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Il marketing della paura e l’utilità dell’Isis

La sensazione è sempre la stessa: essere preda di strategie elaborate troppo lontano da noi, di cui non sappiamo né le premesse, né gli obiettivi. Ma di sicuro, indagando gli effetti, si può comprenderne il senso e persino gli interessi. Peccato solo che ci riusciamo quando il “risultato” di quelle strategie è già stato ottenuto. Ed altre ancora, altrettanto sconosciute, sono state messe nel frattempo in campo.

La sintesi di Bauman, in questo caso, è esemplare:

“Esattamente. Come le leggi del marketing impongono ai commercianti di proclamare senza sosta che il loro scopo è il soddisfacimento dei bisogni dei consumatori, pur essendo loro pienamente consapevoli che è al contrario l’insoddisfazione il vero motore dell’economia consumistica, così gli imprenditori politici dei nostri giorni dichiarano sì che il loro obiettivo è garantire la sicurezza della popolazione, ma al contempo fanno tutto il possibile, e anche di più, per fomentare il senso di pericolo imminente. Il nucleo dell’attuale strategia di dominio, dunque, consiste nell’accendere e tenere viva la miccia dell’insicurezza…”. (Zygmunt Bauman, intervistato da Giulio Azzolini, la Repubblica)

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