altre realtà sarde hanno mandato all’aria il seminario organizzato, tra gli altri, dalla Prefettura e dall’Università di Cagliari, dall’Ispra, dalla Saras e dalla Marina Militare. Un seminario su questioni ambientali promosso, oltre che da alcune istituzioni, anche da realtà che contribuiscono non poco alla contaminazione ambientale di vaste porzioni del territorio sardo.
Una iniziativa che non è piaciuta agli studenti che poco dopo le 15 hanno mandato all’aria l’ipocrita rappresentazione gridando slogan all’interno dell’Aula Magna dell’Università di Cagliari, “gremita” di militari delle varie armi, di Carabinieri e Finanzieri, di Vigili del Fuoco, di esponenti della Croce Rossa, della Protezione Civile e di esponenti politici vari. La contestazione è iniziata dopo la che rettrice Del Zompo ha negato la parola ad un attivista seduto tra il ‘pubblico’. Gli studenti hanno chiesto conto del motivo che spinge l’Università a dare spazio ad una iniziativa “contro l’inquinamento” organizzata dall’Esercito e dalla più grande raffineria del Mediterraneo.
Mentre gli organizzatori sono evidentemente spaesati, una ventina di attivisti aprono ed espongono uno striscione che recita “La vera bonifica: cacciare militari e Saras”. Il tentativo da parte della Rettrice e della Digos (che si è dedicata in particolare a bersagliare con pesanti offese sessiste alcune delle studentesse protagoniste del blitz) di placare la contestazione non sortisce effetti ed anzi studenti e attivisti continuano a gridare slogan impedendo di fatto l’inizio del seminario che alle 16.00 viene quindi spostato in un’altra aula, pena però la perdita di più di metà del pubblico.

https://www.youtube.com/watch?v=JlmvWaub_fY

Di seguito il comunicato del Comitato Studentesco contro l’Occupazione Militare

Prima devastano poi parlano di tutela ambientale: 6 luglio 2016 cacciati Saras e Marina militare dall’università

E’ durato meno di dieci minuti il IX seminario anti-inquinamento organizzato dalla Marina Militare e l’Università di Cagliari con la partecipazione della SARAS nell’aula magna della cittadella universitaria di Monserrato. Si trattava di un momento associato all’esercitazione che si terrà domani nelle acque del golfo di Cagliari. Un teatrino grottesco dove i principali responsabili della devastazione e dell’inquinamento marino e terrestre in Sardegna si incontrano per autoassolversi. Una goffa operazione di pulizia dell’immagine per la SARAS, principale minaccia per la sicurezza ambientale delle coste sarde, e per i militari, impegnati nella devastazione di coste ed entroterra sardo. Una vivace contestazione ha impedito lo svolgimento del seminario, opponendosi alla presenza di Militari e SARAS all’università di Cagliari.

L’Ateneo tramite la rettrice Del Zompo ha scelto la complicità con gli interessi dell’economia di guerra e di sfruttamento della Sardegna e del suo ricatto. Sorpresa che dagli studenti si alzassero cori di contestazione contro l’iniziativa, la rettrice, con palese imbarazzo per la figuraccia rimediata davanti ai propri partners, ha denunciato i toni violenti e anti-democratici della contestazione. Siamo contenti che il dissenso rappresenti per voi una spina nel fianco e non un’opinione tra le altre da poter ignorare. L’Ateneo di Cagliari offre saperi, copertura e sponda istituzionale agli stessi responsabili della distruzione della Sardegna: un bel saggio di pluralismo e democrazia, non c’è che dire. Ma si sa, questi signori si gloriano di democrazia solo quando se ne devono far scudo per continuare a tutelare i propri interessi. Di interessi ne esistono di altri però, distanti e contrapposti: quelli dei giovani che vivono l’università e sono costretti a lasciare l’isola per colpa del ricatto imposto dall’economia di guerra e sfruttamento che oggi avrebbe voluto sfilare alla cittadella di Monserrato, quella di chi abita i territori minacciati dalla più grande raffineria del Mediterraneo, costretti a morire in fabbrica o di cancro, o di chi subisce ogni giorno l’occupazione militare dell’isola.

Oggi a sloggiare da casa nostra siete stati voi

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