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“Una vittoria che ci impegna molto”, il NO Sociale analizza il voto

Una serie di interviste con i protagonisti della campagna per il NO Sociale alla controriforma costituzionale, realizzate da Radio Città Aperta. Articolo in aggiornamento…

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Giorgio Cremaschi (Eurostop e Forumi Diritti Lavoro)

Buongiorno a voi, buongiorno in tutti i sensi

Oggi possiamo proprio dirlo… Ti rubiamo veramente solo qualche minuto, però è doveroso un commento perché il risultato è un risultato talmente netto che lo stesso Renzi non ha potuto non prenderne atto. Che fase si apre adesso, però?

Intanto diciamolo: c'è stata una gigantesca autoconvocazione di popolo. Lo dico per le esperienze sindacali degli autoconvocati, cioè quando ad un certo punto era la gente che veniva lì e diceva basta. E' stato così. Questa è una cosa enorme che è successa, che ha scardinato tutti i quadri, le previsioni, ecc.

C'è stata una gigantesca autoconvocazione di popolo che è andato a votare per due cose semplicissime: mandare a casa Renzi ma anche, io credo, per difendere la Costituzione. Non perché sono tutti diventati costituzionalisti, ma perché hanno capito la fregatura. Dopo trent'anni – come si diceva – di riduzione dei diritti non volevano rinunciare all'ultimo diritto. Non ci sono cascati e se si pensa a tutto quello che c'era dall'altra parte…

Perché adesso sembra Renzi, ma ricordiamo che dall'altra parte c'era l'Unione europea, Obama, Schaeuble e tutto il resto… le banche, Soros, il mondo. E poi c'era in Italia Marchionne, la Confindustria, gran parte del mondo sindacale, la Cisl, la Coldiretti, tutte le grandi imprese, tutti gli appelli.. Lasciamo perdere questi ultimi, che sono per fortuna controproducenti per chi li fa, gi artisti di palazzo ecc. Però c'era tutto l'establishment dall'altra parte. Credo che sia arrivato anche da noi quel vento di rivolta contro l'establishment che c'è in tutto il mondo.

Per fortuna, a differenza che negli altri paesi, per il momento almeno questo segnale è totalmente positivo perché non è che abbiamo eletto Trump, non è stata fatta una cosa ambigua. Qui c'è stato un voto enorme che ha difeso la Costituzione nata dalla Resistenza. A me pare una cosa di grande portata.

Naturalmente è solo il primo passo. L'ho ripetuto spesso durante la campagna di questi mesi e io voglio salutare tutti quelli che si sono dati da fare, che ho incontrato: compagni, amici, persone che hanno ripreso a fare attività. Voglio anche ringraziare quel pezzo di sindacato che si è dato da fare davvero, mi riferisco in particolare, lo voglio dire qui, all'Usb, perché abbiamo fatto delle cose importanti.

E anche i giovani, i centri sociali. Pare che i giovani all'80 per cento abbiamo votato NO, dicono i sondaggi. Si è visto, li abbiamo visti sia nel #norenziday del 22 ottobre, sia nella manifestazione dei centri sociali del 27 novembre; che peraltro sono state le uniche due grandi manifestazioni per il No. Sono state nostre, del nostro mondo, del conflitto, delle lotte sociali, del sindacato non complice . Sono state le uniche due manifestazioni di massa che ci sono state. E' bene ricordarlo, perché ieri sera abbiamo visto tutti credo il contrasto.

Noi eravamo ovunque, io ero a Brescia, nelle piazza a festeggiare, in tv andavano le solite vecchie facce. Questo è un problema che dovremo affrontare, uno dei tanti problemi che dovremo andare ad affrontare. C'è una parte rilevante del popolo che ha votato NO che oggi non ha rappresentanza e quindi bisogna organizzarlo. Poi bisogna vedere che cosa anche vuol dire rappresentanza. Non è detto che c'è una rappresentanza politica. E' tutto da discutere, però è certo il fatto che c'è, oggi non ha rappresentanza e quindi bisognerà organizzarsi e organizzarlo anche per evitare che questo voto venga trascinato in strade che non sono le sue.

