Si attendeva oggi la sentenza per il “processo pecorella”. Condanna a 4 mesi, con il beneficio della condizionale, e spese processuali a carico di Marco Bruno. La Pm Quaglino aveva chiesto 6 mesi per ciò che viene definito “oltraggio a pubblico ufficiale”, l’aver chiamato “pecorella” un carabiniere a Chianocco in Val di Susa nel febbraio 2011.
Un fatto che sin da subito godette di una sovraesposizione mediatica eccessiva che diede adito a commenti di ogni sorta, mettendo in ombra i fatti di quel periodo, come la caduta di Luca Abbà dal traliccio, le occupazioni della A32, le cariche della polizia. Condusse alla stesura di Nemico Pubblico. Pecorelle, lupi e sciacalli, libro autoprodotto da Spinta dal bass in collaborazione con Ascanio Celestini, Zerocalcare, WuMing, Claudio Calia, Erri de Luca, Chiara Sasso, Simone Tufano e Radio BlackOut.
L’avvocato Novaro, della difesa, sostenne che la semantica stessa di “pecorella” non contiene un’offesa in quanto tale, ma rimanda a un atteggiamento acritico verso gli ordini ricevuti, uno sfottò modesto, un reato peraltro quasi assente nei codici civili di molti paesi che valse al militare un encomio e ora a Marco Bruno la condanna.
Per questo, invece, gli “agenti” avranno avuto un premio….
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa