Nella tarda serata di ieri il Tribunale di Firenze ha emesso la sentenza di primo grado per il processo contro il movimento fiorentino. I giudici hanno condannato 67 compagn* a pene tra i 6 mesi e i 2 anni, per un totale di oltre 60.
L’ASSOCIAZIONE A DELINQUERE
Tutta l’inchiesta è stata costruita e ruotava intorno a questo reato.
I giudici hanno assolto i compagni e le compagne imputati per associazione a delinquere che anche in questo caso non regge alla prova del primo grado se applicato alle lotte politiche e sociali.
In questo modo cade tutto il teorema giudiziario alla base del processo e montato dal PM Coletta e dal GIP Rocchi, e viene meno ad oggi la possibilità che si costituisca un precedente rispetto all’utilizzo di questo reato associativo.
Rimane però il fatto che questo reato abbia permesso la costruzione di un’inchiesta di questo tipo con intercettazioni e pedinamenti, che hanno riguardato un lasso di tempo molto lungo dando modo di monitorare e controllare l’attività politica dei compagni per due anni e giustificare pesanti misure cautelari.
CONDANNE E ALTRI REATI
I reati su cui sono state emesse le condanne riguardano fatti di piazza e avvenimenti specifici.
I giudici partivano dalle richieste del PM Coletta per un totale di quasi 72 anni: nonostante sia caduta l’associazione a delinquere il totale degli anni di condanna si avvicina di molto alle richieste iniziali. Questo in virtù di una sorta di “bilanciamento” che i giudici hanno deciso di applicare.
Da una parte disconoscono l’impianto del processo, dall’altro hanno colpito duramente ciò che in fase dibattimentale è risultato particolarmente grave ai loro occhi come per esempio la contestazione alla presenza della Santanchè al Polo delle Scienze Sociali di Novoli: questo episodio è stato letto e descritto come un innalzamento del livello di scontro con l’esplicito obiettivo di impedire ad una parlamentare di parlare all’Università.
La stessa valutazione la ritroviamo applicata alle manifestazioni di solidarietà successive ai primi arresti del 4 maggio, che portarono alla seconda ondata di arresti del 13 giugno 2011. Il GIP Rocchi, a seguito delle solerti richieste del PM, descrisse la sua scelta come una conseguenza del fatto che le manifestazioni di solidarietà del 4 e del 21 maggio avevano messo in discussione le scelte della magistratura sia nel merito che nei fatti, reiterando pratiche definite come illegali.
Questi sono i fatti che emergono in un clima cittadino in cui veniva messa in discussione la legittimità stessa delle decisioni istituzionali.
Dobbiamo però sottolineare ancora una volta come queste valutazioni siano state possibili perché all’interno di un’unica inchiesta ed ancora una volta è stato il cappello del reato associativo ad aver permesso questo.
LE PARTI CIVILI
I giudici hanno respinto le richieste di risarcimento di Gest (gestore della Tramvia di Firenze), Trenitalia e Primerano (dirigente scolastico in quota PD).
Hanno invece accolte le richieste di Confindustria – 2 mila euro per una scritta a bomboletta – e di poliziotti e digossini: dalle 4 alle 6 mila euro a testa… “per offese e ingiurie”!
VERSO L’APPELLO
Così come andranno in appello gli avvocati dei compagni lo stesso probabilmente farà il PM Coletta che non potrà accettare la bocciatura del teorema associativo.
Il processo, quindi, è tutt’altro che finito e ancora più importante sarà tenere alto il livello della solidarietà nei confronti dei compagni imputati: lo faremo con iniziative di piazza e di dibattito, sia sul processo specifico che su un piano più generale, visto lo sviluppo di un’ azione repressiva sempre più generalizzata e allo stesso tempo capillare che colpisce con sempre maggiore intensità tutti gli incompatibili con questo sistema di guerra e sfruttamento.
Centro Popolare Autogestito fi-sud
Collettivo Politico Scienze Politiche
Rete dei Collettivi Fiorentini
Cantiere Sociale Camilo Cienfuegos
Collettivo contro la repressione – Firenze
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