Perché, ripeto, è stato prima di tutto un grande voto contro il governo, contro le banche, per la Costituzione. E questo deve essere il primo passaggio. Poi su tutto il resto, ripeto, avremo da fare, da mobilitarsi e grazie intanto a chi si è dato da fare e si è impegnato davvero che una volta tanto ce l'ha fatta. Devo dirlo anche per generazione, visto che purtroppo appartengo a quella generazione che in maggioranza ha votato Sì, forse perché si è arresa… Io non credo di essermi arreso, anzi – forse posso dirlo con un po' fierezza – non mi sono arreso e dopo 30 anni in cui abbiamo visto, con la mia generazione, ogni diritto venire consumato dallo stesso meccanismo e, praticamente, dalle stesse persone: rinunciare alla scala mobile in nome del mercato, della modernità, ci vuole qualcosa di più avanzato, bisogna cambiare … e poi il lavoro precario, bisogna cambiare, e poi le pensioni pubbliche bisogna cambiare, e poi il Jobs act, l'art. 18, i voucher … bisogna cambiare …

Ecco, stavolta la Costituzione è stata una battuta d'arresto. La compagnia di giro che da 30 anni ci impone di rinunciare ai diritti in nome della modernità l'ha presa nei denti. E questa secondo me è la cosa più importante su cui bisogna insistere ora.

Assolutamente. C'è molto lavoro da fare, però per una volta abbiamo una buona notizia da cui ripartire. Grazie Giorgio Cremaschi.

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Mauro Casadio (Rete dei Comunisti)

 

Buongiorno Mauro, grazie per essere con noi

 

Ciao a tutti…

 

Insomma, un risultato bello, un risultato importante. Volevamo un tuo commento su questa vittoria del No.

E' chiaro che fino a poco prima della scadenza di ieri il dubbio che il battage pubblicitario messo in piedi da Renzi poteva incidere o produrre altri risultati c'era. In realtà – e come al solito la realtà è più avanti dei giudizi –  il primo dato che va assolutamente valutato è che ha votato il 70 per cento degli aventi diritto. Il che è da diverso tempo in Italia da tanto tempo non avveniva.. Negli ultimi anni si è sempre attestato tra il 50 e 60, più o meno. E poi di questo 70 per cento il 60 per cento ha votato No. In realtà diciamo che questo risultato è in linea con tutti gli altri risultati che si stanno registrando in questo ultimo periodo, in questi ultimi anni, in Europa Occidentale e negli Stati uniti. Per cui era difficile pensare che in Italia si sarebbe andati controcorrente. Addirittura c'è stata la vicenda di Trump per ultima, ma prima la questione della Brexit, e prima c'era stato l'Oki in Grecia l'altro anno, ci sono state affermazioni di partiti come Podemos in Spagna, addirittura i Pirati in Islanda. L'Islanda che vota i populisti… Per cui, era difficile immaginare che l'Italia andasse da un'altra parte… Certo, il controllo dei media e dei flussi comunicativi da parte di governo e poteri forti ha funzionato; la realtà, però, come al solito e per fortuna si incarica di smentire le mistificazioni ed esce fuori un paese che non accetta questo stato di cose. Questo, diciamo, è il primo tipo di ragionamento che si può fare.

 

A questo punto però si apre uno spazio, c'è un margine per intavolare un discorso nuovo.

Certo, il problema della rappresentanza politica è un problema che si afferma sempre di più. Ci sono settori sempre più ampi di società, a cominciare dai settori giovanili – che sembrano siano quelli che hanno votato in gran parte il NO e questo pure smentisce il "giovanilismo del giovane Renzi"… Insomma: c'è un problema di rappresentanza politica. E' una cosa complessa, perché non è più la rappresentanza politica dei lavoratori tipica degli anni '50 e '60, in cui erano sostanzialmente operai e contadini a concepirsi ed agire come un blocco unitario: oggi c'è una società molto più articolata, dove al lavoro manuale si affianca il lavoro intellettuale. Certo è che comunque tutto questo ambito resta di lavoro subordinato, subalterno, dipendente.. Che va verso una condizione sempre peggiore dal punto di vista sociale, economico e di reddito. In realtà è questo l'elemento di fondo che sta facendo tremare "la casta": la crisi che va avanti da quasi dieci anni, una crisi nella quale non si intravede una via di uscita, questo è il punto di fondo. E' chiaro che davanti all'impossibilità di modificare situazione – possibilità anche dei singoli individui, dei singoli soggetti – impossibilità di emanciparsi, di conquistarsi una condizione… Il malessere aumenta e prescinde pure da momenti specifici, diventa un malumore generale che si rivolge verso quelli che poi sono i centri di potere. E Renzi è un perfetto rappresentante dei centri di potere, da Marchionne in su; e poi a Boschi con il padre che faceva il banchiere, Napolitano che ha rappresentato il massimo della casta e addirittura Prodi… Negli ultimi giorni, penso che aver presentato Prodi a sostegno del sì penso abbia fatto perdere ulteriori voti, visto che Renzi .sfruttava l'immagine del "rottamatore". Con Prodi hai poco da rottamare, insomma…

 

Assolutamente. Il messaggio è arrivato forte e chiaro. Bene. Grazie Mauro per essere stato con noi.

Grazie a voi. Ciao.

 

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1 Commento


  • livia celestino

    Ieri è caduto un governo. Il terzo, in quattro anni. E dire che si diceva che sarebbe andato avanti fino a fine legislatura, lo dicevano tutti. Alla gente piace, confermavano politoligi saccenti. Ha i numeri. Si diceva nei talk show. Ed era talmente convinto anche il presidente stesso da fare una legge, che gli garantisse di governare ancora, per altri cinque anni dopo che, per cause interne o oggettive, il governo si fosse sciolto.

    Tutti hanno festeggiato quando il no ha vito al referendum. Il presidente si è dimesso, subito appena sono usciti i primi exit poll. 

    Si è fregato da solo hanno detto tutti. E’ stato troppo borioso, e ora l ha presa nel culo. Hanno sostenuto tutti convinti.

    Ma io non sono tanto sicura, non sono sicura che si sia dimesso perche ha perso, anzi.

    Il referendum era personale, si era addossato tutte le responsabilità della riforma costituzionale, non si votava per la costituzione, nessuno sapeva nemmeno in che cosa sarebbe cambiata. Si votava per lui. 

    E tutti ci siamo convinti di aver vinto. Di averlo mandato a casa.

    Lui ha detto che si sarebbe dimesso e l’ha fatto. Uomo di parola è sembrato anche ai suoi nemici più accaniti. 

    Adesso è finita, non lo rivedremo più. E’ un uomo che mantiene a quanto pare, si è dimesso, e ha detto che di politica non ne farà più, a meno che non lo supplichino.

    Ma la mia analisi è diversa. La sconfitta è solo apparente, e anzi è una grande vittoria.

    Per l’eco mediatico che ha avuto la faccenda sono andati a votare tutti. 

    Ho visto al seggio diciottenni con il doppio taglio e il bomberino, vecchietti di ottanta anni e signori in sedia a rotelle. Talmente se ne è parlato che ha votato gente che non votava da anni. 

    E’ con tutta questa affluenza, con una percentuale di quasi il sessanta per cento della popolazione, lui ha preso il quaranta.

    Ha perso, hanno detto tutti.

    Ma nessuno si è accorto di quanto invece abbia vinto.

    Ha preso il quaranta per cento dei voti su una riforma incostituzionale. Una modifica alla costituzione di un governo non eletto fino ad ieri era impensabile. 

    Ma adesso lui sa che può farcela.

    Ha alzato la soglia del ballottaggio al trentacinque, consapevole di avere il quaranta. 

    Attenzione però, il quaranta è relativo. Il quaranta per cento l’ha preso con una irripetibile affluenza alle urne. Cosa potrebbe diventare questo quaranta se votassero solo le persone che lo fanno di solito, togliendo di mezzo quelli che hanno ritrovato la tessera elettorale dopo ore di ricerche nei cassetti?

    Quarantacinque, cinquanta?

    Allora, lasciando da parte le dietrologie dei cinque stelle, lui ha fatto una mossa furba. Non era confermativo il referendum, ma il suo bacino d’utenza. 

    Mi chiedo che percentuale prenderà quando si ricandiderà di nuovo. perchè succederà, con questi numeri ne sono certa. Sempre che il presidente della reubblica smetta di supplicarlo a rimanere. 

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